VILLA DIAMANTE
Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: 35-40 euro al ristorante
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 28/30. Palato 26/30. Non Omologazione 32/30
Avevo incrociato questo capolavoro bianco proprio a casa di Diamante e Antoine, una piccola verticale di Vigna della Congregazione improvvisata durante una delle tante visite che abbiamo avuto il piacere profondo di vivere da questo grande artigiano del Fiano.
Mi era piaciuto e rileggo quegli appunti pubblici scritti meno di un anno fa. Per Diamante è questa l’annata preferita e d’ora in avanti se la conserva nel bicchiere sentendo le successive da quello di Antoine. Da questo capiamo la lettura di stile francese che il nostro amico viticolture ha in testa: frutta, sapidità, note fumé, sottobosco e, ancora a bicchiere vuoto, la macchia. Un vino in pieno equilibrio, maturo, da bere in questi periodo in cui forse ha raggiunto il nadir anche se ho capito che con il Fiano non si può mai dire, la grandezza di questa uva è proprio nella sua capacità di elevarsi con il passare degli anni.
Lo riprovo all’ Oasis di Vallesaccarda dove vivo sempre perfettamente a mio agio, ne adoro la gentilezza in sala, la laboriosità in cucina e la profondità della cantina. Ci sono vini che vanno in testa, altri nel palato, alcuni scaldano il cuore immediatamente. Ed è quello che succede in questo caso: smetti di avere voglie e ansie, vorresti rilasciarti in questa beva fatta di nebbia, silenzi, colline difficili da scavallare, freddo e lunghi percorsi. Ma quanti cavolo di chilometri avrò percorso in questa Irpinia. Molto meno di quelli che in un lampo, sin dal primo sorso mi spinge al volo un millesimo difficile, di grande freschezza, piacevolmente sapido, capace di riempire il palato senza rilasciare alcuna nota ruffiana. L’idea del vino perfetta di Antoine che ritrova anche nel 2005.
Si sposa con le zuppe della cucina di Fischetti, con le carni, rinfranca il palato dopo il Taurasi, predispone un pomeriggio di bevuta con chi stai bene. Starei per dire: mai nessuno ha interpretato così bene la 2003. Un difetto? Per chi è abituato a bere il Fiano di Montefredano suona forse troppo equilibrato in bocca, ad un certo punto cala la tensione, ma forse non si poteva chiedere di più all’annata più calda degli ultimi dieci anni. Si tratta di una condizione che, badate bene, non annuncia il ritiro, ma di un punto di rapporti di forza tra le diverse componenti del bicchiere destinato a durare ancora molto a lungo.
Sede a Montefredane. Via Toppole, 16. Tel.0825.670014. www.villadiamante.eu. Ettari: 3 di proprietà. Bottiglie prodotte: 12mila. Vitgni: fiano di Avellino.
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