di Enrico Malgi
Il Cilento vitivinicolo è stato per moltissimi anni un territorio dormiente. All’improvviso poi si è destato un interesse spasmodico intorno alla viticoltura locale, quando una ventina di anni fa sono sorte le prime aziende commerciali, produttrici di ottimi ed apprezzati vini. E così negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva escalation, attirando nel contempo l’attenzione verso questo territorio da parte di famosi marchi regionali e nazionali. Tra gli altri Piero Mastroberardino nel giugno scorso ha sottoscritto un protocollo d’intesa col sindaco di Pollica (patria conclamata della Dieta Merditerranea) Stefano Pisani, per sostenere un ambizioso progetto di ricerca, di formazione e di valorizzazione della viticoltura cilentana, che passa attraverso varietà autoctone piantate in ambito comunale.
E’ di pochi giorni fa, poi, la notizia che l’altra portaerei campana, l’azienda Feudi di San Gregorio, attraverso il suo Direttore Generale Francesco Domini ha deciso di aderire ad un capillare progetto che investe i produttori Vincenzo D’Orta e Bruno De Conciliis. L’obiettivo comune è “…quello di portare nuova attenzione verso un territorio ad altissima vocazione enoica come il Cilento”. Si vuole così proseguire il percorso iniziato dalla D’Orta – De Conciliis, che a breve modificherà la sua denominazione in “Tempa di Zoè” e che comprenderà gli stessi produttori, Feudi di San Gregorio (distributore unico da poco più di un anno) e Francesco Domini.
Le vigne sono collocate nel comune di Torchiara e si estendono su due ettari vitati ad aglianico per la produzione dell’etichetta “Zero”, le cui uve ora sono vinificate presso Feudi. Nel 2015 e 2016 poi si sono aggiunti nuovi impianti di aglianico e di fiano per un totale di circa cinque ettari. Nel 2015 è stato prodotto il primo vino interamente realizzato nella Cantina di Sorbo Serpico, l’Aglianico cilentano Diciotto Supercampano Semplice che intende celebrare la maggiore età raggiunta da Zero. Nel 2016 è stato confezionato anche un vino bianco da uve fiano, “Stella Marina, che a breve vedrà la luce. Ma il discorso non si esaurisce qui, perché la Feudi di San Gregorio intende piantare nuove vigne in altre zone del Cilento, “…per portare quest’area a raggiungere l’interesse che merita”.
Per adesso ecco le due etichette già sul mercato.
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Diciotto Campania Aglianico Igt 2015 Supercampano Semplice
Aglianico in purezza. Fermentazione e macerazione in acciaio. Maturazione per circa un anno in barriques di rovere francese. Affinamento in vetro per tre mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo della bottiglia di 15,00 euro.
Giovane il colore violaceo che si scruta nel bicchiere. Timbro olfattivo di aromi fruttati di visciole, di ribes, di more e di mirtilli. Eterogenee alleanze di variegate sensazioni odorose: vibrazioni sapide; grip speziato; sussurri balsamici, mentolati e tostati; e tocchi vegetali alla mediterranea. Scalpitante come un puledro il sorso che si insinua proditoriamente nel cavo orale. Caldo e non caldo, ma sicuramente graffiante, frutto di un’avviluppante e giovanile trama tannica. Timbro terroso e carnoso. Ottimo vino fin da adesso, ma come tutti i vini a base di aglianico è preferibile aspettare ancora qualche anno per il suo completo assestamento. Da abbinare a carni saporite della tradizione cilentana ed a formaggi semistagionati.
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Zero Supercampano Aglianico Paestum Igt 2012
Il venti per cento dell’uva è raccolta preventivamente, depositata in cassette e fatta poi appassire all’ombra di una vecchia casa fresca e ventilata. Fermentazione in acciaio. Maturazione per tre anni in botte grande e poi affinamento in boccia per un altro anno. Tenore alcolico di quattordici e mezzo. Prezzo finale della bottiglia intorno ai 50,00 euro.
Veste cromatica già molto scura, punteggiata da qualche lampo purpureo sui bordi. Pregnanza olfattiva intensa, coinvolgente ed ammaliante. Eterei aromi fruttati di rosso e di nero accalappiano le narici, tenendole in ostaggio e costringendole a respirare profumi inebrianti. Alla rinfusa si sprigionano poi parvenze di fiori selvatici, di carrube, di goudron, di fumé, di tostato, di spezie, di menta, di tartufo e di minerali. L’attacco in bocca è subito segnato da una botta di calore, contrastata da una lama di fresca acidità. Sorso maestoso e monumentale; portamento austero; carattere temperamentale; matrice artigianale; appeal intrigante; accelerazione palatale rotonda, armonica, equilibrata, morbida, scattante, sostanziosa e sontuosa. Legno calibrato e modulato. Impalcatura tannica ruggente e incisiva. Sviluppo sanguigno e irradiante. Incedere finale persistente, complesso ed edonistico. Grande vino, quasi “amaroneggiante”, che si lascia bere con gusto. Tra qualche anno sarà ancora meglio. Da preferire su piatti solidi della tradizione campana. Io l’ho testato sulla classica e canonica lasagna con polpette al sugo e non ha sfigurato affatto. Prosit!
Azienda D’Orta – De Conciliis
Torchiara (Sa) – Località Carpineto
dortadeconciliis@gmail.com
Enologo: Bruno De Conciliis
Feudi di San Gregorio
Sorbo Serpico (Av) – Località Cerza Grossa
Tel 0825 986680 – info@feudi.it – www.feudi.it
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