L’altro mare per i napoletani. Quello che a differenza di Posillipo non conosce tramonto. Un’atmosfera mozzafiato. Un hotel con una ventina di camere incastonato tra il verde e il mare della costiera sorrentina. Gli stranieri che arrivano a Capo La Gala difficilmente se ne vanno in giro la sera. Preferiscono cenare al ristorante Maxi, sui terrazzini all’aperto. Ambiente curatissimo, arredo e colori da barca, bianco e blu navy dappertutto, candele e conchiglie.
Qui dal 2005 lavora Danilo Di Vuolo autodidatta dalla mano sicura. L’ABC dei sapori partenopei dall’antipasto al dolce. Niente fronzoli ma interpretazione personalissima dei classici, con l’obiettivo di rendere golosi anche quelli con gli ingredienti quotidiani e magari nati poveri. Massima attenzione al pescato locale, alle verdure di stagione, agli oli Dop regionali.
E proprio da una mini degustazione di olio si comincia, stuzzicati da grissini conditi. I pani sono prodotti in proprio, farciti con noci, olive o melanzane, ma anche semplici fette da lievito madre. Il benvenuto anticipa da subito la cifra del menu: c’è il crostaceo del mercato del giorno, la crema di patate a ricordare l’orto, la grazia del fiore di borragine, il tutto tenuto insieme da un accenno di migliaccio napoletano.
A Danilo piace così, dare un’impronta personale ai prodotti senza dimenticare mai da dove viene, come quando per divertirsi serve delle fantastiche montanare (pizzette fritte) calde e soffici: altro che spezzare con il sorbetto!
Gli antipasti sono pieni e robusti, come i filetti di triglia con caponatina di verdure ma anche molto golosi, come gli gnocchi di pannocchia, quasi una cineseria, serviti con gnocchetti di ricotta e un fondo di pannocchie che verrebbe da bere a secchiate più che col cucchiaio. Anche l’altro antipasto è piatto di sostanza e sapore (e infatti lo scegliamo come secondo): un trancio di ricciola adagiato su squisite melanzane e fagiolini croccanti.
Tra i primi piatti, cappellacci ripieni di … amatriciana, interpretazione fresca e ricca al tempo stesso della classica ricetta: ancora mare, ovviamente, pomodori e cipolla fresca, un accenno di guanciale.
L’altro primo è invece uno dei piatti più sontuosi della carta, ormai un cavallo di battaglia dello chef: la pasta e patate con l’astice. Presentato in tre versioni: quella più leggera con gli ziti spezzati e i dadi di patate e astice rinfrescati da foglioline di menta; la seconda più classica, stufata nel pentolino di ghisa e la terza, servita nel sempre suggestivo tegame di rame con la provola, ripassata in forno – in assoluto la più ricca e golosa.
Il secondo piatto non scherza quanto a complessità: la carne del coccio qui è messa in competizione con quella di coniglio, ridotto anche in salsiccetta per giocare con le patate, versione divertita della celebre ricetta ischitana, rinfrescata da una base di spinaci.
Si chiude con un dessert alla nocciola, accompagnato dalla versione al bicchiere e uno al cioccolato, servito su una creme brulèe allo zafferano. Belle presentazioni e contrasti decisi.
Lo chef ci saluta però con un trionfo di pasticceria napoletana eseguita alla perfezione: piccole graffe, sfogliatelle classiche e con la crema. Infine un giro di petit four.
In sala tutto funziona alla perfezione. Servizio professionale, 10 giovani si muovono tra tavoli e cucina tutti con esperienza e mestiere.
Conto sui 100 euro. Due menu degustazione a 95 e 130.
Ristorante Maxi
Hotel Capo La Gala
Via Luigi Serio 8, Tel. 081.801.5757-(58)
www.hotelcapolagala.com
Aperto tutti i giorni, solo la sera
Dai un'occhiata anche a:
- Ristorante Alex a Lecce e la cucina della gioia di Alessandra Civilla
- Ad Agerola il fascino di Palazzo Acampora e la cucina fine dining de La Corte degli Dei
- San Pietro – Bistrot del Mare
- N’Ata Cosa: la trattoria della domenica a Mergellina
- A Trentinara la cucina lenta di Villa Tredaniele
- Rifugio Rosolea e la cucina cilentana sul Monte Gelbison
- Ristorante Don Peppe, Piano di Sorrento
- Relais Blu a Termini di Massa Lubrense, c’è Fumiko Sakai !