di Giulia Cannada Bartoli
La zona di produzione delle uve destinate a denominazione di origine controllata e garantita del Greco di Tufo abbraccia i Comuni di Tufo, Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni. L’Irpinia si è liberata da tempo del luogo comune di poter rilasciare bianchi di eleganza e carattere soltanto dall’ultima vendemmia, grazie soprattutto alla modifica dei due disciplinari docg del 2020, con la quale, già dalla vendemmia 2019, è possibile aggiungere in etichetta, sia per la categoria Vino, sia per quella Spumante, la dicitura Riserva. I suoli di matrice vulcanica, (probabilmente da residui di origine eruttiva flegrea, Ignimbrite Campana e Tufo Napoletano) unitamente con le caratteristiche varietali e con un mirato lavoro in vigna conferiscono ai vini grande mineralità, freschezza e longevità.
Il nome del vino nasce dal fatto che gli inizi di Villa Matilde in Irpinia sono stati proprio ad Altavilla nei primi anni 2000.
Daltavilla Greco di Tufo Docg 2023 è la prima vendemmia per Maria Cristina De Simone Avallone da Enologo Responsabile della produzione. Si cimenta quindi per la prima volta con i bianchi irpini. C’è un proverbio che dice “chi si somiglia si piglia”. A Maria Cristina, bianchista per vocazione, il Greco è entrato subito nelle corde: inizialmente irruento, un pò selvaggio, concreto. Il vino rappresenta chi lo produce, questa giovane donna entra in cantina il mattino presto e ne esce a fine serata; se qualcosa non va anche a notte fonda. Alle chiacchiere preferisce il fare. I vigneti prima e i vini poi, sono i suoi “bambini”.
Tornando all’annata, la 2023 ha visto una vendemmia tranquilla e di grande qualità, con poche piogge al momento della raccolta (al contrario di quest’anno), qualità straordinaria delle uve (anche se in calo quantitativo). “La 2023 resterà per sempre la mia annata del cuore”.
La vendemmia 2024 ha consegnato un’annata più “carica” rispetto alla precedente, le previsioni sono buone, per scaramanzia non si dice altro….
Villa Matilde sbarca in Irpinia agli inizi degli anni 2000 acquistando vigna e cantina a Pietradeifusi nell’areale del Taurasi docg. Negli anni immediatamente successivi è stata acquisita La Tenuta denominata Pietrafusa che insiste su 25 ettari tra i comuni di Altavilla, Tufo (Contrada Santa Lucia), Lapio, Chianche e Montemarano.
Terreni tufacei con argille marmose e venature sulfuree. Vigneti tra i 60 e 40 anni d’età a 400/600 mt. sul livello del mare.
40.000 le bottiglie prodotte nel 2023. Vendemmia manuale in ottobre nelle ore più fresche dell’alba. Pressatura soffice e crio – macerazione a favore di una migliore estrazione aromatica e di struttura. Fermentazione in acciaio, scalando un grado al giorno. Spillatura dalle fecce grossolane. Il vino è lasciato sulle fecce fini a fare batônnage per circa 3 – 4 mesi. Imbottigliamento a fine febbraio, abbiamo quindi quasi 8 mesi di elevazione in bottiglia.
Il calice si presenta giallo paglierino intenso con luminosi riflessi dorati. La struttura si annuncia robusta (13%).
Pienamente varietale e verticale il naso con ampie note di frutta tropicale a pasta gialla, noisette, erbe mediterranee, delicato miele d’acacia, agrumi verdi. La regia olfattiva, però, è tutta della nota sulfurea con accenni d’idrocarburi. Il sorso è pieno, ampio e fruttato, ma soprattutto, in linea con l’olfatto, infinitamente salino e di grande struttura. L’imponente spalla acida (caratteristiche varietali, suolo e attenta gestione del vigneto) si dà briosamente il cambio con la nota tannica del vitigno (il Greco è stato spesso definito “rosso travestito da bianco”) in una progressione elegante e slanciata. Coerente il ritorno di aromi di frutta fresca, spezie e macchia mediterranea. Un accenno di spezie si mescola alla vibrante sapidità e lunghissima, sulfurea, seducente mineralità. L’ulteriore elevazione in bottiglia non potrà che rinvigorire ed esaltare il profilo organolettico e sensoriale. E’ un Greco di scuola, didattico e profondamente identitario. Il riassaggio a temperatura meno fresca è la conferma di un palato di grande stoffa.
Abbinamento: la struttura del vino è sostanziosa, quindi per l’abbinamento, non solo dovremmo ricercare piatti con buona tendenza dolce, ma anche di ottima struttura. Lo immagino sui Crudi di Luca Esposito della Locanda del Testardo a Bacoli, o su tutta la fantastica cucina di mare di Punto Nave a Pozzuoli. Solo per fare due nomi, ma gli abbinamenti possono andare anche in direzione terra, su tutte, la grande cucina di Peppe Guida a Montechiaro con i fantastici prodotti dei Monti Lattari.
Posizionamento a scaffale 14,00/15,00 €
Villa Matilde Avallone, S.S. Domitiana, 18 81030 Cellole (CE), +39 0823.932088 www.villamatilde.it info@villamatilde.it Vitigni Falanghina, Aglianico, Piedirosso, Fiano, Greco di Tufo. Vigneti: Tenuta San Castrese (Sessa Aurunca – Ce); Tenuta Pietrafusa (Irpinia) – Rocca dei Leoni (Roccamonfina). Ettari: 75 Villa Matilde – 25 Pietrafusa – 20 Rocca dei Leoni. Bottiglie prodotte: circa 500.000 secondo le annate. Olio extra vergine: cultivar sessana (Villa Matilde)- ravece (Pietrafusa). Visite in Cantina su prenotazione. Diverse tipologie di tour con visita in vigna, cantina e degustazion. Locanda del Falerno Ristorante e Agriturismo aperti tutto l’anno su prenotazione.