di Maurizio Valeriani
La parola “naturale” riferita al vino e chi lo produce, può significare tutto ed il contrario di tutto. È un termine vago, che nella pratica si scontra con il concetto stesso di vino, e di produzione dello stesso. Eh già, perchè forse qualcuno se lo dimentica, ma si parla di produttori e di produzione. Dunque il vino, a torto o a ragione è un prodotto, dove la mano dell’uomo insieme al clima, al territorio ed al vitigno, costituisce uno degli aspetti fondamentali.
Quindi personalmente preferisco parlare di vini o di vignaioli attenti alla natura, cioè che cercano il più possibile di rispettare la natura stessa e suoi equilibri.
L’assioma vino cosiddetto naturale = vino buono è assolutamente da respingere.
L’idea che è alla base è si debba cercare un prodotto salutare da assumere. Ma quando voglio bere del vino in realtà la cosa principale che vado cercando è la piacevolezza, è il piacere del gusto, solo dopo mi interrogo su come sia stato realizzato. È del tutto evidente che a parità di qualità del vino, e compatibilmente con il costo, è da preferire quel prodotto che è stato ottenuto con un maggior rispetto per la natura.
Fatta questa premessa, forse ridondante, anche quest’anno registriamo il grande successo della manifestazione “Vignaioli Naturali a Roma” organizzata come sempre dalla bravissima Tiziana Gallo il 6 e 7 febbraio scorso presso The Westin Excelsior Rome di Via Veneto, che ha visto la partecipazione di circa 70 aziende provenienti da tutta Italia, con qualche incursione straniera.
Tantissimi gli assaggi che ci hanno convinto.
Qui vi forniamo una lista delle nostre 15 preferenze:
Cerasuolo D’Abruzzo 2015- Praesidium (campione di vasca): succoso profondo con note speziate e grande allungo fruttato.
Metodo Classico Brut Contadino 2011 – Ciro Picariello: un fiano spumante di grande impatto e carattere con note fumè e finale minerale.
Etna Rosso 2011- Valcerasa: grande rappresentazione del territorio con toni fumè e grande sapidità e succosità;
Bramaterra 2012 – Antoniotti: fresco minerale grande chiusura speziata e agrumata, un vino di una grandissima bevibilità;
Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore Rincrocca 2013 – La Staffa: sapido, minerale, di grande materia e profondità, con chiusura di mandorla e pietra focaia;
Marche Bianco Stella Flora 2011- Maria Pia Castelli: frutta secca grande salinità e chiusura di macchia e iodio. Lunghissimo;
Marche Rosato Sant’Isidoro 2013 – Maria Pia Castelli: grande rosato succoso e speziato, di ottima materia e grandissima piacevolezza;
Cerasuolo D’Abruzzo Le Cince 2014 – De Fermo: sapido teso grande materia e finale speziato e agrumato;
Falerio Pecorino Orinocep 2014 – Pantaleone: sentori di futta secca e mandorla si uniscono ad una piacevole scia sapida, iodata e minerale. Lunghissimo;
Venezia Giulia igt malvasia 2013 – Zidarich: emblema della mineralita e lunghezza senza compromesso;
Marche igt rosso Arshura 2013 – Valter Mattoni: grande materia avvolgente e lungo finale di succo e piccoli frutti di bosco;
Nobile di Montepulciano 2013 – Poderi Sanguineto I e II: ancora giovanissimo, fresco, vibrante con note succose e chiusura speziata. Da anni il miglior nobile di montepulciano in commercio;
Aglianico del Vulture Camerlengo 2008 – Camerlengo: teso, sapido, speziato, ma dal tannino di qualità e grande finale minerale. Strutturato e di grande eleganza;
Vin Santo Occhio di Pernice Amelia 2011 – La Palazzola: grande corredo floreale e di frutti passiti, con un’ intramontabile chiusura balsamica;
Cesanese di Olevano Romano Cirsium 2012 – Damiano Ciolli: ormai da anni uno dei migliori vini del Lazio con toni fruttati e speziati, tannino vellutato e finale di macchia mediterranea.
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