TENUTA LE QUERCE
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: oltre i 35 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Bisogna stare bene attenti a distinguere l’uso caricaturale del legno da quello giusto e in grado di far esprimere un vitigno. Era da molto tempo che non provavo questo vino, tra l’altro è la prima volta che lo schedo nel sito e devo dire che riporta alla mente il meglio dei fantastici anni ’90 anche se è del 2005: l’enologo, il professore Leonardo Valenti, ha infatti cercato al tempo stesso di fare esprimere tutta la potenza del sole del Sud cercando di riequilibrare le componenti in modo tale da offrire un bicchiere sostanzialmente elegante, bevibile. La nota ruffiana è soprattutto nell’attacco dolce sia al naso che in bocca, ma è un attacco che non ha la funzione di comprimere tutte le altre sensazioni, anzi, è una sorta di viatico, una porta di uno stretto corridoio che poi introduce ad un ampio salone molto ben arredato. Ma andiamo un attimo con ordine: parliamo anzitutto di una delle più belle cantine del Vulture, che da poco ha aperto anche una vineria a Potenza. Le vigne degradano dolcemente da Barile, subito dopo la nuova cantina di Paternoster, lungo la strada che porta a Venosa, una delle più belle del vino del Sud dove gli olivi si alternano alle querce, il grano alla vite, tutto piantato su un terreno nero come la pece carezzato dal vento della Murgia che si alterna a quello freddo che viene dalle gole irpine e filtrato dalla sagoma del vulcano spento. Qui c’era la casa di campagna di Giustino Fortunato, la cantina è stata costruita sotto il vigneto, tutto è assolutamente perfetto e circondato da circa 70 ettari di proprietà ben coltivati con la precisione maniacale di cura un giardino. Mi rendo conto che questa descrizione farà arricciare il naso ai neopauperisti che amano le cantine puzzolenti con le vasche in vetroresina che devono essere spostate da un anno e che "lunedì lo facciamo", ma il mondo del vino è anche questo. Per fortuna. Leonardo Pietrafesa, architetto e imprenditore del settore edile, ha portato avanti il suo progetto iniziato appunto nel 1995. Nulla è stato lasciato al caso, a cominciare dai tappi lunghi, in grado di fronteggiare l’invecchiamento, sino alle bottiglie, pesanti e importanti, oggi magari un po’ d’antan in tempi di crisi ma sicuramente belle da tenere e da versare. L’uso giusto dei legni emerge dal colore, un rosso rubino vivo con una sfumatura granato sull’unghia, molto avvolgente e rassicurante, non c’è quella concentrazione ossessiva delle caricature. Il naso cambia molto, la prima zaffata è una confettura di more, poi emergono sentori minerali di pietra focaia, poi ancora leggere note tostate di tabacco e caffé. In bocca il vino cammina molto bene: dopo l’attacco dolce iniziale che mi ha provocato un certo irrigidimento, il timone viene preso con decisione dalla freschezza che accompagna la beva sino in fondo. L’annata è fortunata e si vede: la materia prima è ben composta, niente affatto stanca, piena ma non concentrata, l’alcol viene riequilibrato dall’acidità e dal corpo mentre i tannini sono ben presenti, direi addirittura poco discreti, ma sicuramente ben estratti e vellutati. Il vino cammina dunque molto bene sul piano dlela meditazione, am noi lo abbiamo provato anche su una buona bistecchina di vitello lucano in salsa di aglianico e l’abbinamento è stato perfetto. La mia idea è che la longevità del Vigna della Corona è assolutamente incalcolabile, soprattutto se questo equilibrio continua ad essere sostenuto dall’acidità indomita del vitigno. La chiusura è da manuale, perfetta, leggera botta amarognola, il palato resta pulito e asciutto. Un grande bel vino, espressione di un progetto imprenditoriale ed enologico, non c’è la ricerca piaciona di alcune caricature che pure circolano sul territorio, ma al tempo stesso non c’è alcuno sconto verso la tradizione. Un vino con un suo stile insomma, ben preciso e delineato. Continueremo a seguirlo con passione e attenzione.
Sede della cantina a Narile, Contrada Le Querce. Sede legale a via Potenza, via Appia
Tel. 0971.470709, fax 0971.470856
Sito: http://www.tenutalequerce.it
Email: tenutalequerce@tin.it
Enologo: Leonardo Valenti
Bottiglie prodotte: 250.000
Ettari: 70 di proprietà
Vitigni: aglianico, tammurro nero