Piazza Ferrigno 23
Tel. 089.210833 – +39 339.3218764
www.sestastazione.it
Aperto a cena
Chiuso martedì, mai in estate
Sui 35 euro
di Tommaso Esposito
Nella bella stagione la piazza maiolicata diventa il terrazzo veranda dove Matteo Cardamone e Pina sua moglie ti accolgono.
C’era un antica fornace vietrese dove oggi l’Osteria si è sistemata.
Filosofia slow. Anche a tavola.
E non soltanto per i Presidi che giungono in cucina, dai pomodori alle alici ai fagioli.
Ma per lo spirito e l’animo che c’è dietro questa scelta: una cucina di territorio, che guarda alle tradizioni, che talvolta fa scelte radicali.
Per esempio sul pesce: soltanto quello che passa di qua, non molto, e null’altro.
Trionfo dell’azzurro, quindi, con qualche seppia e qualche crostaceo catturato lungo costa o tra gli scogli tra Vietri e Amalfi.
Il menu aspetta il ritorno dal mercato o dal molo. Declamato a voce, ora da Francesco ora da Paola, giunge dai fornelli dove regnano Maria Grazia e Paola.
Intanto dal forno i caldi grissini che il capo di casa, ex panettiere, continua a forgiare.
Morbidi, fatti di pane pizza appena pepato.
E i vascuotti da bagnare direttamente nell’acqua raccolta in una scodella variopinta fatta apposta da quelli di Solimena.
Il piatto della costiera: antipasto di marcata appartenenza. Il tonno giunge dalla tonnara di parenti e viene cotto a vapore. Poi le alici di Cetara. Pomodorini e tanto sapore.
La pezzentella è la polpetta di pane. Il riuso delle molliche rafferme. Si incaciano, un po’ d’uovo e fritte in padella. Cucina povera? Sì, ma di tutto rispetto.
Poi lo spaghetto di Vicidomini (le altre paste sono di Gentile) ai ricci di mare.
Qui le uova dell’echinoderma se la giocano tutta: lipidose, quasi vellutate, avvolgono i maccheroni e accennano a un mix di dolcezza e sapidità. Molto gustoso.
Lo scammaro dell’Osteria è un piatto del lungo riposo. Lo sformato di spaghetti è nudo, nella sua essenzialità, appena rivestito dall’ammollicatura. Un po’ di basilico in pesto, qualche goccia di aceto ristretto e, se si vuole, il tocco balsamico della colatura d’alici.
La genovese di tonno c’è, ma si assaggia quella di seppie.
Beh, si sente il mare con tutta la sua potenza che la cipolla di Montoro non contrasta, anzi esalta.
I frollini al burro di bufala e limone sono di Vannulo, come la mozzarella che giunge durante la settimana.
E poi c’è l’oste Matteo che, contro tendenza, punta a fare sistema, a continuare la sua sfida finché qui, con questo cielo e questo mare, un poco alla volta le farfalle al salmone spariscano dall’orizzonte.
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