di Francesco Faenza
E’ nato nella notte di San Lorenzo, nel 1945. Figlio di allevatori cilentani, ha venduto latte fino al 1988. Poi ha costruito un caseificio, realizzando un sogno conosciuto in tutto il mondo: la Tenuta Vannulo. Ha un solo punto vendita, a Capaccio. Una strategia vincente, la mozzarella a chilometro zero: “tutta la filiera è di nostra produzione, dal foraggio al latte non compriamo niente dagli altri. La nostra è una mozzarella per le famiglie, è un prodotto di qualità”.
A 68 anni, Antonio Palmieri è l’imprenditore caseario più moderno della Piana del Sele. Conosciuto per le sue iniziative originali, apprezzato ben oltre i confini regionali. Il suo nome è uscito cinque volte dall’urna di Montecitorio, alle ultime elezioni per il presidente della Repubblica. Alla prefettura di Salerno è partita la procedura per nominarlo cavaliere del lavoro. Lui sorride divertito, parlando di politica e di Grillo, di larghe intese ed emergenze nazionali, di internet e delle nuove forme di comunicazione.
“Leggo tanto, mi aggiorno sempre” ripete con orgoglio. Dai dirigenti in ufficio alle collaboratrici al banco, il suo tono di voce è un impasto di fiducia e buona educazione: “La trasparenza nel lavoro, è il mio punto di partenza. I rapporti umani, in azienda, sono la mia ossessione”.
E’ l’imprenditore più imitato in Campania. La mozzarella a chilometro zero nasce nel 1988 alla tenuta Vannullo, oggi ne parlano tutti. La yogurteria di famiglia apre i battenti nel 2000, oggi spuntano negozi simili in ogni angolo della Campania. I numeri della tenuta Vannulo sono il successo della sua filosofia imprenditoriale: migliaia di visitatori al mese, trenta dipendenti in pianta organica, trecento bufale nelle stalle, quattro robot per la mungitura, la musica new age in filo diffusione, duecento ettari di terreno dedicati all’agricoltura biologica, destinati al rilancio dell’artigianato, dedicati alle tradizioni e ai prodotti locali.
“Sono figlio di allevatori, mio padre Nicola e mio nonno Antonio mi hanno insegnato a guardare con curiosità in ogni angolo del mondo” spiega Palmieri.
Le sue sfide vanno oltre i confini nazionali: “Gli svedesi erano increduli, la mungitura delle bufale con i robot per loro era impossibile. Ci siamo fatti mandare i macchinari e ci siamo riusciti”. Palmieri osserva felice le sue bufale dall’alto mentre entrano in sala mungitura, adagiate nella zona parto, oziose nel bivacco innaffiato, vanitose sotto le spazzole cilindriche.
Una dipendente in sala macchine controlla la produttività di ogni bufala: “eseguiamo il sistema di mungitura volontaria”. Gli animali effettuano tre mungiture al giorno e sono l’attrazione per decine di bambini. Ogni bufala è munita di un microchip. Il latte viene subito scartato se compare un’anomalia sui monitor, mentre la bufala viene accompagnata in infermeria per i controlli. La qualità del prodotto parte dalle stalle. La pulizia dei luoghi viene apprezzata dai visitatori.
La foto ricordo diventa un prassi rituale. L’imprenditore capaccese incontra i visitatori nella tenuta, li invita a osservare i vari processi di lavorazione. La trasparenza è il suo punto d’orgoglio, la filosofia di tutte le attività, è il marchio di fabbrica nell’azienda.
Alle nove e trenta di lunedì mattina davanti al caseificio inizia la vendita delle mozzarelle. C’è la fila di auto, di clienti locali e turisti europei in sandali e mezze maniche già nel mese di aprile. La produzione è limitata, la scelta aziendale è rigorosa: “siamo un piccolo caseificio, produciamo 15 quintali di latte al giorno- afferma Palmieri- A noi non interessano i grandi numeri, noi puntiamo al piacere della qualità”.
La saggezza contadina di nonno Antonio è diventata la filosofia di vita in azienda: “produrre di più non ha alcun senso, noi reinvestiamo gli utili, miglioriamo la qualità del prodotto, proponiamo nuove idee ai nostri clienti”. La mozzarella non ha conosciuto gli effetti nefasti della crisi ma nel settore dell’oro bianco molti imprenditori sono sommersi di debiti: “Per molti di noi, purtroppo, la ricchezza e l’apparenza sono il punto di arrivo. Ma a cosa serve comprare una grande auto e non avere i soldi per la benzina?”.
Sperimentare le novità è la strategia vincente del gruppo familiare. Palmieri gestisce l’azienda con i tre figli laureati: Teresa, ingegnere, Nicola, agronomo, Annalisa, economista. L’imprenditore capaccese viaggia molto, incontra industriali, politici e giornalisti. Si confronta e guarda oltre. A Capaccio, la sua tenuta, è riconosciuta come la piccola Arcore. I 200 ettari aziendali con il maggior numero di visitatori. E’ il caseificio più famoso in Italia, migliaia di turisti ogni mese arrivano da ogni angolo d’Europa. L’accompagnatrice parla quattro lingue, i tedeschi sono i clienti più esigenti.
I visitatori più golosi arrivano dal nord Europa. “Abbiamo fatto una scelta, privilegiamo le famiglie. Se qualcuno ci chiede cinque chili di mozzarelle, rispondiamo che il prodotto è esaurito”. Niente mozzarelle ai ristoranti, niente latte ad altri produttori. Il marchio Vannullo è un brand unico, senza possibili imitazioni.
Dopo la visita dei templi a Paestum la “fermata” alla tenuta di Antonio Palmieri è una tappa “religiosa” per i degustatori dello yogurt o della mozzarella. La curiosità è il suo asso nella manica: “tutto ciò che è nuovo mi intriga e mi ispira. I miei giovani collaboratori a volte mi guardano straniti. Le novità spaventano le persone, a me piace sperimentare, andare oltre, guardare al futuro”.
Detto, fatto. Nei prossimi mesi l’azienda Vannulo lancerà un nuovo prodotto: la cioccolata al latte di bufala. All’interno della tenuta si lavora a ritmo serrato per costruire nuovi impianti, nuove attività. In un periodo di crisi nera, sembra di vivere in un altro mondo. Palmieri non si schermisce, quando gli parlano della piccola Arcore di Capaccio. Tutto quello che crea lo mostra ai clienti e ai visitatori: “Mi piace condividere la lavorazione del latte, la produzione delle mozzarelle, l’attività nelle stalle, la vita delle bufale e la lavorazione della pelle”. Le mozzarelle a chilometro zero sono un pregio. Un marchio e una garanzia. Il sistema produttivo si basa sulle regole dell’agricoltura biologica, nel rispetto dell’ambiente, degli animali e delle esigenze dell’uomo.
I visitatori stranieri si guardano intorno sorpresi. L’odore del verde, il sapore delle mozzarelle e la bontà dello yogurt trasformano quest’angolo salernitano in una delle più bella testimonianze del Belpaese.
Pubblicato sul Mattino del 31 maggio 2013
Via Galileo Galilei, Capaccio-Paestum
Tel. 0828.724765, fax 0828.725245
www.vannulo.it
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