di Enrico Malgi
Ecco qui la seconda bottiglia di vino che mi ha letteralmente entusiasmato recentemente durante lo “svuota cantine” presso l’abitazione di Luciano Pignataro.
Si tratta del magnum Vigna Andrea Taurasi Docg 2005 Colli di Lapio di Romano Clelia. Etichetta dedicata al nipote di Clelia e figlio di Carmela Andrea Zarrella, allora fanciullo di pochi anni quando è iniziata la produzione di questo vino nell’anno 2000.
Ovviamente soltanto Aglianico allevato nel comune di Lapio a seicento metri di altezza col metodo tradizionale a starsete. Da premettere che Lapio è l’unico comune irpino che si può fregiare della Docg sia del Fiano di Avellino e sia del Taurasi. Vendemmia effettuata ad inizio di novembre. Come da Disciplinare il vino è maturato per tre anni, tra acciaio, legno e vetro. Gradazione alcolica di quattordici gradi. Se si trovasse ancora qualche bottiglia da 750 ml. di questo millesimo il costo attuale sarebbe di circa 30,00 euro, cioè un vero regalo.
Bicchiere tinto da un colore rosso granato elettrizzante e sfavillante di gioia e lambito ai lati da riflessi rubineggianti ancora giovani. Il profilo aromatico è decisamente ammaliante ed intrigante, laddove sollecita un naso ben disposto ad annusare eterei e pluralistici profumi, che riescono a fondere insieme captazioni olfattive di frutti di bosco, amarena, prugna, fichi secchi, mandorla tostata, fiori rossi, erbe aromatiche e spezie orientali. Sontuosi gli spunti terziari di ottimo impatto. In bocca penetra un sorso austero, empireumatico, potente, scalpitante, vibrante, esuberante, sostanzioso, temperamentale ed infiltrante. Di contraltare il vino nel suo sicuro incedere esprime anche una modulata scioltezza e bevibilità, toni morbidi ed evoluti, una timbrica fine ed elegante, un raffinato aplomb, una percezione tattile vivace e persistente, una purezza gustativa essenziale, ma anche complessa e sfaccettata, perché il legno ha fatto bene il suo dovere e non ha lasciato strascichi. E poi anche un’ottima amalgama ed un’accelerazione palatale equilibrata, ariosa, reattiva, dinamica e ben ritmata. In conclusione si può tranquillamente affermare che questo Taurasi si laurea a pieni voti nella categoria dei vini straordinari e molto longevi, vanto di un territorio unico e non replicabile come quello irpino. Abbinatelo con una tagliata di carne arrosto, cacciagione e formaggi stagionati a pasta dura, sarà comunque un successo, credetemi. E se in giro trovate ancora qualche bottiglia compratela ad occhi chiusi, non ve ne pentirete.
Sede a Lapio (Av) – Contrada Arianiello, 47
Tel e Fax 0825 982184 – Cell. 348 7626010
Enologo: Angelo Pizzi
Ettari di Proprietà: 5 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: Aglianico, Fiano e Greco.
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