Appena arrivati al B&B Casale il Sughero (nome mutuato dal vicino sughereto) veniamo accolti dal fuoco, dal freddo e dal vento. Ci troviamo catapultati nell’entroterra collinare cilentano tra Morigerati, Tortorella e Vibonati, immersi in una folta vegetazione e posizionati sopra uno spuntone di roccia, da cui la vista spazia fino al mare di Villammare.
Per prima cosa ci scaldiamo vicino al termo-camino, che ci fornisce un dolce e rassicurante tepore. Poi cerchiamo di fare conoscenza col nostro anfitrione: il giovane, barbuto e “pensatore” (lui si autodefinisce filosofo) Amedeo Trezza, che ormai vive qui da qualche tempo, dopo aver abbandonato – senza rimorsi mi dice – la città insieme con sua moglie Claudia D’angelo.
Dopo aver ristrutturato un vecchio edificio con principi di bioarchitettura e dotandolo poi di un impianto a pannelli solari, hanno provveduto al recupero di un terreno coltivato per secoli, ma che ormai era totalmente abbandonato all’incuria del tempo da sei lustri.
Attraverso uno spazio destinato al pascolo, al frutteto, all’orto e al selvatico hanno ripristinato la fruibilità e la fertilità agricola, con metodo biologico e sinergico e poi si sono anche dedicati all’allevamento di pochi animali da cortile, per un’economia domestica di auto-sostentamento e non di accumulo, che intende coinvolgere anche gli ospiti presenti.
L’idea fondamentale che esplicita Amedeo, infatti, è quella che “…l’ospite-viaggiatore (non il turista, si badi bene) che arriva qui deve avere un approccio non consumistico; deve partecipare ai nostri laboratori, collaborare al buon andamento aziendale, deve essere rispettoso di sé, degli altri, degli animali, delle tradizioni locali e della biodiversità. Deve essere motivato e mosso da curiosità antropologica verso il territorio ed i suoi abitanti, prima ancora di conoscere le bellezze artistiche, paesaggistiche e culturali locali.
Deve essere attento al risparmio idrico ed energetico, in quanto la struttura si alimenta con fonti rinnovabili e facilmente esauribili. Inoltre, con l’ospite si condivide tutto quello che la natura offre, a cominciare dalla ricca prima colazione biologica e integrale, caratterizzata da prodotti tipici e genuini a “chilometro parco”, quali il pane fatto con grani antichi, il latte caprino appena munto, il miele, le confetture e le marmellate, la frutta fresca appena colta dall’albero e dal sottobosco, il caffè tostato a legna, lo zucchero di canna, il burro e i dolci. E poi ancora a disposizione c’è l’olio extravergine d’oliva certificato, le uova, la farina integrale, la ricotta, i formaggi freschi e stagionati e il cacioricotta, tutti derivati dal latte delle capre e poi verdure, ortaggi, e così via…”.
La struttura si compone di appena quattro stanze, due con servizi privati e due in comune. Agli ospiti è data la possibilità di consumare i pasti anche a pranzo e a cena (i Trezza mi dicono che sono esperti nell’arte culinaria), laddove esiste la disponibilità, con un semplice contributo spontaneo.
A disposizione ci sono alcuni animali domestici: conigli, galline, capre, oche e perfino un asino, con cui è possibile fare passeggiate.
Altre attività che offre l’azienda sono: incontri, riunioni e mostre; laboratori tematici per grandi e piccoli, con particolare attenzione ad eventi musicali su canti e suoni tradizionali; il laboratorio Città del Quarto Paesaggio; attività ludiche ed enogastronomiche; trekking; fattoria didattica; visite organizzate all’oasi di Morigerati, all’area marina protetta della Masseta e degli Infreschi.
Inoltre c’è la sede dell’Ateneo Nomade Triangolare di Cultura Rurale. Insomma, tante buone idee partorite dalla fervida immaginazione di Amedeo Trezza, in un contesto davvero unico e particolare, e a cui non resta altro, al momento dei saluti, che augurargli: buon proseguimento!
Enrico Malgi
Sede a Vibonati – Contrada Grasso
Aperto tutto l’anno;
Lingue parlate: Inglese, Francese e Spagnolo;
Carte di credito accettate: nessuna;
Prezzi: una doppia costa 70,00 euro in alta stagione, 50,00 in bassa.
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