di Enrico Malgi
La Sardegna è terra di grandi vini, che si identificano con antiche tradizioni territoriali. La peculiarità che li caratterizza è che essi sono elaborati quasi esclusivamente attraverso l’uso di vitigni locali, che attecchiscono soltanto in questa meravigliosa isola.
Un’azienda regionale leader, che ben rappresenta tutta la vitienologia sarda e che sforna di continuo straordinarie etichette, è quella di Argiolas che è collocata nel territorio del Sud Sardegna. A reggere le sorti aziendali da qualche tempo ci pensa Valentina Argiolas, nipote del fondatore Antonio.
Merì Vermentino di Sardegna Doc 2018. Maturazione del vino in acciaio e vetro. Tasso alcolico di tredici gradi.
Giallo lucido e splendente, attraversato da giovani schizzi verdolini. Impatto olfattivo ben delineato da cristallini profumi fruttati di pesca, nespola, mela, albicocca, melone e mandarino ed accompagnati poi da gentili sentori di fiori bianchi. Sulla lingua plana un sorso morbido, affusolato, carezzevole, sapido e tagliente. Palato ben registrato, che testimonia la bontà di questo ottimo bianco. Finale piacevole, scorrevole e leggermente amarognolo. Sul risotto alla pescatora e latticini.
Is Argiolas Vermentino di Sardegna Doc 2018. Soltanto Vermentino lavorato in acciaio e vetro. Tenore alcolico di quattordici gradi.
Veste cromatica segnata da un colore giallo paglierino luminoso, con riflessi di clorofilla. Caratteristica la nota iodata, che precede tutta l’ampia e pervicace gamma odorosa di banana, mela, melone giallo, gelsomino, mimosa, magnolia, glicine e pietra focaia. Sottofondo leggermente speziato. In bocca arriva un sorso plastico, secco, fresco, profumato, soave, languido e felicemente fruttato. Sensazioni giovani, morbide, polpose, infiltranti, edonistiche e cariche di vibrazioni. Chiusura appagante. Da spendere su un piatto di vermicelli alle vongole e carne bianca.
Iselis Nasco di Cagliari Doc 2018. Maturazione in acciaio ed in parte in barriques. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo.
Tipico vitigno della Sardegna meridionale. Nel bicchiere risalta un colore giallo lucente. Pregevoli le caratteristiche olfattive che si offrono al naso, sventagliando profumate essenze di ananas, agrumi, fico, mandorla, frutta secca, ginestra, mirto e muschio. Sorso aromatico ed elegante, vellutato e morbido, avvolgente e sapido. Bocca larga, calda, armonica, affilata e profonda. Retroaroma mieloso e persistente. Da provare su un tipico piatto della cucina sarda come i culurgiones e/o su pesce alla brace.
Tagliamare Vino Spumante Brut. Nuragus in purezza. Metodo Martinotti. Il vino riposa sui lieviti a bassa temperatura fino alla primavera. Gradazione alcolica di undici e mezzo. Prezzo in enoteca di 18,00 euro.
Ecco qui la novità aziendale che assaggio per la prima volta. Connotazione visiva segnata da un colore giallo paglierino brillante ed invitante. Bollicine educate e gentili, che si uniscono insieme per salire su senza timore. Al naso si approcciano note aromatiche eleganti e delicate, che riverberano profumi di pesca bianca, pera, bergamotto, fiori banchi e sensitive aspirazioni di macchia mediterranea. L’onda del mare fa sentire i suoi elementi iodati e salini. In bocca arriva un sorso deliziosamente mosso, gradevole, fresco, minerale e fruttato. Bella rifinitura finale. Classico spumante da aperitivo, con tartine e cruditè di pesce. E’ stato per me una vera scoperta.
Iselis Monica di Sardegna Superiore Doc 2017. Maturazione prima in acciaio e poi passaggio in barriques per un anno. Altri sei mesi in boccia. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo.
Bicchiere tinto da un bel colore rosso rubino scintillante. Al naso salgono penetranti ed avvolgenti profumi di ottima frutta come la ciliegia, la prugna, la mora ed il lampone, agganciati a sublimi sussurri floreali e vegetali di buona sostanza. In appresso si percepiscono calibrate evoluzioni speziate di noce moscata, chiodi di garofano e vaniglia. In bocca fa il suo ingresso un sorso sicuramente caldo, ma anche fresco e gentile e segnato da tannini dolci e remissivi. Giocosi gli input ritmati e compositi. Silhouette rotonda, armonica e bene strutturata. La chiusura è lunga e gradevole. Su agnello al forno e pecorino sardo.
Cardanera Carignano del Sulcis Doc 2018. Lavorazione in acciaio e cemento. Gradazione alcolica di tredici e mezzo.
Tipica varietà del Sulcis il Carignano. Il colore che scruto nel bicchiere è affastellato da un rosso rubino vivo. Spettro aromatico di grande presa, che elargisce composite nuances fruttate di rosso per la felicità delle narici. Captazioni di macchia mediterranea e di salmastre effusioni. Briciole di matrice speziata. Sorso giovane, ma già pimpante ed eretto, col suo bel appeal. Significativo il registro sapido, equilibrato e propositivo. Tannini in vacanza. Allungo finale vellutato e godibile. Abbinamento trasversale terra-mare.
Is Solinas Carignano del Sulcis Riserva Doc 2016. Carignano al 95% e briciole di Bovale. Il vino è maturato in acciaio, cemento, barriques e vetro. Tenore alcolico di quattordici e mezzo.
Alla vista si presenta un bel colore rosso rubino vivo e luminoso. Intriganti e sospirosi gli eterei e variegati profumi che si svelano al naso, presentandosi come ambasciatori di un territorio unico e preminente. Svolazzi fruttati a go-go che vanno a stuzzicare le narici, intrecciati poi a voluttuose e coreografiche pregnanze floreali, vegetali e speziate. Partecipative le cadenze iodate, salmastre e saline. Sbuffi di godibile terziarità. In bocca entra un sorso subito caldo, che assicura così la sua giusta protezione al palato. Uniformità di lettura, che declina una sensazione armonica, affilata e morbida. Ottima la struttura tannica, che si manifesta con riverita gentilezza. Retroaroma persistente e croccante. Da provare su in maialino arrosto al modo sardo e su formaggi caprini locali.
Senes Cannonau di Sardegna Riserva Doc 2015. Soltanto Cannonau lavorato in vasche di cemento e poi affinato in botti di legno piccolo per un anno. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo.
Vino identitario che ben rappresenta la vera anima sarda da nord a sud, da est a ovest e che può vantare una lontana parentela sia col francese Grenache e sia con lo spagnolo Garnacha. Rosso fuoco il vestito cromatico. Equilibrato il rapporto olfattivo di frutta e fiori, in un crogiolo che vede prevalere prugna, ciliegia, ribes, mora, rosa e viola, impreziosito poi da effluvi speziati di cannella, pepe e chiodi di garofano. In appresso si percepiscono umori di tabacco, cioccolato, caffè, balsamo, liquirizia ed anche un accenno tostato. Fierezza aromatica di macchia mediterranea. Sulla lingua plana un sorso caldo, profondo, rotondo, fresco, fine, sapido e minerale. Tannini imperiali. Avvolgenza morbida. Complessità di grande spessore. Finale ben modulato e permeato da dinamicità, reattività, eleganza e persistenza. Su tutta la terragna cucina sarda.
Anche stavolta i vini di Argiolas hanno confermato la loro innegabile e costante bontà. Si tratta comunque sempre di ottimi vini sardi, che nel complesso non sempre godono della dovuta visibilità e considerazione come giustamente meriterebbero. Ma tant’è!
Sede a Serdiana (Ca) – Via Roma, 56/58
Tel. 070 740606
marketing@argiolas.it – www.cantina-argiolas.it
Enologo: Mariano Murru
Ettari di proprietà: 300, di cui 230 vitati – Bottiglie prodotte. 2.000.000
Vitigni: Cannonau, Carignano, Bovale, Monica, Sangiovese, Malvasia nera e bianca, Nasco, Vermentino e Nuragus.
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