di Enrico Malgi
In principio ce n’era soltanto una, invece da pochi anni a questa parte vanno in coppia come i carabinieri. Chi sono? Facile rispondere: si tratta delle due etichette di Galardi, il Terra di Lavoro ed il Terra di Rosso.
Mi trovo tra le mani le due bottiglie dell’ultima annata, cioè la 2019, che ho avuto l’occasione di assaggiare recentemente.
Cominciamo allora con il Terra di Rosso Piedirosso Campania Igp 2019. Soltanto Piedirosso allevato nel cratere spento di Roccamonfina a 400 metri di altezza. Affinamento in barriques nuove per otto mesi. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale 25,00-30,00 euro. Bottiglie prodotte numero 10.000.
Colore rosso rubino non troppo carico. Esemplare il bouquet, ricco di tentazioni olfattive con credenziali fruttate di ciliegia, ribes, more, fragola, lamponi e mirtilli, seguite subito dopo da giocosi effluvi di viola, geranio, lavanda e macchia mediterranea. Frammenti cenerini. Spunti speziati. In bocca fa il suo ingresso un sorso fresco, placido, morbido, elegante, genuino, accattivante e sapido. Trama tannica affusolata e levigata come da copione. Gusto balsamico, garbato, aggraziato, armonico, succoso e fine. Slancio finale leggermente amarognolo e/o fruttato. Da consumare su una zuppa di pesce e parmigiana di melanzane.
Terra di Lavoro Rosso Campania Igp 2019
Blend di Aglianico all’80% e saldo di Piedirosso. Dopo la malolattica in acciaio il vino sosta per un anno in barriques nuove. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 45,00-50,00 euro. Bottiglie prodotte: 20.000 bordolesi, 100 magnum e 50 doppio magnum.
Vino iconico, pluripremiato in Italia e/o all’estero e sempre à la page, perché questa etichetta emana un grande fascino che ammalia e conquista.
Alla vista si presenta uno splendido colore rosso rubino scintillante. Profumi che ricordano l’amarena, la prugna, il sottobosco, la violetta, la rosa e tutto il vasto campionario di erbe aromatiche. In appresso ecco qui profondi sospiri speziati di noce moscata, chiodi di garofano, pepe nero e zenzero, uniti insieme a calibrate nuances terziarie. Ed ancora sentori sulfurei e balsamici. La conferma che si tratta di un vino straordinario arriva appena il sorso penetra in bocca, così maestoso, austero, materico, strutturato, solido, sensuale ed emozionante. Ottima la spalla acida. Trama tannica imperiale. Palato perfettamente in equilibrio, armonico, integro, raffinato, irradiante, aristocratico, tonico, rotondo e dinamico. Siamo appena all’inizio di un lungo, lunghissimo percorso come ci insegna l’esperienza. Sublime, appagante e persistente l’ottima chiusura. Da abbinare ad un piatto di pasta al forno ed agnello cucinato pure al forno con patate.
Due ottime bottiglie, che sicuramente miglioreranno col passare del tempo, specialmente il Terra di Lavoro. L’ennesima conferma, quindi, della bontà di queste due etichette, vanto di Maria Luisa Murena, Francesco e Dora Catello, Arturo Celentano e Allegra Selvaggi, unitamente al grande e famoso enologo Riccardo Cotarella.
Sede a Sessa Aurunca (Ce) – Frazione San Carlo
Tel e Fax 0823 708900 – 0823 1440003
info@terradilavoro.it – www.terradilavoro.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati: 10 – Bottiglie prodotte globalmente nel 2019 numero 30.000.
Vitigni: Aglianico e Piedirosso.
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