di Michela Guadagno
Sono di parte, lo ammetto. Perchè il mio approccio al vino come a tutte le cose è legato all’emotività. Nicola e Lorenza Venditti, i figli Andrea e Serena, l’Antica Masseria Venditti e relativa produzione, mi piacciono.
Nell’era di facebook dove tutto è sbandierato, esposto, rilanciato e condiviso ci si ritaglia uno spazio intimo di autenticità; l’invito ad eventi e gruppi reali e virtuali imperversa come i parteciperò, no, forse, le conferme d’amicizia a persone mai viste prima e mai conosciute poi, oppure ai compagni di banco delle elementari e del liceo con cui convivi da sempre, addirittura ai parenti; cuori e baci e sorrisi e canzoni ovunque e in ogni momento, anche quando non vorresti e da chi non ti interessa: l’amicizia è altro, come la fiducia, che «è una cosa seria e si dà alle cose serie», diceva uno slogan pubblicitario.
Perciò, non tacciatemi di poca credibilità se parlo di Vàndari, Bacalàt, Barbetta, Bosco Caldaia, Marraioli e affini, mi sento di casa a Castelvenere e amo tutti i prodotti in catalogo. Perchè sono fatti bene, con passione vera e cultura enologica e contadina antica, puliti e corretti. Senza contare i premi ricevuti, quelli restano sulla carta se non verificati dal mercato; la costanza e la programmazione di chi crede in ciò che fa, e la precisione senza sbavature, la gentilezza sobria e l’accoglienza squisitamente sannita, tutto questo e anche di più troverete all’Isola di Cultura del vino, e nel vigneto didattico dei vitigni autoctoni scomparsi o ribattezzati con nome errato. Perchè Venditti è autentico, come i suoi vini e la sua stima. E il mio affetto per loro.
I quadri di Lorenza Verrilo, la moglie, sono creazioni di una pittrice vera, comincia a dipingere sottovoce, i colori delle sue tele riproducono sfumate emozioni come nel quadro che illustra «La vite nell’infinito», e si accendono di esplosione nelle tinte forti del «Grappolo Barbetta». Lorenza ha l’istinto di una donna solida, per bene, negli occhi un balenìo le si illumina quando racconta la sua raffigurazione del torchio di Plinio del 1595 che troneggia riprodotto stilizzato nell’incisione a china su rame nelle etichette dei vini della masseria di famiglia, dipinto nell’85 come regalo di fidanzamento per il futuro marito. Ha la mano del cuore, un’artista che usa il garbo nelle pennellate, e l’eleganza nei modi, non urlati ma composti; ed è come una sorella, compiamo gli anni nello stesso giorno.
31° Venditti wine tour a Le tre Arcate di Alessandro Russo a Piano di Sorrento, ovvero quando nella stessa serata si concentrano l’amore per i luoghi, l’affetto degli amici, e la bontà delle produzioni. Gran pienone di presenze, e tra gli ospiti nomi del mondo dell’enogastronomia, da Rita Abbagnale Governatrice Slow Food della Campania, ai giornalisti Pasquale Carlo e Luigi D’Alise. I piatti presentati da Alessandro ed eseguiti dallo chef Salvatore Accietto sposano la tradizione sorrentina ereditata dal papà Luciano Russo e l’innovazione di chi ha la cura del particolare, come i pani al limone di Sorrento ai pinoli e al finocchietto, la pizza rustica di carnevale con treccia e caciocavallo, il «prosciutto di spigola d’amo salmistrata con zucchero di canna e sale» e affettata a punta coltello accompagnata da un filo di extravergine Antica Masseria Venditti da olive cultivar racioppella e femminella, i paccheri con orata e i ravioli con taratufi, il maialino lardellato, la ricotta di pecora essiccata a bassa temperetura e condita al Mosto cotto, le castagnole e chiacchere fritte e la sfogliatella gigante sorrentina.
Su questo, abbinati i vini
Vàndari Falanghina Sannio doc 2008, dal naso sottile di erbe mediterranee, aghi di pino, una fresca nota salmastra, dalla sapidità minerale e lunga freschezza, elegante @@@@
Bacalàt Solopaca doc 2008, un’altra storia, naso ricco di polpa gialla, albicocca e papaia, sentori di lieviti di crosta di pane, al gusto pieno e morbido @@@@;
Barbetta Barbera Sannio doc 2008, china calissaia, chiodi di garofano, rose e violette di Parma essiccate in pot-pourry, cannella, rabarbaro, cioccolatino boero alla ciliegia, evidente acidità @@@@;
Mosto cotto, dal mosto fiore di uve bianche concentrato sul fuoco, senza aggiunta di altra frutta, utilizzato per uso familiare come dolcificante in cucina e curativo per il mal di testa dei bambini, 0 gradi alcolici @@@@;
Grappa di Barbetta, eleganza suadente e calda e morbida di gradazione alcolica @@@@.
Aggiunto a ciò, un tocco incantato sulla Penisola Sorrentina, che mi è cara da sempre, e ne vivo la storia tra ricordi giovanili e scelte mature, ed ogni volta ad ogni sguardo è un gran bel ritorno.
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