BENITO FERRARA
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Novità per il Vinitaly nella scuderia di Marc de Grazia. Dopo Clelia Romano, anche l’altra bandiera bianchista per eccellenza del territorio irpino, Benito Ferrara, ha deciso di inserire nella propria gamma dei rossi. Il progetto è partito cinque anni fa con l’acquisizione di nuovi terreni a Montemiletto vicino Taurasi: le viti sono piantate a spalliera su un misto argilloso a circa 600 metri di altezza del mare e questo spiega, lo anticipiamo subito, la notevole eleganza del bicchiere che, se possibile, si distacca ancora di più dal prototipo dei rossi meridionali imposto dalla Sicilia e dalla Puglia. Il lavoro fatto da Attilio Pagli e Paolo Caciorgna è molto semplice, punta sulla bevibilità di un Aglianico i cui tannini sono stati risolti appena il vino entra i commercio, e cioé in questi giorni: il mosto fermenta sia in acciaio che in barrique per circa dieci giorni, po si affina per il 70 per cento in acciaio, il resto in legno per altri nove mesi. L’elevamento in bottiglia dura circa altri cento giorni. Il risultato è un vino quotidiano molto semplice, di pronta beva, molto adatto alla cucina tipica del Sud, come la bruschetta di soffritto preparato alla Cantina del Vescovo dove il rosso di Gabriella e Sergio ha fatto la sua prima affacciata ufficiale incontrando i favori di tutti. Poco sotto i 13 gradi, il naso non è molto intenso ma persistente, c’è frutta rossa fresca e viola, in bocca entra abbastanza morbido e abbastanza fresco, lungo, l’annata si rivela nella struttura perché la lingua è coperta solo per tre quarti e non per intera dal vino che va via dopo aver lasciato le tracce di buona persistenza, alcol e tannini in equilibrio con la freschezza, e ancora sapidità e mineralità. Un vino ancora nervoso, intendiamoci, si parla sempre di Aglianico, ma già addomesticato e dunque desideroso solo di aspettare ancora qualche mese: diciamo che il momento ideale per berlo credo sarà con l’arrivo del prossimo freddo, se mai tornerà questa condizione climatica dalle nostre parti. per chi ha fretta, lo consiglio su piatti esuberanti come la parmigiana di melanzane, la lasagna napoletana, totani e patate. Uno stile leggero e allegro molto indovinato, simile al rosso di Picariello, molto raro in Irpinia: sono contento che Pagli e Caciorgna non hanno insistito troppo sul frutto, spesso a volte indicato come condizione principe della bevibilità immediata mentre io credo esattamente il contrario quando si tratta di Aglianico.
Sede a Tufo, Frazione San Paolo. Tel e Fax 0825 998194 info@benitoferrara.it – www.benitoferrara.it. Enologi: Attilio Pagli e Paolo Caciorgna. Ettari: 6 di proprietà, bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: greco di Tufo, aglianico.
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