di Sara Marte
L’impegno primo dei giorni passati: sbirciare tra gli stand attraverso il castello Mediceo, nel cuore del nostro amato e controverso Parco Nazionale del Vesuvio. Prodotti del territorio e ancora i luoghi del vulcano declinati attraverso gli splendidi oli, le conserve, i pomodori e le eccellenze tutte che si sviluppano in una cornice spettacolare come quella delle sale dagli stucchi antichi.
Un’affollata postazione parla di Slow Food e permette di avvicinarsi al mondo del buono, pulito e giusto. Il panorama che si perde all’orizzonte fino al mare è tutto ciò che serve qui per l’atteso momento del Premio Amodio Pesce.
Quest’anno la commissione (presidente Luciano Pignataro, segretario Sergio Romano), riunitasi ai primi di Agosto era composta di giornalisti enogastronomici ed enologi. Così, nel tempo di una degustazione, l’incontro di oltre 60 vini tra rossi, bianchi, rosati e bottiglie “da invecchiamento”. Domenica 11 Settembre giunge allora il giorno del verdetto!
La sala, prima storica scuderia del palazzo Mediceo, quest’anno è allestita con tavoli e bicchieri da degustazione. Preferiamo quest’approccio che permette ai presenti di provare contestualmente non solo l’emozione del premio ma comprendere i vini attraverso la descrizione più eloquente: l’assaggio.
Ecco dunque i vincitori che parlano la lingua del Vesuvio e del nostro territorio e che sono stati premiati in questa calda e splendente domenica di Settembre:
Lacryma Christi Bianco:
De Falco Vini, Lacryma Christi Bianco 2010
Decisamente tipico, anche quest’anno la cantina De Falco porta a casa un premio. Bel colore luminosissimo e vivace, è un bicchiere che parla di frutta e di territorio. Attacco agile per questa Coda di volpe in purezza che si esprime con uno slancio fresco e sapido al palato. Una lieve nota minerale, ha buona struttura e termina abbastanza lungo. Lascia tutti piacevolmente colpiti. Bella bottiglia davvero.
Lacryma Christi Rosato:
Azienda Vinicola Sannino, Lacryma Christi Rosato 2010
Qui ci troviamo di fronte al colore inconfondibile del rosato di Sannino. Quel rosa “marchio di fabbrica” e luminoso che anticipa una certa spinta giovanile. Piedirosso al 90% e aglianico è tutto giocato su un gradevole equilibrio di freschezza e un’accennata mineralità, toni tenui di frutta e semplicità. Non troppo lungo lascia comunque la bocca rinfrescata e pulita.
Lacryma Christi Rosso:
Michele Romano Vini, Lacryma Christi Rosso 2010 linea “Gemma”
Qui, con un emozionato Michele Romano, ritira il premio Gemma Romano, ormai quarta generazione della cantina. Bel colore rosso rubino ha un naso ricco di frutta e uno slancio di piedirosso che si percepisce gradevole. Composto da piedirosso per l’80%, aglianico al 13% ed Olivella al 7% è ottimo alleato in tavola. Ha una buona sapidità ed una struttura moderata e beverina.
Lacryma Christi “da invecchiamento”:
Vigna Pironti, Lacryma Christi Rosso 2007 “Carpino”
Non si può parlare di riserva giacché non è contemplato nel disciplinare. Identificato dunque come rosso da invecchiamento, questo vino trascorre tra i 12 e i 18 mesi in barrique di rovere di secondo passaggio. Piedirosso per l’80% e aglianico, ha un impianto solido di buona materia ed un colore rubino vivace che lascia prevedere un’evoluzione futura. Ha naso fruttato e peposo che accompagna poi il palato. Buona intensità e una certa persistenza.
Si conclude dunque la quarta edizione della kermesse, ormai diventata tradizione. Non possiamo far altro che aspettare il resoconto di questa tre giorni e attendere il prossimo anno per scoprire quant’altro il Vesuvio ha di buono da offrire. Oltre ogni vincitore, resta infine l’idea, dopo aver degustato quelle 60 bottiglie, che il Vesuvio stia lavorando in qualità, con una crescita sussurrata ma concreta.
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