di Enrico Malgi
Memorabile serata quella vissuta il 27 giugno scorso all’Enoteca Paradise nell’ambito del Paestum Wine Festival con il pluripremiato binomio Luca Gardini – Fiorduva a tenere banco. Sotto la magistrale direzione, presentazione e conduzione del miglior Sommelier d’Europa e del mondo del 2010, si è tenuta una verticale del bianco amalfitano, posizionato al terzo posto nei primi cinquanta vini d’Italia e più volte premiato da tutte le testate giornalistiche specializzate, alla presenza di un folto gruppo di appassionati, di critici e di esperti settoriali.
Come è noto, si tratta di un bianco della Costier da uve Fenile, Ripoli e Ginestra con un passaggio in legno nato dalla collaborazione storica di Luigi Moio con questa bellissima cantina appollaiata a Furore che ha risollevato la viticoltura del territorio.
Si è cominciato col millesimo 2013 appena uscito sugli scaffali delle enoteche. Vino giovane ed ancora in itinere, il colore giallo paglierino, con riflessi luminosi. Naso profondo ed intrigante, che esalta aromi intensamente fruttati di pera, di pesca e di agrumi, intrecciati note di glicine, timo e salvia. Al palato è fresco, succoso e connotato da una marcata incidenza salmastra. Progressione ritmata e vibrante. Finale seducente ed elegante. Darà il meglio di sé ancora tra qualche anno.
Annata 2009 – Colore certamente più carico del 2013, un bel giallo lucente e quasi dorato. Bouquet esplosivo e coinvolgente, in cui predominano delicate fittezze di limoni, di gelsomino, di ginestra, di rosmarino e di cappero selvatico. Approccio palatale ricco con un frutto maturo e polposo. Bella sapidità, elevata freschezza che fa salivare, slanciata mineralità, echi agrumati, spezie e giochi tostati. Allungo finale seducente ed elegante. Vino che ha ancora molti anni davanti a sé!
Annata 2008 – Colore sempre più dorato e splendente. Timbro olfattivo su macchia mediterranea, fiori di campo, miele, zafferano e componente fruttata sia fresca, ma anche secca e candita. Al palato note esotiche di litchi e frutto della passione, balsamiche, sapide, fresche e minerali. Grande appeal morbido, armonico ed equilibrato e connotato poi da una trama densa. Chiusura lunga ed appagante.
Annata 2007 – Colore oro. Note di frutta esotica, mango e papaya, ma anche percezioni di fichi, mandarini, mela golden e mandorle, accompagnate da sentori idrocarburici. E poi sfumate sensazioni di foglia di limone. Avvolgente e lungo il finale.
Annata 2004 – Una persona può rimanere giovane in eterno seguendo i dettami di una sana alimentazione e facendo un appropriato e costante movimento, ma soprattutto deve essere fortunata ad avere nel suo Dna la capacità di resistere all’avanzata del tempo e di scansare le malattie. Ecco proprio quello che accade al Fiorduva “vecchio” di undici anni di Andrea Ferraioli. Nel bicchiere colore ancora giovane, vivo e splendidamente dorato di un vino ancora in piena fase di spinta che si concede voluttuosamente coma una baiadera. Esplosione di profumi che rapiscono l’olfatto con essenze fruttate di fico, di pesca e di bergamotto. Nell’aria si liberano poi soavi fragranze vegetali di timo, di salvia, di rosmarino, di dragoncello e di menta, che si intrecciano ad aromi floreali di ginestra e di gelsomino. In sottofondo anche zaffate iodate e salmastre. Impatto del sorso sulla lingua avvolgente e coinvolgente. Coté fruttato di pesca e di agrumi, piglio erbaceo e sviluppo succoso e reattivo. Incidenza acida, scattante, vibrante, speziata, “fumosa”, polposa, elegante, affascinante e profonda. Allungo finale persistentemente edonistico ed appagante. Vaticino nel Dna di questo millesimo almeno altri quattro-cinque anni di serbevolezza.
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CONCLUSIONE
Un grande bianco della Campania molto amato ovunque che si conferma punto di riferimento in Costiera Amalfitana. La degustazione di Luca Gardini ci ha permesso di entrare alla grande nel bicchiere e di capirme la profondità.
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