di Marina Alaimo
Forgiato dal tempo delle vecchie pergole vesuviane di piedirosso e aglianico, impiantate dopo l’ultima eruzione del vulcano del 1944. Forgiato dal suolo lapillico e dalla roccia lavica che marchiano con determinazione l’identità di questo vino. Forgiato dalla caparbietà di chi ha voluto trarre il meglio da questa terra facendo leva sui ricordi di famiglia che indissolubilmente si intrecciano ai riti della vigna e della vendemmia. Forgiato dall’estrema cura dedicata ad ogni piccolo dettaglio senza mai pensare che possa essere inutile.
Entrando in Villa Dora a Terzigno, la sala è piena in misura decisamente maggiore a quelle precedenti per la verticale di Forgiato.
Dopo il Vigna del Vulcano e il Gelsonero, è questa la terza degustazione verticale dei propri vini che la famiglia Ambrosio organizza per condividere con amici ed appassionati l’entusiasmo per il proprio lavoro. E la fiducia raccolta con costanza nel tempo ha contribuito ad accrescere sempre più il successo di questa azienda. Ma non solo. Le tante bottiglie ormai in giro per il mondo hanno acceso un’attenzione considerevole sui vini del Vesuvio e sull’antica storia vitivinicola di questi luoghi.
A parlarci della storia è il professor Cimmino incantando il pubblico con i suoi racconti ricchi di particolari. Ugo Leone presenta le meraviglie naturalistiche custodite dal Parco Nazionale del Vesuvio che avvolge la tenuta Villa Dora. Luciano Pignataro sofferma l’attenzione sull’importanza di operare in totale armonia con il proprio territorio, rispettando l’identità dei vini che lo rappresentano. Ma sottolinea soprattutto il valore etico di un progetto di lavoro che garantisca un futuro felice a chi verrà dopo di noi. Giovanni Ascione, famosa penna Bibenda, guida insieme a me la verticale delle sei annate di Forgiato in degustazione.
2009: ultima annata in produzione ed uscirà sul mercato nel 2013; attualmente si sta distribuendo la 2007. Naso intenso, in prevalenza frutto croccante di ciliegia e sottobosco, determinata la vena minerale e sottili la rosa e le spezie. In bocca ha grande energia fatta di acidità spinta, tannini decisi e sapidità ricca.
2008: l’annata tendenzialmente calda evidenzia i toni fruttati della marasca affiancati dai caratteri minerali che identificano tutti i vini Villa Dora. Il sorso è scorrevole di bella freschezza e lunga sapidità.
2007: da questo millesimo in poi l’azienda decide di passare dall’utilizzo della barrique a quello del tonneaux. Naso dal temperamento giovane con mineralità in evidenza e ciliegia polposa, le spezie sono eleganti e ben in asse con il vino, tabacco, pepe e cacao. In bocca è estremamente piacevole, ricco e agile allo stesso tempo e veloce sulla spinta della freschezza verticale, salato e lungo.
2006 Naso da rincorrere, profondo ed intrigante: resina e roccia bagnata anticipano i toni fruttati di amarene e gli accenti balsamici molto eleganti. Bocca agile e scattante, di grande freschezza e dinamicità, con tannini compatti e accenti salini.
2004: esprime una bella profondità del frutto nei toni del sottobosco, è cupo e terroso con tocchi speziati non invadenti di pepe pungente e cannella. Bocca ricca ed austera con tannini ruspanti di gran carattere, spinta freschezza che dona grande piacevolezza, chiude lungamente sulle note salate e minerali.
2001: annata dell’incertezza perché la prima, ma anche della sorpresa per il buon risultato raggiunto e quindi della speranza. Al naso è elegante e da inseguire con pazienza. Sa esprimere un frutto ancora giovane di ciliegia ed amarena e decisi sentori minerali e di cenere. Ha acquisito comunque l’eleganza e la profondità del tempo specie nelle note speziate. Splendido al palato, sfoggia un carattere ancora esuberante nella freschezza e nell’energia dei tannini, sapido, lungo e agile.
Foto di Tommaso Esposito
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