di Gianmarco Nulli Gennari e Gianni Travaglini
Premessa
Quando ci si incontra con il Nebbiolo, in purezza e/o nelle sue svariate combinazioni con altri uvaggi autoctoni del Piemonte (croatina, vespolina e uva rara), è difficile che si rimanga delusi.
Questo evento, organizzato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte a Roma , raggruppava tutta una serie di piccoli produttori dell’alto Piemonte, rappresentativi delle varie Denominazioni di Origine a base Nebbiolo del Nord Piemonte: Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara,Gattinara, Ghemme, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane.
Come detto, il Nebbiolo la fa da padrone nei vari blend di questi vini che rispetto ai più blasonati conterranei delle langhe presentano un timbro gustativo più sottile e “verticale”, dove le parole d’ordine sono freschezza, bevibilità, eleganza.
Un po’ di Storia
La vicenda dei vini dell’Alto Piemonte è esemplare di ciò che è avvenuto negli ultimi 10-12 anni nel settore enoico italiano, per tre ragioni:
- Dopo un periodo di oblio – il territorio e i vini dell’alto piemonte lo scorso anno sono usciti nientemeno che su “Forbes”come una delle 12 aree di produzione più sottovalutate al mondo – quei nomi antichi e ormai sconosciuti (Boca, Lessona, Bramaterra, Fara, Sizzano….), sono tornati a far parlare di sé, anche grazie a un pacchetto di produttori che hanno cercato, con successo, di riscattare la zona dopo decenni di dominio degli imbottigliatori e dei loro vini, spesso di incerta provenienza e scarsa qualità.
- Il cambiamento dei gusti e degli orientamenti della critica: a poco a poco ha perso forza la predilezione universale per i vini di grande struttura, grande frutto, grande estrazione derivati dall’affinamento in barriques nuove. Al loro posto, nelle preferenze degli appassionati e degli esperti, c’è stata la riscossa dei vini “leggeri” caratterizzati da acidità, mineralità e poveri di estrazione.
- I cambiamenti climatici. Nel Novecento in un’area come questa si faceva fatica a portare le uve a perfetta maturazione. Oggi non è più così, almeno a partire dalla vendemmia 2003 che in molti indicano come il vero punto di svolta riguardo all’aumento delle temperature estive.
Gli Assaggi
La qualità media dei vini assaggiati è stata veramente molto elevata ed ha reso difficile farne una selezione descrittiva; quelli di seguito riportati sono solo alcuni dei vini che più sono rimasti impressi nella memoria e soprattutto nelle papille gustative.
Boca DOC “Vigna Cristiana” 2010 – Podere ai Valloni (85% Nebbiolo – Vespolina 20% – Uva Rara 10%). Invecchiato36 mesi ( il doppio di quanto richiesto dal disciplinare) in botte grande, poi circa un anno in bottiglia. Secondo il produttore il maggior periodo in legno è necessario per rendere i tannini più bilanciati, altrimenti la permanenza in bottiglia dovrebbe essere molto più lunga per raggiungere il grado di maturità voluto. Al naso mostra subito bellissimi profumi di spezie e fiori rossi (rosa appassita) anche se non molto ampi; in bocca si sente il timbro territoriale di questi vini, caratterizzati da una freschezza risultante da acidità mista a un tocco vegetale; emergono dei tannini fini e una leggerissima carbonica che fanno immaginare un vino con ancora molti anni di sviluppo davanti a sé.
Lessona DOC 2011 – Tenuta Sella (85% Nebbiolo – 15% Vespolina). Maturato 24 mesi in botte grande e un anno in bottiglia. Rispetto ai terreni del Boca ( rocciosi) la diversa composizione dei suoli ( sabbiosi) emerge subito in questo Lessona e dona al vino sentori ed aromi più “caldi”. Qui siamo nel regno delle spezie ( noce moscata, chiodi di garofano, pepe nero), un profumo avvolgente con anche note balsamiche e di frutti a bacca nera; in bocca l’attacco è morbido, tannini equilibrati e levigati, la vegetalità è ben integrata.
Lessona DOC “Omaggio a Quintino Sella” 2009 – Tenuta Sella (85% Nebbiolo – 15% Vespolina). Maturato 48 mesi in botte grande e due anni in bottiglia. Già al naso si sente una grande differenza rispetto al Lessona base: frutti rossi ( ciliegia matura, frutti di bosco) molto intensi e avvolgenti, insieme a fiori e spezie. In bocca subito grande finezza e scorrevolezza di questo vino che dimostra come acidità, tannino ed estratti siano in perfetta armonia. Retrogusto amaricante e sapido che lascia la bocca molto pulita; un sorso di grande eleganza.
Bramaterra Cascina Cottignano 2014 – Colombera & Garella
(70% Nebbiolo – 30% Croatina e Vespolina)
Matura in botte per 24 mesi; naso a prevalenza di fiori rossi e spezie (chiodi di garofano, pepe nero). In bocca toni ancora speziati, un tocco vegetale e minerale, acidità molto presente ma non eccessiva, tannini abbastanza levigati, sorso piacevole, interessane.
Lessona Pizzaguerra 2014 – Colombera & Garella
(95% Nebbiolo, 5% Vespolina). Affinamento di 3 anni di cui 24 mesi in Legno (botte grande e tonneaux). Naso di grande eleganza, complesso e intenso: piccoli frutti rossi (lamponi, fragoline) e ciliegie abbastanza mature, sentori floreali di viola e rosa in sottofondo . All’assaggio emerge un vino ancora giovane, dalla forte carica acida, tannini vibranti ma anche raffinati, fanno presagire un ampio potenziale di affinamento e invecchiamento per questo vino.
Ghemme Leblanque 2011– Valle Roncati (100% Nebbiolo)
Affinamento di 39 mesi in Legno (botte grande e barrique). Naso ricco di sentori di frutti rossi maturi ( marasca) poi spezie dolci (noce moscata, cannella) il tutto ben armonizzato. Attacco in bocca molto morbido e piacevole , questi toni di grande piacevolezza uniti alla dolcezza di aromi rivelano forse un eccedenza di barrique, ma il vino è ben costruito, rimane equilibrato sul palato, evidenziando grande scorrevolezza e bevibilità. Vino pronto da bere subito.
Bramaterra Riserva 2011 – La Palazzina (80% Nebbiolo, 20% Croatina, Vespolina e Uva Rara) 48 mesi in legno. Spettacolare profumo di frutti rossi maturi ( arancia sanguinella, marasca) molto intenso e fine seguito da sentori balsamici; in bocca emerge un aroma di piccoli frutti rossi, con un tannino morbido e una acidità sostenuta. L’invecchiamento più lungo e l’annata più calda hanno contribuito a smussare tutti gli spigoli di questo vino e lo rendono pronto alla beva ma al contempo con un evidente potenziale di invecchiamento.
CANTINA COMERO
Questa giovane e piccola azienda che ha iniziato la produzione nel 2011 nella zona di Sizzano, ha sorpreso per la raffinatezza dei suoi vini che nonostante siano alle prime uscite, mostrano già complessità ed eleganza notevoli. Il produttore dichiara di effettuare una pressatura soffice delle uve per non estrarre aromi troppo duri.
Nebbiolo Colline Novaresi 2015 – Cantina Comero (100% Nebbiolo). Affinamento in acciaio. Profumi intensi e avvolgenti di fiori rossi e spezie. Al gusto induce subito piacevolezza e morbidezza unite a freschezza: aromi di piccoli frutti rossi dolci ( lamponi, fragoline, ciliegie), tannini fusi, struttura agile ed elegante. Tenuto conto che non vede legno, questo vino è veramente sorprendente.
Sizzano 2013 – Cantina Comero (70% Nebbiolo, 30% Vespolina). Affinamento 12 mesi in acciaio, 24 mesi in botte grande. Bei frutti rossi al naso, anche balsamico da erbe aromatiche (timo). Incredibile raffinatezza in bocca: aromi di anguria e frutti rossi, grande equilibrio delle componenti acide e tanniche, freschezza e fragranza di beva.
Boca 2013 – Barbaglia (70% Nebbiolo, 30% Vespolina). Tra i protagonisti della rinascita della denominazione, a rischio estinzione negli anni Novanta, assieme a Cristoph Kunzli de Le Piane e le sorelle Conti. Begli aromi al naso, lamponi e mirtilli, cedro, arancia sanguinella, una nuance di cuoio, ancora un po’ di legno da riassorbire; sorso lineare e piacevole, equilibrato, frutto maturo, sale. Sembra ancora imbozzolato, con molti margini di crescita.
Gattinara Molsino 2013- Cantine Nervi (100% Nebbiolo spanna). Olfatto elegante, viole, liquirizia, spezie e caffè zuccherato; bocca vellutata e intensa ma agile e dinamica, grande freschezza ad agevolare la beva, persistenza notevole su toni minerali: uno dei migliori assaggi della giornata dal gran cru di un’azienda “storica”, fondata agli inizi del XX secolo.
Gattinara San Francesco – Antoniolo 2012 (100% Nebbiolo). Lo abbiamo preferito al fratello maggiore Osso San Grato, se non altro per una maggiore prontezza. Profumi di pepe, frutta scura, china, cacao ed erbette aromatiche; al palato è davvero completo, morbido ma al tempo stesso nervoso, di bella fittezza tannica ma senza impuntature, con tanta sapidità e classe nella lunga chiusura.
Fara Barton 2014 – Boniperti (70% Nebbiolo, 30% Vespolina). Piccolissima e semisconosciuta Doc, alla pari della vicina Sizzano dà vini che nulla hanno da invidiare ai più “celebri” Ghemme e Gattinara, tranne forse nella struttura (ma non sempre è uno svantaggio). Al naso frutta fresca, bergamotto, erba falciata, pepe; in bocca è molto aggraziato, non complesso, anzi un filo esile ma facile da bere, davvero gustoso. Interpretazione intelligente di un’annata non facile.
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