di Enrico Malgi
Se c’è un’azienda pugliese che si identifica col vitigno simbolo del Salento, cioè il negroamaro, questa è senza dubbio la Garofano Vigneti e Cantine in Copertino Tenuta Monaci, il cui fondatore, il compianto Severino Garofano, è stato per anni il promotore e l’artefice della rinascita e del rilancio in grande stile di questa varietà. Etichette come il Patriglione di Taurino e la Graticciaia di Vallone, curate da Severino per molto tempo, sono diventate metro di paragone con cui confrontarsi per tutta la produzione del Negroamaro.
L’azienda copertinese adesso è saldamente guidata da Stefano (enologo) e da Renata, figli di Severino, che proseguono l’attività vitivinicola con immutata passione, dinamismo e competenza sul solco tracciato dal loro genitore.
Del negroamaro di Garofano proprio in questi giorni ho avuto la possibilità di degustare due famose etichette: Eloquenzia e Le Braci. Due facce diverse della stessa medaglia.
Eloquenzia Copertino Doc 2015. Solo negroamaro, lavorato in acciaio per due anni e poi elevato in vetro per quattro mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo in enoteca di 10,00 euro, un grosso regalo.
Il bicchiere è colorato di rosso rubino carico, attraversato da lampi purpurei. Calibrati e sensitivi i profumi che un naso fortunato è “costretto” a decifrare. Il codice odoroso di sottobosco prende subito il sopravvento: ribes, mirtilli e lamponi, intrecciato a sussurri di amarena e di prugna, sempre per restare nell’ambito del fruttato. Impavidi i fragranti svolazzi floreali di violetta e di geranio e quelli più in sottofondo di vegetali di buona sostanza. Sulla lingua plana un sorso bello fresco e polposo, solido e saporito, profondo e terroso. Gentile e carezzevole l’impronta alcolica. Ossequiosi e morbidi i dolci tannini. Vitalità gustativa tesa, equilibrata, sapida ed elegante. Finale tonico e persistente. Da preferire su piatti di carne rossa e bianca, salumi e zuppa di pesce.
Le Braci Negroamaro Salento Igt 2011. Negroamaro in purezza, prodotto soltanto in annate favorevoli. Uve raccolte tardivamente, dopo appassimento sulla pianta. Maturazione del vino almeno per un anno in barriques francese di primo passaggio. Affinamento in boccia per un anno e mezzo. Tenore alcolico di quindici gradi. Prezzo finale intorno ai 40,00 euro.
Che dire ancora di questo meraviglioso e superpremiato vino che sotto il comando di Severino è diventato il vero ed unico alter ego delle due etichette menzionate prima ed un sicuro termine di paragone con cui tutta la tipologia si deve confrontare? Personalmente ritengo che questo capolavoro sia uno dei pilastri di tutta la vitienologia nazionale e che merita davvero tutta l’attenzione possibile. E’ da molto tempo che lo seguo nella sua perfetta evoluzione e fino adesso mi ha sempre soddisfatto.
Detto questo vediamo allora com’è questo millesimo. Veste cromatica scintillante di un bel colore rosso rubino intenso e solo parzialmente screziato di porpora. Alle narici arrivano subito preziosi aliti di frutta fresca a profusione nonostante l’appassimento delle uve, segno questo di un vino vivo ed ancora molto giovane. Folate deliziose di sottobosco fanno comunella con espansivi profumi di ciliegia ferrovia e di prugna e con compositi sussurri floreali e credenziali minerali e terrose. L’incidenza terziaria regala poi momenti di grande edonismo, avviando così un viaggio di puro piacere alla ricerca di sensazioni uniche: creptii speziati d’oriente; cadenze balsamiche; soavità cioccolatose, tabaccose, tostate e goudronesche. L’impatto del sorso sulla lingua non è altro che la promessa mantenuta da parte del vino fatta al naso, che non sempre corrisponde alla realtà. Opulenza gustativa calda sì, ma anche tagliente, fresca e morbida, che non tiene assolutamente conto degli elevati gradi alcolici e della surmaturazione delle uve. La bocca così è perfettamente in asse, anche perché la trama tannica, come al solito, è affascinante, aggraziata e dolce, per un prefetto equilibrio di tutte le componenti. Sorso potente, compatto e strutturato, ma anche voluttuoso, elegante, sublime e sontuoso. Regali estratti polposi alimentano la beva, anticipando così la chiusura che si esprime su toni esasperatamente lunghi e pervasivi. Per l’abbinamento ideale si può spaziare su pasta al sugo, carne, cacciagione, formaggi stagionati, ma anche da provare su cioccolato fondente, oppure centellinare il vino da solo. In ogni caso sarà sempre un grande successo! Alè!
Sede a Copertino (Le) – Località Tenuta Monaci
Tel. 0832 947512 – Fax 0832 1830364 – Cell 351 9447311
info@vinigarofano.it – www.vinigarofano.it
Enologo: Stefano Garofano
Ettari vitati di proprietà: 16, più 20 in affitto
Bottiglie prodotte: 220.000
Vitigni: negroamaro, malvasia nera e bianca, montepulciano e chardonnay.
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