COBELLIS
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Parallelamente alla rinascita della viticoltura campana, anche il Cilento negli ultimi anni ha vissuto la sua palingenesi, il suo radicale rinnovamento che lo ha condotto in poco tempo ad una completa e positiva trasformazione. Sono sorte, infatti, molteplici aziende che hanno rivoluzionato tutto il comparto vitivinicolo.
Tanto è vero che l’enologia cilentana, improntata ad un management serio e propositivo, in poco tempo è diventata terreno fertile per la produzione di vini eccellenti, che hanno conquistato i mercati regionali e nazionali.
Tra queste nuove realtà emergenti si trova ben collocata l’azienda Cobellis di Vallo della Lucania, che soltanto dal 2004 ha spiccato il volo, sotto le direttive del valente enologo toscano Lorenzo Scotto. Il patron Massimo Cobellis è un giovane dalle idee chiare e concrete. Gestisce con i suoi collaboratori una vasta proprietà agricola di 300 ettari, posizionata interamente sui dolci declivi, che dalle prime propaggini del monte Gelbison si stende languidamente, come una donna nel suo letto, fino alla frazione Pattano.
Qui si coltivano tutti i prodotti della terra e, soprattutto, olivi centenari, dai quali si ricavano ottime olive da frangere nel frantoio di proprietà di famiglia per un olio extravergine superlativo. Si allevano anche animali domestici come bufale, mucche, pecore, capre, maiali e cavalli. All’interno di questo vasto territorio è stato avviato recentemente un vigneto di 12 ettari, che comincia a dare buoni frutti. E così vengono prodotti ottimi vini, tra i quali il migliore è sicuramente il “Vigna dei Russi Paestum igt”, un full di Aglianico.
Ed ecco allora che, come i Nostos omerici, ritornano per similitudine le affinità e le analogie col mondo greco classico. Non si può negare, infatti, che l’Aglianico (Vitis Hellenica) sia di estrazione greca, importato sulle coste campane dai coloni Tessali (gli stessi del “Vinum Album Phalangium”).
La località Vigna dei Russi, che dà il nome al vino in questione, ha una buona esposizione a sud-ovest, posizionata su un terreno franco-argilloso, con lieve presenza di scheletro. Il sistema di allevamento è quello classico di cordone speronato basso. La vendemmia viene effettuata solitamente nella seconda settimana di ottobre, con l’uva nel pieno della sua maturità e, quindi, ricca di zuccheri, tanto che dopo la vinificazione e la fermentazione, il vino acquisisce una gradazione alcolica intorno ai 15 gradi!
La macerazione avviene in vasche d’acciaio termocondizionate per 21 giorni e l’affinamento viene completato in barriques di rovere francese nuove di primo passaggio per 12 mesi ed altri mesi ancora in bottiglia. Siamo quindi a livello di un buon AOC bordolese. Il millesimo 2006, che è stato assaggiato, si presenta nel bicchiere con una veste rosso rubino, tendente al granato, lampeggiante e luminoso.
L’effetto “Marangoni” si fa notare con una marcata consistenza sulle pareti del bicchiere, per la forte carica alcolica e glicerica. Al naso svela subito i suoi aromi prorompenti ed eleganti di frutta rossa ben matura, come i lamponi e le ciliegie, con nuance calibrate ed accattivanti e sfumature balsamiche di vaniglia e tostatura. Le note fruttate vengono richiamate subito al palato e regalano sensazioni gustative piacevoli e molto persistenti, con aggiunte percettive di pepe, prugne e liquirizia e con un finale caldo, speziato, corposo ed equilibrato, in cui i tannini si sono dolcemente fusi e stemperati. In ultimo, proprio nella fase di retrogusto, una sottolineatura di un lieve tono amarognolo per niente fastidioso. Anzi, capace di dare l’ultimo tocco di classe, come un’imprevedibile stoccata di fioretto di un elegante spadaccino. L’abbinamento classico prevede formaggi stagionati, come il provolone del Monaco, il caciocavallo silano, oppure grana; selvaggina, carne alla brace, agnello al forno con patate e ragù peppiato.
Un’ultima nota, a proposito di questo vino. Qualche mese fa l’ho presentato in una serata di degustazione all’enoteca, wine-bar “Sogno di…vino” di Gallarate: i consensi unanimi, nell’occasione, sono stati entusiastici. Successivamente ho replicato la serata di degustazione, questa volta alla “cieca”, presso l’enoteca “Rossodisera” di Busto Arsizio, a confronto con bottiglie di ottimi Taurasi. Ebbene, il “Vigna dei Russi” è uscito netto vincitore di questa sfida fratricida! Chapeau!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Azienda Agricola Cobellis – Sede a Vallo della Lucania, località Prevetelupo, frazione Pattano. Telefono e fax: +39 0974/78955 – www.aziendaagricolacobellis.it – info@aziendaagricolacobellis.it – Enologo Lorenzo Scotto – Ettari di proprietà 300, di cui 12 vitati. Bottiglie prodotte circa 20.000 – Vitigni: aglianico, barbera, sangiovese, fiano, coda di volpe, trebbiano e malvasia.
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