Inquieta e suggestiva, selvaggia, silenziosa. Autentica e contraddittoria, melanconica e poetica. Intensa. Calabria.
Il viaggio.
2 giorni, 882 km, 3 ristoranti, 1 forno, 40 piatti, 159 foto, moleskine bic, musica -tanta-, 2 sigari.
Diario dei bordi.
Osservare un sud che è da sempre, per molti, solo “questione + meridionale” e che attraverso il cibo, invece, racconta il sentimento di un popolo che alle emigrazioni e alle separazioni antepone, grazie ad una vivace generazione di cuochi e vignaioli dal grande respiro, speranza, rinascita e un invito a ri-tornare. La cucina si fa linguaggio, ricco e generoso, che ha impresse le matrici della memoria e della tradizione con molto slancio e altrettanta compostezza e che esprime forti i profumi di una territorialità pura e genuina, dove il mare e la montagna sono rituali, segni e comportamenti radicali di un popolo vero.
Questo è il mio viaggio nella (e non della) speranza che vuole compiersi attraverso un passato che si rinnova e si ritrova nel senso vero di comunità e si tiene vivo grazie al convivio, alla gentilezza, alla memoria di una generazione entusiasta, tenace, laboriosa, ricca di sentimento, ospitale e felice.
Appunti.
Chi, cosa, perché, il piatto del cuore, la musica.
prima sosta: Gioiosa Jonica, Gambero Rosso.
Nei taccuini dei viaggiatori gourmet questa storica insegna guidata dalla famiglia Sculli è segnata con una stella e sicuramente con un cuore. Tiziana e Francesco in sala sono dei perfetti ospiti; accoglienti, accorti, gentili. Riccardo in cucina rende omaggio al mare, la mano è esperta, i piatti sono eleganti, puliti, gustosissimi, pensati camminando guardando il cielo “a piedi nudi sulla sabbia”.
Il Piatto del cuore.
Spaghetto con erbette spontanee, tartare di ricciola e bottarga.
- carnoso, succulento, fresco, intenso. Tecnica, materia, eleganza –
Il Vino.
Santa Venere, FrankyeGo, Bianco metodo classico.
La Musica.
George Harrison, My Sweet Lord
seconda sosta: La Tavernetta, Campo San Lorenzo, Camigliatello Silano.
È la montagna a dettare i ritmi e i sapori intensi di questa tavola che trova rifugio nell’incantevole paesaggio del Parco Nazionale della Sila e che la famiglia Lecce custodisce, con dedizione e passione, da oltre quarant’anni. A dare continuità al lavoro di papà Pietro, impreziosendolo ulteriormente, ci sono i figli: Carolina, Biagio ed Emanuele. A lui sono affidati i fornelli. I suoi piatti raccontano con leggerezza e fedelmente i sapori della montagna e del suo sottobosco: erbette spontanee, funghi e tartufi, cacciagione e carni ben frollate e lavorate con cura. Il linguaggio è moderno e tra i più interessanti del panorama gastronomico non solo regionale.
Il Piatto del cuore.
Pappardelle all’uovo, ragù di capriolo con spuma di ravanelli e rapa rossa.
- Rugoso, profumato, equilibrato, voluttuoso. Bis… –
Il Vino.
Cataldo Calabretta, Calabria Rosato IGT biologico.
Con la Musica al palato.
terza sosta: De Gustibus, Palmi.
Maurizio Sciarrone con la sua cucina, solida e buonissima, ha fatto di questo ristorante uno dei più buoni del sud. Oggi, con altrettanto orgoglio, può godere e osservare con privilegio dalla sala dei risultati altrettanto importanti del giovane figlio Armando. La sala raffinata e accogliente, restituisce quiete e voglia di abbandonarsi all’esperienza culinaria confortati dalle attenzioni e alle premure di Luciana. Il mare sbuffa ad un passo dalla cucina e Armando lavora il pesce, freschissimo, con rispetto e tecnica d’ispirazione nipponica.
Il Piatto.
Struncatura con le alici fresche (versione De Gustibus)
- È il piatto antico dai sentimenti moderni. È il canto di Natale. È la mano e la memoria che sanno accarezzare delicatamente i cuori –
Il Vino.
Antonella Lombardo, PiGreco, Calabria IGT.
Con la Musica al palato.
Vinicio Capossela, Ovunque proteggi.
Ai viaggiatori fuori tempo, al sud e al suo sentimento popolare, desiderio e passione.
Prosit e Serenità.
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