di Monica Bianciardi
Firenze ultimo giorno di settembre che sembra protrarsi in un estate senza fine, le stradine del centro sono invase da turisti e nelle splendide piazze fiorentine l’aria calda soffia portando nell’aria odori disparati di cibo e umanità. Il passato storico di Firenze colpisce ed attraversa l’animo di chi a quell’ora nella luce pomeridiana osserva la storia attraverso quei monumenti, testimoni delle sapienti mani degli artisti del passato. L’aria calda crepuscolare, colora i palazzi di tonalità calde piene di ombre e luce ammantando la città di un’aurea surreale.
Il palazzo Antinori si trova nel cuore di Firenze la cui facciata rinascimentale ha nel suo centro il grande stemma di famiglia. La storia della famiglia è legata al vino in maniera indissolubile fin dal 1385, quando Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri.
26 generazioni, di tradizioni legate alla produzione di vino dove le antiche radici non hanno intaccato lo spirito di rinnovamento. Il successo di un vino non è mai determinato dal caso, ma da un insieme di fattori umani e di scelte che si tramutano in conseguenze. Antinori ha saputo introdurre al momento opportuno quell’input rinnovatore che ha determinato uno stile produttivo ancora oggi apprezzato ed efficace. Un approccio lungimirante e coraggioso che porta Pietro Antinori ad assumere nel 1979 un giovanissimo Renzo Cotarella. Un giovane enologo motivato e capace che da subito intuisce le potenzialità vitivinicole umbre per la produzione di vini bianchi da invecchiamento di altissima qualità. Nella tenuta umbra del Castello della Sala i terreni si trovano ad un’altezza di 220 – 470 metri sul livello del mare ed in quella zona sono caratterizzati da un suolo tendenzialmente argilloso, con ottime escursioni termiche che ben si prestano alla coltivazione di vitigni a bacca bianca. Ma è durante un viaggio in Francia di Piero Antinori e Renzo Cotarella nel 1981 che nasce l’idea di produrre un grande vino bianco che potesse affermarsi per indiscutibile unicità e che rappresentasse a pieno il territorio e il produttore.
La prima vinificazione, nel 1982, fu una delusione, ma Renzo Cotarella non si arrese, fece diversi tentativi, attese la vendemmia adatta che finalmente, nel 1986, arrivò. Questa volta si decise di puntare, oltre che sullo Chardonnay, anche sul Grechetto, varietà autoctona a bacca bianca. Furono utilizzate solo barrique nuove, fu controllata la fermentazione, venne favorita la macerazione a freddo raccogliendo le uve all’alba, trovando così la combinazione perfetta. Queste scelte, unite alla decisione di mantenere il vino a contatto con i lieviti senza travasi, si rivelò fondamentale, così come determinante fu l’uso del Grechetto, che infuse al vino un’identità, personalità ed equilibrio fra morbidezza e mineralità. La 1986 fu anche un’annata fortunata: lo Chardonnay fece casualmente la macerazione malolattica in legno; una circostanza fortuita che si rivelò determinante per il successivo sviluppo ed evoluzione stilistica del vino.
Anche in cantina modernità e tradizione vanno di pari passo. La cantina di vinificazione, garantisce una qualità senza compromessi grazie a moderne tecnologie mentre nella parte antica risalente al XVI secolo e situata sotto l’antica roccaforte del Castello della Sala riposano il Cervaro della Sala ed il Pinot Nero nelle barriques di rovere francese, protette dalle spesse mura della fortezza, capaci di mantenere una temperatura ed umidità naturalmente costanti
Ci sarò sempre disse un cielo fermo, sussurrando all’orecchio d’un mare mosso.
(vinkweb, Twitter)
Tasting Notes
Cervaro della Sala 2013
Il 2013 è stata un’annata tendenzialmente fresca, che si ritrova nei profumi di fiori e frutto agrumato in cui il lime è ben evidenziato. Note dolci vanigliate seguono un boquet ancora determinato da tocchi giovanili, miele di tiglio e menta. Al palato energia e materia si fondono in sorso carnoso e saporito. Nerbo e carattere con un finale elegante di agrumi e fiori di tiglio.
Cervaro Della Sala 2005
Altra annata fresca la 2005 . Note di evoluzione in cui si riscontrano sentori di pietra focaia si affacciano per prime per poi aprirsi con spezie piccanti di pepe bianco, curry frutta disidratata, agrumi, fiori di arancio, caramello. Palato denso e potente ha volume e vena fresca decisa, bilanciata da una vellutata morbidezza, burroso e sapido il sapore si protrae sulla persistenza.
Cervaro Della Sala 1996
Intensità cromatica oro verde dotato di grande luminosità. Un ampio ed intenso bouquet che si esprime in un vortice di profumi, delinea un profilo raffinato dato dall’alternanza di toni freschi e dolci. Floreale di camomilla, magnolia ed un frutto polposo di pesca bianca a cui seguono note fumè, foglia di tè, miele, arachidi, agrume candito. Tensione e morbida pienezza sviluppano un gusto di straordinaria eleganza in cui sinergicamente lunghe scie di agrume maturo e pieghe speziate si amalgamano in un sorso saporito e fine che contornato da lunghe scie sapide termina in un finale dalla notevole persistenza.
Cervaro Della Sala 1986
Luminosi bagliori dalle nuance dorate e trasparenti. Olfatto che inizialmente verte su toni pietrosi ed idrocarburi per poi allargarsi su pietra focaia, tonalità iodate, bergamotto, lime, scorza di agrume candito. Palato austero e diretto spinto da un’energica freschezza che si arricchisce di vibrazioni sapide. Vino propulsivo che si arricchisce di toni morbidi agrumati sul lungo e saporito finale.
Cervaro Della Sala 2017
Ultimo nato e proviene dall’ annata calda 2017. I profumi vertono dal frutto bianco maturo a chiare note tropicali di lime e passion fruit in cui si avverte un tocco di vaniglia ma ben amalgamato al resto. Ancora giovanissimo il palato è dominato da una tensione fresca e salina nel cui finale emerge ancora il tocco tropicale e polposo. Chiusura lievemente amaricante .
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