di Enrico Malgi
Floride vigne, vitigni a piedefranco prettamente locali piantati nella nuda terra nera e ricca di lapilli, laddove la lava del Vesuvio, frutto di molteplici eruzioni più o meno remote, si è improvvisamente fermata per lasciare spazio alla vegetazione. E poi ancora la cantina che poggia sicura sulla roccia vulcanica, i meravigliosi vini biologici, l’olio, la casa, la famiglia, ecc. Tutto questo fa parte intimamente di un piccolo e grande mondo che gira intorno a Massimo Setaro, un vignaiolo, un enologo ed un produttore, nonché un maestro dell’ospitalità, un vero anfitrione di Trecase, un piccolo comune collocato all’interno del Parco Nazionale del più famoso vulcano del mondo.
Durante la mia recente visita ho assaggiato tutto l’armamentario vinicolo aziendale: nove etichette, di cui una inedita prossimamente in commercio.
Si comincia con il Pietrafumante Caprettone Spumante Bianco Metodo Classico 2019. Soltanto Caprettone, una varietà autoctona che Massimo ha contribuito a riesumare e rilanciare con eccellenti risultati, sdoganandola finalmente dall’annosa vertenza con la Coda di Volpe. Fermentazione per ventiquattro giorni. Affinamento in bottiglia sui lieviti per trenta mesi. Sboccatura dopo tre anni. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale orientativo in enoteca di 23,00 euro.
Il cromatismo è segnato da un vivace e brillante colore giallo paglierino. Spuma vaporosa e consistente. Perlage gioioso ed accattivante, le cui bollicine risultano abbastanza fini e persistenti. Sospiri gradevolmente fruttati di agrumi, pesca, albicocca e sottobosco. Respiri floreali e vegetali. In bocca fa il suo ingresso un sorso brioso, fresco, snello, scorrevole, sapido e sulfureo. Coté elegante, leggiadro, aggraziato, equilibrato, armonico e suadente, che anticipa un finale dissetante e godurioso. Da consumare su un risotto ai frutti di mare e latticini.
Campanelle Falanghina Campania Igt 2020. Falanghina in purezza lavorata per sei mesi in acciaio e poi affinata in vetro per altri due mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 11,00 euro.
Nel bicchiere si manifesta un limpido colore giallo paglierino striato di verde clorofilla. Spettro aromatico ottimamente alimentato da espansivi e variegati profumi di mela, pera, banana, ananas, fiori bianchi e macchia mediterranea. Sorso delizioso, genuino, acido, sapido, minerale, citrino, lineare e setoso. Percezioni palatali carezzevoli, morbide, affusolate e soavi. Sensazione tattile dinamica, segno che il vino è in piena fase di spinta per cui migliorerà sicuramente col tempo. Chiusura gradevole. Su un piatto di vermicelli a vongole e verdure scottate.
Aryete Bianco Vesuvio Caprettone Doc 2019. Caprettone al 100% affinato in anfora e tonneaux per sei mesi. Elevazione in boccia per altri due mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 16,50 euro.
Nel bicchiere traspare un limpido colore giallo paglierino. Dall’ampio crogiolo, il naso attinge copiose e variegate nuances di clementina, pesca bianca, mela annurca, pera, ginestra, gelsomino ed erbe aromatiche. Sottofondo idrocarburico. Impatto del sorso sulla lingua pulito, succoso, balsamico, suadente, morbido e fruttato. Palato ben disponibile a testare una tattilità scattante, reattiva e mineralizzante. Fraseggio finale leggermente amaricante, ma gradevole. Da preferire su carne bianca e cacioricotta.
Munazei Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Doc 2020. Anche qui soltanto Caprettone, caratteristico emblema territoriale, lavorato per sei mesi in acciaio e poi affinato per due mesi in bottiglia. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 13,00 euro.
Alla vista si presenta un colore giallo paglierino lucido ed attraversato da giovani lampi verdognoli. Fierezza aromatica intensamente affastellata da propositivi effluvi di mandarino, mandorla fresca, albicocca, susina gialla, cantalupo, gelso, ginestra e vegetali locali. Tracce sulfuree. In bocca fa il suo esordio un sorso pronto, schietto, delicato, agrumato, seducente e raffinato e detentore di una polpa succosa e setosa. Ben calibrato il registro gustativo, che disegna uno slancio finale piacevole e puntellato poi da un perfetto equilibrio. Da spendere su un risotto ai funghi porcini e uova in tegame.
Munazei Lacryma Christi del Vesuvio Rosato Doc 2020. Piedirosso in purezza. Maturazione in acciaio per sei mesi ed elevazione in vetro per altri due mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di tredici euro.
Nel bicchiere s’intravede un fulgido colore rosato ramato. Al naso serpeggiano plastici e goliardici profumi di marasca, fragoline del sottobosco, lamponi, ribes, rosa canina, mirto e zenzero, In bocca penetra un sorso deliziosamente ricamato da percezioni tattili fresche, carezzevoli, felpate, gentili, sapide ed ariose. Souplesse intrigante. Frutto integro e polposo. Gusto pieno, equilibrato e rotondo. Scatto finale appagante. Da consumare su una zuppa di pesce e tagliere di salumi.
Munazei Lacryma Christi del Vesuvio Rosso Doc 2020. Soltanto Piedirosso lavorato in acciaio per sei mesi e poi affinato in boccia per altri tre mesi. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 13,00 euro.
Come da copione il colore è sottolineato da un rubino non troppo carico ed attraversato da riflessi violacei. Sensitivo l’impatto olfattivo, che esibisce in prima istanza un voluttuoso sentore fruttato di medie e piccole drupe, seguito da gradevoli impronte floreali di geranio e di garofano e da afflati vegetali. Sorso gentile, agile, teso, aggraziato ed elegante. Tannini latenti. Pregnanza gustativa morbida, accomodante ed edonistica. Retroaroma accattivante e godibile. Da associare ad un bel piatto di pasta al sugo e formaggi semistagionati.
Fuocoallegro Vesuvio Piedirosso Doc 2019. Piedirosso in purezza affinato in anfore e botti grandi di rovere per un anno. Elevazione in vetro per due mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 16,00 euro.
Evoluzione di un Piedirosso maturato in legno ben allineato, che fa segnare un cromatismo rubino intenso, scalfito da riverberi purpurei. Al naso salgono giocose credenziali di ciliegia, cassis, mirtilli, more, geranio e violetta. Voluttuosi poi i profumi vegetali e speziati, che vanno a delineare e completare un quadro olfattivo molto significativo. Sorso educato, collaborativo, fresco, sapido, fine, elegante e glicerico. Trama tannica bellamente affusolata. Silhouette aggraziata, che anticipa un finale sicuramente appagante. Da spendere su una bella genovese e spiedini di carne arrosto.
Don Vincenzo Lacryma Christi del Vesuvio Riserva Doc 2017. Blend di Piedirosso al 70% e saldo di Aglianico. Affinamento in botti grandi di rovere francese per due anni e poi il vino viene elevato in vetro per sei mesi. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale in enoteca di 25,00 euro. Vino dedicato giustamente al papà di Massimo.
Bicchiere tinto da un bel colore rosso fuoco. Dall’ampio crogiolo si sprigiona un caleidoscopio di eterei e variegati profumi. L’incipit è appannaggio di paradisiaci afflati di tanta buona frutta fresca e croccante: amarena, prugna e tutta la gamma del sottobosco. Composita la florealità di geranio e di viola. Umori speziati di noce moscata, chiodi di garofano e pepe nero, seguiti subito dopo da rigurgiti terziari. In bocca arriva un sorso materico, complesso, strutturato, profondo, centrato, vibrante di energia, tonico, ferroso e sulfureo. Maglia tannica talentuosa. Idilliaco il gusto armonico, equilibrato e saporito. Allungo finale persistente ed epicureo. Un grande vino davvero da abbinare a piatti sostanziosi di carne e/o a formaggi stagionati.
Contrada Bosco del Monaco Vesuvio Bianco Dop 20189 54 – 37 Dop 2019. Blend di Caprettone al 50%, Greco al 30% e saldo di Fiano. Uve raccolte in periodi diversi in base alla maturazione. Affinamento in acciaio per un anno e poi un altro anno in bottiglia. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 33,00 euro. Vino assaggiato in anteprima e non ancora in commercio. Per adesso sono state prodotte soltanto duemila bottiglie. Sull’etichetta della bottiglia sono riportati due numeri della smorfia napoletana: 54 il cappello e 37 il monaco, cioè la contrada dove sono allevati i vitigni.
Nel bicchiere si staglia un colore giallo paglierino abbastanza intenso. Dall’ampio e pluralistico bouquet si sprigionano connotazioni olfattive di ottima rilevanza, che hanno nella frutta fresca la loro freccia appuntita. E così si fondono perfettamente insieme conturbanti costumanze di pesca gialla, albicocca, mela cotogna, clementina, bergamotto, nespola e cantalupo, che a loro volta intercettano coriandoli di iris, ginestra, tiglio, salvia e mirto e/o delicate gentilizie speziate. In bocca entra un sorso penetrante, raffinato, muschiato, balsamico, sontuoso, elegante e vibrante di sferzante acidità. Gusto sapido, succoso, intrigante e leggiadro. Retroaroma sospiroso ed appagante. Da preferire sui piatti della classica cucina marinara partenopea.
Come al solito ho degustato un’ottima batteria di vini prettamente territoriali, che sono il vanto dell’azienda di Massino Setaro e di tutto l’areale vesuviano. Sul Caprettone, poi, non può mancare una chiosa finale, rilevando che questo vitigno è stato erroneamente confuso per tanti anni con la Coda di Volpe che, a detta di Massimo, sul Vesuvio è quasi inesistente. Ed è tutto dire.
Casa Setaro
Via Bosco del Monaco, 34 – Trecase (Na)
Tel e Fax. 081 8628956 – Cell. 335 6333111
Enologo: Massimo Setaro
Ettari vitati: 12 – Bottiglie prodotte: 70.000
Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Caprettone, Falanghina, Greco e Fiano.
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