PIETRATORCIA
Uva: biancolella (45%), forastera (45) e fiano (10%)
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
La 2008 si conferma annata magica per i bianchi della Campania. Pensando ad un aperitivo che apriva la batteria della bevuta fin de siecle del 26 acasa con amici, mi son detto: apriamo con questo bianco di Gino Iacono. Il mio stupore è stato il perfetto stato di conservazione a distanza di sette anni.
La frutta è evoluta verso toni più maturi e dolci, certo, ma la beva mantiene acidità vibrante, statuaria, come difficilmente ho avuto modo di vedere in alttre occasioni.
Dunque anche i bianchi d’Ischia si rivelano un buon investimento, soprattutto quelli di Pietratorcia, già pensati in partenza per durare più di una effimera stagione.
Scheda del 23 marzo 2010. Ci sono vini che fanno “saggiami, saggiami” e altri che urlano “bevimi”, bevimi”. Il Vigna di Chignole 2008 appartiene sicuramente alla seconda categoria. L’ho ritrovato, per quei cicli vichiani che a volte sembrano disegnati da un ché di sovranaturale, proprio nello stesso posto in cui saggiai la prima bottiglia di Pietratorcia, manco chiarificata, portata da Franco Iacono, nel 1996: ieri sera al circolo Savoia durante la presentazione del Forastera di cui avremo modo di parlare sul Mattino venerdì.
Devo dire con chiarezza che i vini delle famiglie Iacono, Verde e Regine mi sono piaciuti ogni anno di più. Sin dall’inizio hanno rivelato un profondo legame con la terra dalle pietre verde non costruito ma ritrovato, ché Franco è figlio di contadini e qui alla fine è tornato per realizzare quella che si rivelata essere l’impresa della sua vita grazie alla passione dei figli e alla solida amicizia con Vito Verde che gli anni non hanno mai messo in discussione.
Sacrifici, tanti, Gino che ha studiato a San Michele all’Adige e la mano si vede, profumata dall’esperienza anno dopo anno, vendemmia dopo vendemmia.
Si respirà insomma quell’aria di verità necessaria, di assoluta corrispondenza tra quel che si è e quel che si dichiara. Sembrerà strano a tanti, ma l’anima di Ischia si ritrova adesso soprattutto in queste bottiglie: sempre uguali, per fortuna.
Questi vini hanno grande longevità, d’estae in campagna mi apro le loro vecchie annate con soddisfazione e ve ne do conto. Ieri abbiamo rifatto il giro del 2008, già perché parliamo di un bianco che esce con qualche ambizione di ritardo, il leggero passaggio nel legno gli conferisce complessità, il fiano regala la spinta necessaria.
Ieri era alla perfezione: un naso ancora floreale ma anche ricco di pesca bianca non stramatura, poi il tappetino sulfureo: attacco non piacione, ma tipico dei bianchi campani, percepisci per pochi secondi il dolce sulla punta della linea e poi il palato viene battuto palmo a palmo dalla freschezza. In bocca il vino è ancora più vivave che al naso, segno questo di una sicura evoluzione almeno nei prossimi due, tre anni.
Chiusura perfetta, appagante.
Un esempio di agricoltura estrema, centrato. Ben inserito nei 101 della Newton :-)
Sede a Forio d’Ischia. Via Provinciale Panza, 267. Tel. 081.908206. www.pietratorcia.it. Enologo: Ambrogio Iacono. Ettari: 7 di proprietà. Bottiglie prodotte: 150.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, guarnaccia, biancolella, forastera, greco, uva Rilla, San Lunardo, fiano, malvasia.
Dai un'occhiata anche a:
- Cantavitae, Piedirosso e Falanghina a Marano di Napoli
- Vigna Solfatara 2021 Piedirosso Campi Flegrei doc, Iovino
- Campi Flegrei Falanghina Luce Flegrea 2022 Cantine del Mare
- Ischia Biancolella Ruffano 2023 Azienda Agricola Ruffano
- Vinicola Tiberio, il ritorno della mitica Capri Blu
- Vigna Astroni 2016 Campi Flegrei doc Cantine Astroni
- Vini azienda Sorrentino – Nuove annate
- ‘E Magliole Campania Bianco 2021 Cantine Matrone