La mia generazione è stata fortunata: abbiamo visto l’uomo sulla Luna, l’abbraccio fra due Papi, il crollo del muro di Berlino, due volte l’Italia Campione del Mondo e una Falanghina del 2014 pimpante, giovane, fresca e complessa (che non sia visto come ossimoro). L’artefice di questa rivoluzione che ha stroncato i pregiudizi in cui eravamo cresciuti è stato Gerardo Vernazzaro, tanto leggero e piacevole nella conversazione quanto pesante e pignolo nel lavoro. Il ricordo di questo bianco stappato durante lo SvuotaCantina è preciso e posso riassumerlo così: un grande bianco emozionante e perfetto. Frutto di una vigna sul bordo degli Astroni sorvegliata da un asinello, lavorato solo in acciaio, questa etichetta è frutto di studi lunghi e consumati. La2014 si rivela ancora una volta annata sorprendente alla lunga distanza, da bere, come facemmo, su blu di capra di Tenuta Principe di Mazzacane.
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