di Giulia Cannada Bartoli
Al confine tra Campania e Lazio, nella zona compresa tra il monte Massico, il fiume Savone e le pendici del vulcano spento di Roccamonfina, c’è una terra conosciuta come Ager Falernum. Un’area particolarmente fertile, già nota nell’antichità per la produzione dell’omonimo vino, il Falerno.
La storia di Villa Matilde Avallone ha inizio con il suo fondatore, l’Avvocato Francesco Paolo Avallone, appassionato cultore di vini antichi che, incuriosito dai racconti di Plinio e dai versi di Virgilio, Marziale e Orazio, decise di riportare in vita la leggendaria bevanda, mettendo così le basi per la nascita di Villa Matilde. In collaborazione con un gruppo di ricercatori universitari, l’avvocato Avallone, il cui centenario ricorre nel 2025, riuscì a individuare la varietà di uva con cui si produceva il mitico vino, rintracciando pochi ceppi di quelle viti, dirette discendenti delle piante coltivate nell’Ager Falernum, oltre 2.500 anni prima. Le viti del Falerno – Falanghina biotipo Falerna – sopravvissute miracolosamente alla devastazione della filossera di fine ottocento, furono reimpiantate nel territorio del Massico, lì dove avevano prosperato nell’antichità.
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, l’azienda passa stabilmente sotto la guida dei figli di Francesco Paolo, Tani (avvocato in prima vita) e Maria Ida Avallone (aspirava alla carriera diplomatica) che con entusiasmo e passione perseguono, da oltre 40 anni, il sogno paterno. Da allora il brand Villa Matilde Avallone è legato a doppio filo al Falerno del Massico. Dal 2020 è arrivata in azienda la terza generazione con Maria Cristina De Simone Avallone, figlia di Maria Ida.
Il Falerno del Massico Bianco 2023 è la prima vendemmia della giovane enologa in qualità di Responsabile dell’intera produzione della cantina, con la consulenza ormai storica di Riccardo Cotarella e Pierpaolo Chiasso.
Prima di raccontare del vino e dell’annata 2023, parliamo di Maria Cristina e della sua storia. Per dovere di precisione, aggiungiamo che insieme con lei, è entrato in azienda anche suo cugino Francesco Paolo, figlio di Tani, che si occupa di export e marketing. Le due giovani leve garantiscono così un futuro certo a Villa Matilde.
Sorriso diretto e piglio volitivo, Cristina, classe 1994 con studi classici alle spalle, (c’è un filo sottile che in questa famiglia lega la Giurisprudenza alla viticoltura :) sorprende tutti e nel 2020 si laurea in Viticoltura ed Enologia presso l’Università Federico II, Scuola Enologica di Avellino diretta da Luigi Moio, con tesi in Enologia II sull’utilizzo alternativo della solforosa. Fino a metà del 2022 fa esperienza come Assistente Enologo a Villa Matilde al fianco di Fabio Gennarelli. Per circa un anno lavora come Cantiniere e Tecnico di laboratorio presso le cantine della famiglia Cotarella in Umbria. Da marzo 2023 Maria Cristina torna a pieno titolo in famiglia in qualità di Enologo e Responsabile della Produzione.
Durante la nostra chiacchierata, con voce emozionata, mi racconta che per lei il vino è prima di tutto un modo di essere “ ricordo che a otto anni giocavo in cantina e il nonno mi disse che da grande avrei fatto l’enologa”. Insieme con la mamma ha girato l’Italia del vino e la Francia, in particolare la regione della Champagne “le bollicine sono la mia sfida e la mia passione.” Bianchista per vocazione, oltre ai vini aziendali, ama sauvignon, pinot grigio e chardonnay.
Il sogno nel cassetto è un progetto per ora top secret… un nuovo vino che Maria Ida desidera da vent’anni. Insieme con quello per il vino, c’è l’amore infinito per gli animali e per i suoi cani, Yuma, Geos e Rambo. Per gli animali maltrattati, Maria Cristina sogna di creare un centro di recupero. Storia dell’arte, buona cucina e passione per gli sport di montagna completano la sua vita.
La mission che Maria Cristina ha ereditato dagli Avallone, punta tutto su qualità, eco-sostenibilità, cultura del territorio, attaccamento alla famiglia, rispetto della tradizione, crescita, sviluppo tecnologico, e sostegno alla ricerca scientifica.
“Sono cresciuta con una frase, ripetuta infinite volte dalla mia mamma: da soli si va veloce, insieme si va lontano.” Quindi, per quanto io ami la velocità, preferisco arrivare lontano. L’unione fa la forza.”
Passiamo al vino, la veste della bottiglia dal colore brillante e trasparente stuzzica la mia curiosità. Mi aspetto eleganza e forte identità territoriale.
Qualche dato: dalla Falanghina degli antichi romani, vinum album Phalanginum, nasce, vinificato in purezza, il Falerno del Massico Bianco. Il vino è prodotto per la prima volta nel 1974. I vigneti sono stati impiantati progressivamente dal 1963 al 2004 su terreni di forte matrice vulcanica con presenza di fosforo e potassio. La vigna di San Castrese, a circa 140 mt. s.l.m., è esposta a Nord – Est.
La vendemmia notturna è stata effettuata nella seconda decade di settembre, privilegiando le prime ore del mattino per sfruttare al massimo i benefici dell’escursione termica sulle uve. L’annata 2023 è stata mediamente difficile a causa degli attacchi di peronospora, tuttavia, l’areale del Roccamonfina è stato più protetto rispetto al resto della regione: si è registrato un calo quantitativo del 30 – 40%, ma con una qualità dell’uva eccellente. Anche il numero di bottiglie prodotte è diminuito a favore di una sempre maggiore qualità ed esclusività del vino.
Vinificazione: crio – macerazione delle uve per ottenere una migliore estrazione aromatica e di struttura. Segue pressatura soffice e decantazione a freddo del mosto che successivamente fermenta a temperatura controllata di 10/12°, in serbatoi di acciaio inox dove rimane ad affinare a contatto con i lieviti per circa tre mesi. Il vino è stato poi sottoposto ad affinamento in anfora in misura del 30% per circa due mesi.
L’affinamento in anfora, ormai vera e propria “signature” di Villa Matilde Avallone, ha come obiettivo l’ulteriore rafforzamento dell’impronta digitale della falanghina. Grazie alla porosità della terracotta e al conseguente maggior scambio di ossigeno, l’acidità viene “addomesticata”, implementando l’identità territoriale del vitigno. La vendemmia 2023 è stata imbottigliata all’inizio di febbraio 2024.
Il calice si presenta giallo paglierino vivace, luminoso e appena dorato. Il naso risponde alle attese: elegante, complesso e profondo. Attacco di frutta a polpa gialla, pesca, frutti esotici, pera e una piacevole scia agrumata di pompelmo e mandarino. L’olfatto evolve in note floreali di ginestra e biancospino che lasciano il posto a sfumature erbacee e aromatiche di macchia mediterranea. Il sorso è equilibrato: caldo (13%), si allunga in piacevole freschezza minerale e sapidità. L’approccio gustativo è complesso, fine e di lunga persistenza aromatica. La corrispondenza con l’olfatto è millimetrica e armoniosa. La polpa del frutto si fonde alla perfezione con la spiccata mineralità. Il finale, lungo e persistente, mescola con grande piacevolezza le percezioni gusto – olfattive invitando a nuovi sorsi.
Abbinamenti? Direi risotti, primi di mare, paste con legumi, la mitica zuppa primaverile di mia madre con carciofi, fave e piselli, ovunque ci sia mozzarella di bufala, pizza inclusa, oppure…fatene una bella scorta e dimenticatelo in cantina. Questo Falerno è un giovane virgulto. Il suo futuro è lungo e promettente, come quello di Maria Cristina.
Prezzo medio a scaffale € 15,00 – 20,00
Villa Matilde S.S. Domitiana, 18 81030 Cellole (CE), +39 0823932088 www.villamatilde.it info@villamatilde.it Vitigni Falanghina, Aglianico, Piedirosso, Fiano, Greco di Tufo. Vigneti: Tenuta San Castrese (Sessa Aurunca – Ce); Tenuta Pietradeifusi (Irpinia) – Rocca dei Leoni (Roccamonfina). Ettari: 75 Villa Matilde – 25 Pietradeifusi – 20 Rocca dei Leoni. Bottiglie prodotte: 500.000
Olio extra vergine: cultivar sessana (Villa Matilde)- ravece ( Pietradeifusi). Visite in Cantina su prenotazione. Diverse tipologie di tour con visita in vigna, cantina e degustazione anche con Gift Card. Locanda del Falerno Ristorante e Agriturismo aperto tutto l’anno su prenotazione.
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