NARDONE
Uva: coda di volpe
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Ma sì, oggi l’Immacolata, se mangiate di magro, soprattutto lo spaghetto ai frutti di mare o con la colatura di alici e il baccalà, ecco a voi un bianco: ancora un Coda di Volpe dello splendido areale taurasino. Una nuova azienda, una nuova cantina, antichi vitigni, una lunga tradizione che risale almeno al nonno di Domenico Nardone: aglianico di Taurasi e coda di volpe, coltivati con metodi di lotta integrale a basso impatto ambientale. L’ennesima testimonianza della volontà dei produttori di uve di valorizzare al meglio la loro frutta vinificandola direttamente invece di continuare a conferirla. Le vigne sono a circa 280 metri su terreno calcareo e argilloso. Devo dire che c’è una bella differenza fra gli esordi delle cantine della seconda metà degli anni ’90 e questa nuova ondata iniziata nel 2003 che non accenna ad arrestarsi: quelli spesso erano vini improbabili per non dire difettosi, soprattutto i rossi, adesso invece sempre il prodotto è ben impostato, talvolta interessante come in questo caso in cui il bianco conferma l’annata fortunata, ricordiamo il Coda di Paolo Cotroneo e quello di Ocone a soli quindici chilometri da questi vigneti, che hanno offerto prove molto brillanti in degustazione. Anche il bianco di Nardone, cognome tipico della zona fra Pietradefusi, Venticano e San Giorgio del Sannio dove le province di Avellino e Benevento si intrecciano meravigliosamente scambiandosi tabacco e uva, ha vissuto un millesimo da ricordare. Migliore esordio non poteva esserci: sentori di frutta bianca e polputa per usare un termine maroniano, sottofondo minerale, intensità e persistenza confermati in bocca dove l’ingresso è equilibrato e armonico, bene la freschezza e la struttura, finale pulito e soddisfacente. Cosa volete di più per l’Immacolata prodiana? Un bianco d’autore, l’enologo è Raffaele Panarello più conosciuto per i vini di Marianna, a meno di cinque euro. Lo andate a comprare e per strada fate scorta di torrone, pane e prosciutti, le tre produzioni tipiche della zona. Meravigliosa Irpinia, meraviglioso Sannio. Evviva.
Sede a Pietradefusi, nuova area Pip. Tel. 0825.965378. Enologo: Raffaele Panarello. Ettari: 5 di proprietà. Bottiglie prodotte: 20.000. Vitigni: aglianico, coda di colpe, greco
Dai un'occhiata anche a:
- CampoRe 2012 Fiano di Avellino docg, Terredora
- Cantina Antonio Molettieri a Castelfranci tra Coda di Volpe e Aglianico
- Opera Mia 2008 Taurasi docg, Tenuta Cavalier Pepe
- I vini dell’azienda Fratelli De’ Gaeta, una degustazione
- Vini Le Otto Terre
- Aminea Winery a Castelvetere sul Calore in Irpinia
- Invecchiati Igp. Colle dei Cerri 2008 Fiano di Avellino docg. Di Meo
- Laura de Vito, la Signora del Fiano Li Sauruni Fiano di Avellino Docg 2022