di Enrico Malgi
Gennaro Canonico e Gerardo Santoli, giovani imprenditori di Santa Paolina in Irpinia, sono molto determinati ad affermarsi nel mondo della produzione vitivinicola regionale e nazionale col fattivo apporto dell’esperto enologo Arturo Erbaggio e dai risultati conseguiti fino adesso sembra che stiano percorrendo la strada giusta. L’azienda, nata nel 2013, è intestata ai due titolari e produce cinque etichette territoriali: due bianchi, due rossi ed uno spumante metodo Martinotti.
Esclusa quest’ultima bottiglia, in questi giorni ho avuto l’occasione di assaggiare tutte le altre quattro.
Mefite Greco di Tufo Docg 2021. Greco in purezza allevato nel vocato areale di Santa Paolina a cinquecento metri di altezza. Uve vendemmiate all’inizio di ottobre. Maturazione per quattro mesi in acciaio sulle fecce fini e poi affinamento in vetro per altri due mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale Ho.Re.Ca. di 9,20 euro.
Nel bicchiere risalta un colore giallo paglierino giovane e pimpante. Al naso salgono “canonici” (è proprio il caso di dirlo) e complessi afflati di pesca gialla, albicocca, mela, pera, mandorla tostata e ginestra, insieme a composite suadenze di macchia mediterranea e briciole speziate. Sorso arrembante, vibrante, corroborante, ficcante, strutturato, schietto, arrotondato, sapido, minerale, sontuoso e glicerico. Evoluzione palatale portatrice di una complessa acidità, eleganza, seduzione, raffinatezza e dinamicità. Ne avrà ancora per molti anni. Spinta finale decisamente appagante. Da provare su un risotto ai frutti di mare e mozzarella.
Iside Fiano di Avellino Docg 2021. Fiano al 100% coltivato a Lapio a quattrocento metri di altezza. Raccolta delle uve anche qui ad inizio di ottobre. Maturazione e affinamento in acciaio e boccia per complessivi sei mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale Ho.Re.Ca. di 9,20 euro.
Esemplare l’imberbe tonalità di giallo paglierino non troppo carico. Sintomatico il registro olfattivo, il quale certifica con cognizione di causa le pregevoli e multiformi credenziali di nocciola, pesca bianca, mela annurca, pera, melone bianco, agrumi, gelsomino, biancospino, erbe aromatiche e goduriose stille speziate di zenzero, zafferano e cannella. In bocca penetra un sorso scorrevole, tagliente, comunicativo, delizioso, balsamico, sensuale, intrigante, affascinante, morbidamente assuefatto e denso di una fruttata polposità. Percezione tattile irresistibilmente ritmata, profonda, solida, rampante, fibrosa e misurata da un giusto equilibrio tra tutte le componenti gustative. Serbevolezza a lunga scadenza. Chiusura su toni molto persistenti e stimolanti. Da preferire su uno spaghetto a vongole e carne bianca.
Hirpus Irpinia Aglianico Doc 2018. Soltanto Aglianico allevato a Montemarano a circa cinquecento metri di altezza. Vendemmia effettuata a fine ottobre. Un anno di affinamento tra acciaio e barriques di secondo passaggio. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale Ho.Re.Ca. di 9,50 euro.
Veste cromatica segnata da una fulgida livrea rosso rubino appena sfaccettata di lampi purpurei. Bouquet imperioso, che subito mette in evidenza ragguardevoli profumi di frutta fresca della pianta e del sottobosco in parti uguali. Leggiadre poi le connotazioni floreali, che si intrecciano ad espressive nuances di erbe officinali. Fitta la percezione olfattiva di spezie orientali come il pepe nero, i chiodi di garofano e la noce moscata. Infine anche refoli terziari danno il loro efficace contributo. Sulla lingua impatta un sorso voluminoso, centrato, rigoroso, compatto, materico, estroso e sostenibile. Carica acida bene interpretata, così come la sensitiva trama tannica che non arreca danni. In prosieguo si percepisce una sensazione palatale bella armonica, tonica, caratteriale ed anche morbida. Serbevolezza ad oltranza. Fraseggio finale edonistico. Da abbinare alla classica e magnifica cucina di terra irpina.
Horus Taurasi Riserva Docg 2017. Aglianico coltivato sempre nel vocato e privilegiato areale di Montemarano. Raccolta delle uve ad inizio di novembre. Maturazione in legno piccolo e grande per un anno e mezzo e poi elevazione in bottiglia. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale Ho.Re.Ca. di 22,50 euro.
Bicchiere tinto da uno sfavillante colore rosso rubino intenso tendente al granato. Etereo e persistente l’ottimo crogiolo, in cui si tuffa subito un naso indagatore che così aspira godibili e variegate fragranze di ciliegia, prugna, noci, mandorle, ribes, mirtilli, more, scorza d’arancia, viola mammola, iris, timo, aneto, spezie orientali e svolazzi terziari di liquirizia, tabacco, cioccolato fondente e catrame. Sottofondo cenerino. In bocca fa la sua maestosa comparsa un sorso ampio, pieno, asciutto, armonico, austero, avvolgente, perforante, trascinante, strutturato, complesso, irradiante, infiltrante, teso, balsamico ed ottimamente modulato. Tannini favolosi. Legno ben dosato. Cesellatura perfetta per un portamento così aggraziato, fine, aristocratico, sensuale e perfino elegante. Longevità senza limiti. Retroaroma persistente ed impagabile. Perfetto su un cosciotto di agnello al forno con patate e pecorino laticauda.
Bene, non mi resta altro che attestare ancora una volta la bontà di questi ottimi vini territoriali, degni figli di un areale molto vocato e privilegiato come quello irpino.
Sede a Santa Paolina (Av) – Via Taverna della Figura
Tel. 0825 784671
info@canonicoesantoli.it – www.canonicoesantoli.it
Enologo: Arturo Erbaggio
Ettari vitati: 5 – Bottiglie prodotte: 40.000
Vitigni: Aglianico, Fiano e Greco.
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