CASA VINICOLA APOLLONIO
Uva: primitivo, negroamaro e aleatico
Fascia di prezzo: oltre 50 euro
Fermentazione e maturazione: legno
VISTA 5/5 – NASO 27/30 – PALATO 27/30 – NON OMOLOGAZIONE 31/35
Semmai ce ne fosse ancora bisogno, si può tranquillamente affermare che la produzione vitivinicola pugliese è come la cartina di tornasole: è irrefutabilmente eccellente. E la proliferazione di un numero sempre maggiore di aziende territoriali che dimostrano tutta la loro capacità nel produrre vini di qualità lo sta a testimoniare validamente.
Nel mio infinito excursus sulla vitienologia regionale, stavolta m’imbatto nell’azienda Apollonio di Monteroni (LE),
condotta con mano sicura dai fratelli Antonio e Marcello. Il leitmotiv è sempre lo stesso: come nei miei precedenti ed analoghi servizi anche qui debbo constatare la datazione storica aziendale, che ha visto la nascita di quest’impresa nel lontano 1870. Infatti, fu Noè Apollonio che iniziò a produrre vino e a commercializzarlo e da lì è partita poi tutta la tirata familiare. Saltando buona parte degli anni successivi, arriviamo al 1960, quando Salvatore Apollonio rinnova tutta l’azienda e la trasforma nell’attuale Casa Vinicola Apollonio. Dal 1995, e siamo così giunti ai giorni nostri ed alla quarta generazione, sono subentrati Antonio e Marcello, che iniziano una politica di espansione, acquisendo altri terreni ed impiantando nuovi vigneti. Soprattutto fanno ricorso a nuove e moderne tecnologie per migliorare sempre più il prodotto finito che trova sbocco in modo prevalente all’estero. Antonio è anche l’enologo dell’azienda. Prima di cimentarsi a casa sua ha maturato importanti esperienze professionali presso aziende vinicole italiane, spagnole e francesi, accumulando una vasta competenza specifica. Marcello, invece, si dedica con passione e capacità manageriale al marketing, mantenendo i contatti con buyers nazionali ed esteri.
La gamma dei vini proposti è molto ampia e qualificata. Uno in particolare, però, ha attirato la mia attenzione: Vigna Vitrilli Grande 1997, blendato con metà Primitivo e il restante con Negroamaro e Aleatico. Un vero must, un fuoriclasse tipo Michael Jordan quando militava nei Chicago Bulls, tanto per intenderci. Bisogna aggiungere però che questo è un vino non adatto a tutti i palati e dopo vedremo il perché. Intanto nel 2006 ha vinto la medaglia d’oro al concorso internazionale di Bruxelles e poi altri copiosi premi.
La fermentazione si è protratta per un periodo lungo circa un mese e mezzo a temperatura controllata in grandi fusti di legno, per estrarre quanto più polifenoli possibili. E di conseguenza, quindi, abbiamo più colore, più profumi, più antiossidanti, più antociani, più resveratrolo e più serbevolezza, come i quindici anni trascorsi dalla vendemmia stanno a testimoniare. Ovviamente, anche l’affinamento è durato moltissimo tempo: settantadue mesi in botti di rovere francese e dodici mesi in bottiglia, altro che riserva! Il risultato finale ha portato ad una gradazione alcolica di 15° C e ad un colore scuro granato impenetrabile che colpisce gli occhi. Naturalmente ho stappato la bottiglia con molto anticipo e ho fatto decantare il vino. Il profilo aromatico è esuberante e coinvolgente e mette in mostra tutte le sue potenzialità: note speziate di vaniglia, noce moscata e chiodi di garofano. E poi ancora caffè, cioccolato, tabacco, frutta del sottobosco a go-go e il tipico goudron dei vini invecchiati. Il tutto amalgamato da incipienti note terrose. In bocca ha un’ottima espansione e profondità, con i tannini meravigliosamente risolti. Lo sviluppo gustativo sul palato è opulento, succoso e lungo e reitera le sensazioni dei piccoli frutti rossi percepiti al naso, insieme a rimandi speziati e tostati. E’ poi sapido, dinamico, strutturato, potente e corposo. Infine, possiede un ottimo equilibrio e intensità e finisce con una lunga persistenza goduriosa. Un vino da interpretare e, come dicevo prima, non per tutti. Ed anche nell’abbinamento col cibo non è di facile accoppiamento, magari si può tentare con grigliate di carne, un agnello di Pauillac à la persillade, oppure un grande formaggio stagionato. Prosit!
Enrico Malgi
Sede a Monteroni di Lecce – Via San Pietro in Lama, 7 – Tel. 0832 327182 – Fax 0832 420051 – info@apolloniovini.it – www.apolloniovini.it – Enologo: Antonio Apollonio – Ettari vitati: 20, più conferitori – Bottiglie prodotte: 1.500.000 – Vitigni: Primitivo, Negroamaro, Aleatico, Montepulciano, Sangiovese, Malvasia Nera, Susumaniello, Bianco d’Alessano e Chardonnay.
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