QUINTODECIMO
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da stabilire
Fermentazione e maturazione: legno
Una scheda di un rosso in commercio non prima del 2011? L’uva vendemmiata da neanche due mesi? Il vino in affinamento da qualche settimana? Beh, se in Italia ci fossero negozianti alla francese forse non sarebbe nemmeno un fatto strano, assaggerebbero il vino da poco in barrique e contratterebbero in anticipo il prezzo con il produttore. Io ho deciso di farla quando, dopo una mattinata trascorsa a Taurasi, ci siamo spostati con Luigi Moio per una visita lampo a Quintodecimo in Mirabella, la cantina costruita con Laura, la vigna omonima a ridosso del fabbricato spunta improvvisa nel suo saliscendi mozzafiato, espressione della assoluta razionalità umana nel saper governare la natura, quella natura selvaggia dell’Irpinia taurasina fatta di boschi, querce e vigne, un fazzoletto illuminista dove persino ogni foglia è al suo posto a rilevare la volontà della Ragione, ossia l’impostazione didattica, precisa, studiata, senza concessioni al folclore, per esprimere al meglio le possibilità dell’aglianico coltivato nella propria terra e lavorato nella propria cantina. La passione e la capacità di affabulare di Luigi, l’impegno e la simpatia di Laura sono in realtà manifestazioni caratteriali nelle quali è avvolta la loro forza interiore profonda, coltivata con gli studi e le esperienze, levigata dai torti che ciascun uomo costruttore inevitabilmente subisce dai meschini. Nulla nella cantina è lasciato al caso, a iniziare dal colore delle mattonelle per il percorso dei bianchi e dei rossi, come quello delle tre stanze degli ospiti dedicate alle tre grandi famiglie del vino, all’affinamento di Fiano, Greco e Falanghina, separato da quello dei rossi, tutto ha una sua ragione d’essere, persino lo stoccaggio delle bottiglie da etichettare ha la sua collocazione in una sorta di Cantina Perfetta, fatta per soddisfare il proprio bisogno intimo più che per stupire, per condividere un metodo che si vorrebbe diffuso ovunque nel Mezzogiorno. La sublimazione della comunità impegnata a vinificare e costretta a fare i conti con numerosi fattori che ne inclinano altrove, in un modo o nell’altro, la purezza della forma e il sapore della sostanza. Questa idea è maturata da anni ma solo adesso è passata dalla Potenza all’Atto, si è manifestata improvvisa per dare i tempi e i modi ai luoghi comuni diffusi nelle campagne meridionali, spesso una cultura abituata a navigare a vista, autoreferente, furba ma non intelligente, traffichina ma non commerciale, faticosa ma non produttiva. Questa la lezione del mio primo sorso della vendemmia 2007 di Aglianico, forse la migliore annata che mai mi capiterà di raccontare e siccome il tempo a nostra disposizione è breve, brevissimo, lo faccio subito, senza dover aspettare il depliant del 2011. Frutta rossa matura, dolcezza, già ben ammagliata nel legno: una grande annata di una grande cantina. Una forza impressionante, struttura, potenza, eleganza, in bocca gran parte delle spigolature dell’Aglianico sono già state messe a posto. Così sarà per tutta la gamma, mi spiegano Laura e Luigi, i tre bianchi (fiano, greco e falanghina) passati in legno e fatti uscire dopo un anno e mezzo dalla vendemmia, l’Aglianico base Terre d’Eclano la cui uscita sarà ritardata un anno e infine, il Taurasi solo come riserva, come è giusto che sia quando c’ è questa perfezione senza soluzioni di continuità dalla pianta alla biblioteca di lavoro. E’ qui, vedete, l’autentica naturalità del vino, non nell’assenza di lieviti selezionati o della solforosa, perchè nella bottiglia non c’è un prodotto che cresce spontaneo, bensì l’espressione dello spirito dell’uomo capace di dominare il paesaggio, interpretare la terra per vivere meglio. Quanto più un vino ha tecnica, cultura, storia, commercio, tanto più è naturale, semplice, immediato, facile da capire e da decifrare, capace di regalare emozioni uniche. Per dirla con Hegel, ciò che è reale è razionale.
Sede a Mirabella Eclano, via San leonardo. Tel e fax 0825.449321. www.quintodecimo.it; info@quintodecimo.it. Enologo: Luigi Moio. Ettari, 4. Bottiglie prodotte: 10.000. Vitigni: aglianico.
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