Sarà la seconda vendemmia più scarsa dal 1950, con uve in calo del 3,5% rispetto all’anno scorso e dell’8% in confronto alla media dell’ultimo quinquennio. Quest’anno si produrranno 41,2 milioni di ettolitri di vino (nel 2011 erano 42,7 milioni di ettolitri). Ma non tutto è perduto, secondo l’Associazione dei tecnici vitivinicoli italiani, cruciale sarà settembre: ci sono margini di recupero per un buon millesimo.
L’Italia appare divisa in 2: Centro Nord con cali da -5% a -15%, Centro Sud da 0 a +10%. Anche se «è ancora troppo presto per fare previsioni», l’Associazione dei tecnici vitivinicoli italiani sottolinea che, malgrado i sette anticicloni che hanno infiammato l’Italia da Nord a Sud e una carenza di piogge estive oltre ogni record, non tutto è perduto; se nel mese di settembre – dicono gli enologi – si avranno temperature adeguate, giuste precipitazioni e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, non è escluso che si possa ottenere un millesimo di alto livello in molte regioni italiane. «Quella del 2012 è la seconda vendemmia più scarsa dal 1950, quando vennero prodotti 41 milioni di ettolitri», ricorda il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli. Guardando indietro all’ultimo decennio, invece, il 2012 precede unicamente il 2007 (con 42,5 milioni di ettolitri). Ad oggi, sottolinea Martelli, è stato raccolto meno del 15% dell’uva. «Il pieno della raccolta in tutt’Italia avverrà nella seconda decade di settembre». Siamo quindi di fronte ad un’annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialità. «Per questo – precisa il direttore – non è opportuno fare previsioni, visto che il prossimo mese sarà determinante, in particolar modo per i vini rossi». Sul piano quantitativo l’Italia appare divisa in due con un Centro Nord – Lazio compreso – che fa registrare un calo rispetto al 2011 con percentuali di decremento che vanno da -5% a -15%, e un Centro Sud che registra dei valori pari o superiori, oscillanti da 0 a +10% rispetto allo scorso anno. Lombardia, Trentino e Toscana le regioni con minor produzione (-15%), secondo i primi dati di Assoenologi, mentre quelle che incrementano la propria produttività rispetto allo scorso anno sono la Campania e la Sicilia, con +10%. <WC1>Il gran caldo e la scarsità di precipitazioni hanno bloccato l’insorgere delle tradizionali malattie della vite. In tutt’Italia quindi l’uva è sana, dice l’Associazione degli enologi stilando le prime previsioni della vendemmia 2012. Una forte eterogeneità caratterizza la produzione 2012, visto che anche all’interno di una stessa regione il buono si scontra con l’ottimo e il mediocre con l’eccellente. «Allo stato attuale, qualitativamente per i vini bianchi si prevede una produzione di buon livello, con una discreta freschezza e una certa potenzialità olfattiva – dice il direttore Giuseppe Martelli – ma senza particolari picchi se non per quei prodotti che sono stati soccorsi con adeguate irrigazioni nei periodi di crisi o ubicati in particolari contesti geografici come la Valtellina e l’Alto Adige. Molto ottimismo rimane per i vini che saranno ottenuti da uve a bacca rossa per i quali sono possibili livelli di tutto rispetto».
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