di Maurizio Valeriani e Paolo Valentini
Una denominazione storica come il Vino Nobile di Montepulciano, sta finalmente risalendo la china della qualità ed è questa l’impressione che abbiamo avuto perfino nelle Anteprime Toscane, dove è stata presentata la difficile annata 2014. Una delle aziende testimoni di questo percorso è senz’altro Gracciano della Seta.
Abbiamo colto l’occasione dello scorso fine settimana quasi primaverile, per visitare la Cantina ed i vigneti di questa sorprendente realtà poliziana.
L’incontro con Giuseppe Rigoni (l’enologo esterno da quasi 30 anni) e Julio Straccia che si occupa della produzione, è stato veramente interessante.
Già nel XIX secolo, la tenuta con la villa padronale era una fattoria con oltre 400 ettari e 22 poderi, dedicati alla coltivazione di prodotti agricoli attraverso la mezzadria. Si produceva quindi Vino Nobile già ad inizio ‘800. Per via ereditaria la proprietà è passata dopo diversi anni dalla famiglia Svetoni all’attuale proprietario, Giorgio della Seta.
Oggi gli ettari di proprietà sono circa 70, di cui 20 vitati in conversione biologica (dal 2015) e si producono poco più di 100 mila bottiglie.
Ma veniamo ai vini degustati in cantina, ed alle nostre relative sensazioni:
Rosso di Montepulciano 2015: ricordi di frutti rossi e spezie orientali si uniscono a note floreali e anticipano freschezza, bevibilità ed un lungo finale di macchia mediterranea ;
Vino Nobile di Montepulciano 2014: i toni ematici e le caratteristiche sensazioni speziate si accompagnano a materia e succosità, la chiusura è su toni di agrumi e frutta secca. Una bellissima espressione di Vino Nobile a dispetto di un’annata difficile;
Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2013: l’eleganza sembra essere la cifra aziendale, struttura, profondità di beva e lunghezza gustativa fanno il resto;
Vino Nobile di Montepulciano 2010: la 2010, insieme alla 2001 e al 1988, sembrano essere state delle annate di grazia per questo straordinario vino. La 2010 presenta materia, succosità, sensazioni speziate, ma anche progressione gustativa ed un lungo finale di macchia mediterranea;
Vino Nobile di Montepulciano 2001: altra grande annata che si manifesta con toni fumè, accenni di sottobosco e grande carattere. La struttura è imponente ed il sorso dinamico;
Vino Nobile di Montepulciano 1988: è il vino che abbiamo preferito e che ci ha sorpreso per integrità del frutto, intensità gustativa, succosità e un grandissimo finale speziato. Peccato che ne siano rimaste pochissime bottiglie in azienda;
Vino Nobile di Montepulciano 1981: sensazioni di liquirizia e toni ematici, insieme a ricordi di macchia mediterranea ed eucalipto caratterizzano il profilo olfattivo, mentre il sorso rimane ancora vivace con freschezza inaspettata e chiusura balsamica;
Vino Nobile di Montepulciano 1980 : nonostante non ci sia nessun cenno di ossidazione, il vino è nella sua fase discendente, e non si esprime nella sua pienezza.
Dai un'occhiata anche a:
- Campi Flegrei Piedirosso Colle Rotondella, degustazione per i primi 25 anni di Cantine Astroni
- Verticale del Fiano di Avellino Linea Tradizione Di Meo dal 2022 al 2006
- Verticale Storica di Bue Apis: la storia dell’Aglianico del Taburno in sei annate
- Etna e Barolo a confronto: eleganza e potenza da Nord a Sud
- Cirò Revolution in dieci etichette in vetrina a La Botte di Caserta
- Sagrantino Montefalco, report sull’Anteprima
- Greco di Tufo, dieci etichette consigliate dalla Guida del Mattino 2024
- Una Verticale di Eccellenza: 5 Annate di Franciacorta Riserva Palazzo Lana Extrême Berlucchi al Ristorante Quattro Passi di Nerano