di Sabrina Signoretti e Salvatore Del Vasto
Non può certo negarsi che Capichera rappresenti da sempre un vero è proprio riferimento per la produzione enoica di qualità della Sardegna e non solo, grazie alla riscontrata e confermata pregevolezza di anno in anno delle sue etichette e all’incredibile capacità di leggere il territorio come solo in pochi riescono a fare.
E’ proprio a Capichera che va riconosciuto il grande merito di essere stati i primi ad affinare in barrique il Vermentino, l’uva regina dell’areale, esaltando le spiccate caratteristiche e potenzialità di questo vitigno e di aver compreso l’importanza di «un modello viticolo e di un modello enologico» per una produzione qualitativamente orientata.
Certo di tempo ne è passato da quell’ormai lontano 1980, anno in cui fu prodotto il primo Vermentino imbottigliato dalla famiglia Ragnedda in una «fiaschetta» con il fondo impagliato. Gli originari dieci ettari di vigneto sono diventati cinquanta e si sono notevolmente ampliati i mercati di riferimento aziendali conquistando sempre più riconoscimenti anche in ambito internazionale. Ma il terroir d’espressione quello sì che è rimasto intatto. Parliamo proprio di quel territorio gallurese, originato da disfacimento granitico e sabbioso e caratterizzato da minuscoli granelli silicei, situato nella regione settentrionale della Gallura e «contornato» da folta macchia mediterranea, capace di regalare quelle spiccate note di sapidità e mineralità ai vini che ne sono espressione.
E così in un tiepido pomeriggio di giugno, all’osteria Poerio nel quartiere Monteverde di Roma, ci siamo ritrovati in un’emozionante video degustazione organizzata da Maurizio Valeriani, direttore del magazine enogastronomico Vinodabere, con la piacevole compagnia del patron aziendale Fabrizio Ragnedda e dell’enologo Marco Lostia, in collegamento a distanza e di una folta rappresentanza di autori di Vinodabere, di Marco Sciarrini (Cronache di Gusto), di Dario Cappelloni (Doctorwine), di Lele Usai (titolare e chef del Ristorante Stellato Il Tino a Fiumicino) e di Gianni Sinesi (Sommellier del Ristorante Reale di Niko Romito, tre stelle Michelin in Abruzzo) e Carlotta Salvini (che oltre ad essere autrice per Vinodabere è miglior sommelier Fisar nel 2019).
Cinque le etichette protagoniste della serata, degustate nello stretto ordine suggerito dallo stesso Fabrizio, che con sfumature e considerazioni diverse hanno intrigato e messo d’accordo tutti i partecipanti.
Questo è il video della degustazione
Queste invece sono le nostre impressioni.
Assajè Isola dei Nuraghi IGT 2016
Prodotto come prima annata nel 1997 come blend di uve autoctone (carignano in primis) e Syrah, nel corso del tempo ha visto sempre più crescere la percentuale di Syrah pur preservando struttura e identità.
Al naso regala sentori fruttati (ciliegia, mirto) che gradualmente cedono poi il passo a note speziate (pepe nero) e sfumature balsamiche. Al gusto è prorompente, di gran corpo, con uno spessore tannico importante, ma ben gestito, caratterizzato da un’invitante progressione gustativa che richiama sentori di macchia mediterranea e ritorni speziati. Davvero lungo il finale su note sapide.
Vigna ‘ngena Vermentino di Gallura Docg 2019
Nel dialetto gallurese Vigna’ngena significa vigna d’altri, a suggellare la provenienza delle uve da vigneti in conduzione con le quali questo vino è stato prodotto nei primissimi anni fino alla maturità produttiva dei nuovi impianti di proprietà. Vinificato esclusivamente in vasche di acciaio, si concede al naso con delicati profumi floreali e poi erbe aromatiche e note iodate. In bocca è succoso, di grande dinamismo, con freschezza in evidenza immediatamente seguita da incisiva sapidità. Appagante e lungo il finale.
Capichera Isola dei Nuraghi IGT 2018
E’ il vino “icona” dell’azienda prodotto per la prima volta nel 1980 con uve Vermentino in purezza. Maturato principalmente in acciaio. Ricco e complesso al naso con sentori di ginestra, pesca bianca, anice ed erbe aromatiche (rosmarino e timo). In bocca è pieno, equilibrato, energico, con freschezza e sapidità che si rincorrono senza determinare un vero vincitore. Il finale è piacevolmente iodato e sembra non volerti lasciare.
VT Vendemmia tardiva Isola dei Nuraghi IGT 2017
Figlio di un’intuizione e di una visione lungimirante, quella di affinare il vermentino in barriques, il VT viene messo in commercio non prima di due anni dalla vendemmia. Grande eleganza olfattiva con avvolgenti profumi agrumati, fiori d’arancio, erbe mediterranee, mandorla, mela cotogna e accenni speziati. Al palato è caldo, morbido, appagante e invitante, con richiami citrini e note mielose. Il finale gioca il ruolo di vero protagonista regalando una lunga scia minerale e agrumata interminabile.
Santigaìni Isola dei Nuraghi IGT 2015
È il vero e proprio cru di Capichera. Ottenuto dal 2003 da uve vermentino provenienti dall’appezzamento «Coddhu ecchju». E’ prodotto solo in pochissime bottiglie e messo in commercio 4 anni dopo la vendemmia. Vino dalla personalità dirompente. Percezioni agrumate, timo, pietra focaia in trait d’union a note salmastre, fanno da preludio ad un sorso di puro piacere, elegante, con le componenti fresche e sapide in pieno equilibrio che regalano una piacevolezza di beva invidiabile malgrado l’impegnativo tenore alcolico.
Scegliere un preferito tra i cinque? Impresa ardua e quanto mai difficoltosa.
Di certo più facile descrivere la sensazione trasmessa dalle etichette protagoniste ricorrendo ad un’immagine, un’istantanea in grado di evidenziare i tratti comuni dei cinque vini. Ed allora ecco un’onda imponente che spinta dal maestrale si infrange sugli scogli sprigionando in quell’istante tutto il profumo ed il sapore del mare.
Vini Capichera
Strada per S.Antonio di Gallura Km 4, Arzachena (OT) | Sardegna | Italy
Email: info@capichera.it
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