Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Ho sempre amato molto questo bianco, uno dei primi campani ad essere presentato sul mercato con un po’ di ritardo, circa un anno, nato nell’era glaciale 1989 con altre idee e in altri mondi, che ha attraversato con dignità gli anni ’90 peccando di poca autostima.
Anche lo stile di quel decennio, mantenuto sino alla 2007, appunto, in fondo non mi dispiace perché è vero che ha il naso un po’ omologante di legno dolce e canforato, ma è gustoso oltre che divertente il cambio passo in bocca dove emerge tutta la falanghina scugnizza, fresca e amara, lunga e di corpo, che trasforma la beva in una sorta di doccia scozzese dolce-salato.
Anche se mia madre dopo 55 anni e mia moglie dopo venti non se ne sono ancora accorte (lavori oggi?), la domenica per noi giornalisti è un giorno come un altro. In verità non se ne sono accorti neanche amici e amiche che il venerdì continuano ad augurarmi un irritante quanto vacuo “buon week end”.
Invece noi, insieme ai cinesi e a poche categorie di italiani (forze dell’ordine, ferrovieri, operatori ecologici, ristoratori) possiamo solo ricordarci le belle domeniche vissute da ragazzi, quando la famiglia si riuniva e si mangiava sempre alla grande.
Sarà stato per questo motivo che domenica ho fatto un sopralluogo non annunciato all’Hotel Romeo per verificare come funziona la storia del light lunch prima di andare al giornale.
Come è andata? Bene, molto bene direi. Soprattutto perché tra la monumentale carta dei vini abbiamo scelto questo Falerno che ha accompagnato la zuppa di Salvatore Bianco che come la cornucopia dell’abbandonanza ci ha sciorinato solo belle notizie: il ristorante gourmet va bene e l’albergo gira con ottime percentuali.
In linea di massima Napoli turistica chiude in positivo una stagione turistica complessa: del resto bastava girare per le strade del centro in queste due settimane per accorgersi che eravamo noi e i turisti.
Il Vigna Caracci fronteggia e doma la zuppa, molto intensa, di Salvatore. Ci ricorda la longevità che avevamo verificato nella bella verticale fatta con Franco Continisio a Vitigno Italia.
Molto bello il gioco sul dolce, moderno e senza zucchero, una visione del mitico ricotta e pera di Salvatore De Riso. Con questo bianco ci sta al bacio.
Sede a Cellole, Via Domitiana, 18, Km 4,700 Tel. 0823 932088, fax 0823 932134.
www.villamatilde.it info@villamatilde.it Enologo: Fabio Gennarelli con la consulenza di Riccardo Cotarella. Ettari: 90 di cui 62 vitati Bottiglie prodotte: 750.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, abbuoto, falanghina, coda di volpe, Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi docg nella Tenuta aziendale di Altavilla
Dai un'occhiata anche a:
- Masseria Felicia, Ioposso Piedirosso Igt Roccamonfina 2016: un riuscito esperimento tra solidarietà e territorio
- Vini Tenuta Fontana – Nuove annate
- Country House Ortali a Galluccio: Aglianico e Falanghina di cinque amici
- Paradosso: il vino bianco da uve rosse della Cantina Trabucco
- Villa Matilde Falerno del Massico Bianco Collecastrese 2023 Dop. L’enologa Maria Cristina De Simone Avallone alla guida della produzione
- Terra di Lavoro Campania Igp 2015 – Galardi
- I Cacciagalli a Teano presentano i loro due nuovi spumanti
- Masseria Felicia Ariapetrina 2016 Roccamonfina Igt. Lo “scugnizzo di casa” di Maria Felicia Brini