Quali vini abbinare con la mozzarella? Naturalmente con tante etichette sparse per l’Italia come ha dimostrato anche nel 2012 una manifestazione del Consorzio di Tutela organizzata in tutta Italia. Stavoltà però vogliamo restare nel Casertano e offrirvi una piccola selezione.
Se Asprinio d’Aversa deve essere, come sostengono i puristi dell’abbinamento territoriale, che sia allora quello di Raffaele Magliulo, piccola azienda di Frignano non lontano dalla Reggia di Carditello, da sempre impegnata con questo vitigno in modo essenziale, semplice ma efficace.
Per restare sul territorio, sempre affascinante e centrato il Vite Maritata de I Borboni a Lusciano, l’azienda dei cugini Numeroso che ha contribuito in maniera decisa a conservare il vitigno all’inizio degli anni ’90 anche grazie ad una fortunata spumantizzazione che sbancò all’epoca.
Il terzo Asprinio d’Aversa a cui pensiamo è in provincia di Napoli, ma l’azienda è a Quarto: si tratta di Grotta del Sole il cui merito è anche quello di aver avviato un metodo classico dalla fine degli anni ’80 che oggi è uno dei fiori all’occhiello della Camania grazie alla sua longevità e complessità.
Vogliamo spostarci sull’altro grande bianco della provincia di Caserta, il Pallagrello. Ci viene subito in mente il Fontanavigna di Terre del Principe, lavora in acciaio e dotato di buon allungo nel tempo. A seguire il Riccio Bianco di Alepa, la piccola aziendina di Paola Riccio a un tiro di schippo dalla precedente e molto ricco, ben adatto alle Aversana.
Ovviamente un vino molto adatto alla mozzarella di bufala è la Falanghina perché dotata di buona acidità e corpo. Sinopea di Masseria Felicia è quella che ci convince di più in questo momento grazie alla sapidità e alla generosa freschezza.
Decisamente adatta anche la Falanghina Rioccamonfina igt di Telaro in quel di Galluccio, una storica etichetta del vino campano che si distingue per efficacia e buona abbinabilità.
Ottimi anche alcuni Falerno bianco. Per esempio il Falerno bianco di Villa Matilde e quello di Moio, le due storiche aziende di territorio, divise sul rosso dall’aglianico e dal primitivo, in questo caso producono la doc usando sempre Falanghina.
Sempre, comunque, il vino bianco che affronta la mozzarella deve essere di corpo e molto acido per contrastare la grassezza e la struttura del latticino, soprattutto quello del casertano, caratterizzato da una marcata sapidità.
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