Vini Azienda Agricola Palari

Pubblicato in: I vini da non perdere
Vini Palari

di Enrico Malgi

Nell’immaginario collettivo il territorio vitivinicolo della Sicilia è visto come un areale che possiede una grande risorsa ampelografica, ma connotata soltanto di pochi vitigni autoctoni che godono di ampia visibilità in Italia e/o all’estero. In modo particolare Nero d’Avola, Frappato, Inzolia, Grillo, Grecanico, Catarratto, Malvasia di Lipari, Zibibbo e magari ci mettiamo pure i due Nerelli, il Mascalese ed il Cappuccio insieme con il Carricante del versante orientale-ionico-etneo. Ma se si fa riferimento al Corinto Nero, Nocera, Perricone, Acitana, Galatena, Jacché, Core ‘e Palumba, Francisa, Montonico, Damaschino, Minnella Bianca, ecc. poche persone sanno di cosa si tratta. Eppure c’è una famosa azienda che opera a 600 metri sulle colline dello Stretto di Messina che ha riportato alla luce alcune di queste rare specie per confezionare vini unici, famosi ed imperdibili.

Si tratta dell’azienda agricola Palari di Salvatore Geraci, che opera nell’omonima contrada di Santo Stefano Briga di Messina, laddove si estendono storiche e terrazzate vigne ad alberello, che guardano dall’alto il mar Tirreno che si incontra con lo Ionio. L’architetto Geraci, uomo poliedrico e carismatico, è riuscito con impegno e caparbietà a recuperare una famosa e nobile Doc siciliana, che era in fase di estinzione, e portarla poi ai fasti primitivi. La doc è quella di Faro, un vino rosso che viene da molto lontano, tanto da poter vantare una tradizione antica risalente addirittura al XIV secolo a.C, in epoca micenea. Galeotto fu l’incontro che Geraci ebbe con Luigi Veronelli, che gli consigliò di riprendere la Doc e salvarla. E così fu fatto, tanto che dal 1990, con la collaborazione del famoso enologo Donati Lanati, partì l’avventura che dura ancora adesso.

Tre le etichette prodotte, che in questi giorni ho avuto la possibilità di degustare.

E naturalmente partiamo proprio dal citato e famoso Palari Faro Doc 2012. Composito blend di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera e piccole quantità di Acitana, Galatena, Jacché e Core ‘e Palumba. Fermentazione in acciaio e maturazione in barriques nuove di Troncais e Allier per circa due anni. Elevazione in vetro per altri ventiquattro mesi. Niente filtraggio e chiarifica. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo medio in enoteca intorno ai 40,00 euro.

Colore rosso rubino lucente. Naso esplosivo di bacche rosse, cadenze floreali di gelsomino e di viola e sussurri di liquirizia, humus, grafite, china, terriccio, cardamomo, cioccolato fondente, rabarbaro, carruba e mentolo. Terziarietà speziata di noce moscata, chiodi di garofano e vaniglia. Sentori di goudron, di tostato e di fumé. Eccellente il potente sorso che si approccia alle labbra e che subito denota versatilità, personalità, armonia, eleganza e persistenza. Nobili e masticabili i dolci tannini. Guizzo di sana acidità in bocca, per un palato asciutto, morbido vellutato, sapido, rigoroso ed avvolgente. Un vino davvero superbo quasi mitologico direi stando alle origini, che sa fondere perfettamente densità e sottigliezza, precisione tecnica e fascino emozionale. Longevità ancora tutta da scoprire. Da urlo l’interminabile finale. Su carni rosse e formaggio Ragusano.

Rosso del Soprano Sicilia Igt 2014. Identico al Faro il blend di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera e piccole quantità di Acitana, Galatena, Jacché e Core ‘e Palumba. Acciaio e poi passaggio in barriques di rovere francese per un anno e mezzo. Uguale il periodo trascorso in bottiglia. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale intorno ai 20,00 euro.

Colore rosso rubino chiaro, con schizzi purpurei. Bouquet accattivante e seducente nei suoi profumi evolutivi e che regala intensi e calibrati respiri di ciliegia, prugna, ribes, fragola, viola, petali di rosa e felce. Sbuffi di eucalipto, balsamo e terra umida. Proposizioni di pepe nero, noce moscata, cannella, incenso, cuoio, catrame e tabacco. Bocca trascinante, ampia e voluminosa, che accoglie un sorso ruggente, ferroso, sapido, iodato, morbido, fine e teso. Tannini talentuosi. Gusto pieno, rotondo, solido, elegante, intrigante, equilibrato e rassicurante. Interpretazione di un vino territoriale perfettamente riuscita. Retroaroma tonico, dinamico e persistente. Ancora lunga vita davanti a sé. Sulla terragna cucina siciliana.

Santa.Nè Sicilia Igt 2010. Frutto del raro vitigno ‘A Francisa un clone del Cabernet Franc. Ventiquattro mesi in barriques nuove di rovere francese ed elevazione in bottiglia per trenta mesi. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo orientativo in enoteca di circa 60,00 euro.

Bicchiere tinto da un colore rosso rubino carico e luminoso. Caleidoscopio di eccellenti profumi che accalappiano subito le narici. In primis frutta rossa ad abundantiam, come la marasca, la prugna, il ribes e la fragola. Credenziali di peperone verde, foglia di pomodoro, pepe verde, eucalipto, caffè, ginepro e menta piperita. Sospiri empireumatici ed affumicati. Sulla lingua plana un sorso caratteriale, complesso, verticale, grasso, poderoso, avvolgente, tagliente, sapido, sospiroso ed impeccabile per densità ed estrazione. Trama tannica vellutata. Compattezza di sapori, che sfocia in un palato reattivo, dinamico, terroso, succoso ed evoluto. Slancio finale superlativo e persistentemente articolato. Infinita serbevolezza. Da provare su un piatto di maccheroni alla siciliana e pecorino rosso siciliano.

Che dire ancora di questi vini unici e meravigliosi? Se non si assaggiano non si può capire la loro nobile provenienza e la grande cifra stilistica. Se avete l’occasione non lasciatevela sfuggire, mi raccomando.

Sede a Messina – Villa Geraci Santo Stefano di Briga
Tel e Fax 090 630194 –
info@palari.itwww.palari.it
Ettari vitati: 6
Vitigni: Nerello Mascalese e Cappuccio, Nocera ed altri vitigni minori siciliani.

 


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