Strada Provinciale Zabatta 252, Terzigno (NA)
Tel. 081 5295016
di Antonella Amodio
Sono trascorsi ben 22 anni dalla vendemmia alla degustazione del Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco Ventennale 2002 di Villa Dora. Un lungo periodo di tempo che non ha minimamente intaccato il vino, donando al calice solo qualche sfumatura di maturità all’olfatto, smentita dal sorso fresco che ha ancora tanto da raccontare. Non a caso, la Guida VITAE 2024 dell’AIS – Associazione Italiana Sommelier – lo ha premiato con il Tastevin, il massimo riconoscimento tra dodicimila vini degustati e recensiti, raggiungendo anche il punteggio più alto. “Un attestato a vita attribuito all’azienda“, come ha affermato il presidente regionale AIS Campania, Tommaso Luongo.
Solo pochi giorni fa si è svolta la degustazione storica del Vigna del Vulcano, raccontata in dieci annate (9 + 1 cuvée) e guidata da Tommaso Luongo alla presenza e con la partecipazione del presidente nazionale AIS Sandro Camilli, dell’enologo della cantina Villa Dora Fabio Mecca e di Vincenzo Orabona, nipote del fondatore Vincenzo Ambrosio. “I bianchi campani affrontano il tempo con grande naturalezza e Vigna del Vulcano è la longevità fatta vino. Il Vesuvio è un luogo speciale”, ha dichiarato Sandro Camilli, il presidente nazionale AIS, ai margini della degustazione.
Il Vesuvio e il legame con il vino
L’ambientazione è quella del Vesuvio, tra uliveti, cespugli di ginestre e viti centenarie a piede franco, che spesso si riproducono per propaggine, rendendo ancora più affascinante la bellezza della natura che caratterizza il luogo, ricco di Ville Romane e di reperti archeologici. Il comune è quello di Terzigno, un tempo anticamera dell’antica Pompei, collocato all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, abbondante di biodiversità, con il fitto bosco detto “Bosco del Vesuvio” e la “Pineta Mediterranea” che concorrono ai 265 ettari di estensione. Le antiche varietà di uve prosperano nei terreni vulcanici di sabbia, lapilli e cenere. Vincenzo Ambrosio nel 1995 compra la proprietà in questo scenario e nel 1997 fonda Villa Dora là dove nessun contadino o imprenditore pensa ad investire. “Un folle”, come afferma la sua famiglia. Un visionario, come dimostrano i suoi vini. La moglie Dora, a cui ha dedicato il nome della cantina, assieme ai figli Giovanna, Antonio e Francesca, esprimono gratitudine per la determinazione dell’uomo che ha fronteggiato ogni possibile sabotaggio del suo progetto vinicolo.
La degustazione di 9 annate di Vigna del Vulcano e una cuvée presentata in anteprima.
Il territorio con la sua magnificenza e la fertilità dei suoli vulcanici si riflette nei vini di Villa Dora. Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco ne è la testimonianza, frutto di un’accurata attenzione dei vigneti e poi di una sapienza enologica. Prodotto con uve falanghina e caprettone (quest’ultima in passato confusa con la varietà coda di volpe), allevate con la tradizionale pergola vesuviana da viti di circa 70 anni a piede franco, Vigna del Vulcano incarna l’essenza stessa della tradizione vinicola del Vesuvio, in particolare del versante sud-orientale del vulcano. Un vino bianco che fa parlare di sé, per longevità, eleganza e complessità. Per richiami territoriali e per lo standard qualitativo.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2020
Annata relativamente calda. Giallo paglierino, luminoso. Olfatto di macchia mediterranea, erbe officinali e ginestra. Sorso disteso e salino. Composto e molto giovane.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2018
Millesimo segnato dal clima instabile. Il colore del vino cambia poco rispetto alla 2020. Note incisive di pietra focaia, salvia, bacche di ginepro e pesca bianca. Struttura solida. Agile, fresco e disteso.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2016
Annata straordinaria. Paglierino con riflessi verdolini. Profumi di anice,
acacia, camomilla e tocchi sulfurei. Il sorso fresco è attraversato da una decisa vena marina. Corpo elegante. Finale lungo.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2015
Vendemmia calda. Giallo paglia. Agrumi gialli, basilico e nespola. Bocca
salmastra, ampia e dotato di una scorrevole beva. Chiude con persistenza.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2014
Annata difficile. Nel bicchiere sfoggia delicatezza anche nel colore giallo paglia. Iodio, accenno di pietra focaia e frutta gialla. All’assaggio è snello, sottile e molto sapido.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2008
Vendemmia equilibrata. Profumi di erbe aromatiche, frutto della passione e sfumatura di ginestra. Sorso fresco, con spalla acido -sapido in equilibrio e un finale ampio e lungo.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2006
Prima annata con la malolattica svolta sulla massa destinata all’imbottigliamento. Un caleidoscopio di profumi dai toni caldi: datteri, albicocca disidratata, melone, nuance fumé. Al palato è austero, salato e dotato di una lunga progressione.
Vigna del Vulcano Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2005
Vendemmia di grande qualità.
Complesso nei profumi di mandorla fresca,
albicocca disidratata, pietra focaia e humus. Agile al sorso, con la freschezza in primo piano e un finale profondo e sapido.
Vigna del Vulcano Ventennale Lacryma Christi Vesuvio Bianco 2002
Annata piovosa e fredda. L’unico che ha fatto il passaggio in tonneau per 3 mesi. Giallo dorato e timbro olfattivo di scorza di agrume, frutta secca, vaniglia e tocchi di idrocarburi. Bocca burrosa, calda, persistente e salmastra. Un vino esuberante e solido.
Cuvèe (nome provvisorio)
Frutto dell’assemblaggio e del taglio di più annate: 2006, 2009, 2013, 2018, con variazioni di sosta sulle fecce fini dai 2 anni ai 15 anni.
Un vino che ricalca ulteriormente il lavoro di qualità di Villa Dora. Assaggiato in premier come campione di vasca, mi riservo di raccontarlo al momento opportuno. Anticipo che non sarà Lacryma Christi Vesuvio Bianco, ma igt.
Cantine Villa Dora
Strada Provinciale Zabatta, 252 Terzigno (NA)
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