VENDITTI
Uva: clone di barbera denominato localmente barbetta
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione acciaio
Riassaggio. Un’etichetta riproposta. E la riproposta giunge perché colpiti dall’intatta freschezza che questo calice mantiene a distanza di quasi un anno dalla precedente degustazione. ‘Barbera-Barbetta 2004’ dell’Antica Masseria Venditti, ecco la bottiglia che ritorna in passerella. Colore, profumi e sapori riescono a convincerci che questo calice sta attraversando il suo momento migliore. Per niente scalfito, infatti, l’intenso rubino scuro con consistenti riflessi violacei, tipico di questa tipologia. Ma è al naso che il vino sprigiona il meglio di sé: tanta frutta del sottobosco, con forti richiami alle more mature con evoluzione verso profumi più complessi. Segue una bella consistenza in bocca, perfettamente equilibrata con un rilevante tasso alcolico ben “nascosto” ancora dalla freschezza del frutto. Una piacevolezza in una calda serata di mezza estate, con la bottiglia che è servita ad accompagnare dei taralli al finocchietto di San Lorenzello conditi con pomodorini e olio extravergine di oliva (di racioppella). Abbinamento insolito? Il buono, per fortuna, riesce sempre a ben amalgamarsi. (Pasquale Carlo)
Assaggio del 9 ottobre 2005. Gli appassionati sanno bene che la barbera ha attecchito in due zone della Campania, a Castel San Lorenzo negli Alburni dove costituisce l’anima della omonima doc e qui nel Sannio, in particolare a Castelvenere dove viene lavorata da numerosi produttori nonostante nonsia un vitigno autoctono. La questione in verità è aperta, perché si tratta di un clone portato prima della guerra che ormai appartiene alla tradizione profonda della viticoltura. Non a caso il vigneto numerouno iscitto alla doc Sannio è questo di Nicola Venditti dove si produce esclusivamente questa uva. Il 2004 è un anno un po’ speciale per ilnostro amico Nicola, si tratta infatti nella prima vendemmia fatta nella nuova cantina, un bell’edificio moderno, dove tutte le fasi sono state razionalizzate, con un bel patio dove fare rinfreschi e convegni all’aperto, e un giardino che fa da contorno al fabbriccato attaccato all’antica casa di famiglia. Questa barbetta, lavorata come al solito unicamente in acciaio, ci ha davvero convinto: l’abbiamo provata su una pizza antiossidante sperimentale preparata da Cosimo Mogavero, con un pomodoro più denso sulla pasta integrale, e dobbiamo dire che si è trattato di un connubio perfetto. Ci è piaciuto in particolare il frutto, con un naso molto ricco e intenso, persistente, un ingresso fresco, capace di far fronte all’acidità e ai grassi. Un bicchiere tipico, il varietale di questa barbetta si ritrova, più o meno marcato,in tutte le produzioni di Castelvenere, di pronta beva, molto adatto ai piatti della cucina tradizionale partenopea come gli ziti al ragù, lasalsa forte, i timballi con il pomodoro, e, ancora, sul pollo alla cacciatora. Si tratta di uno di quei bicchieri che fanno parte dellastoria della viticoltura campana, collaudati, con l’enologo che ormai ha preso bene le misure e sa trattare il frutto con estrema padronanza.Il punto vero che discrimina i vini è sempre infatti la capacità di realizzare un progetto, di frutta, di spezie, di freschezza, di equilibrio, di morbidezza, poco importa. Il vero degustatore deve cogliere in sostanza la capacità dell’enologo di avere una idea di partenza, questo alla fine distingue i vini che hannol’anima e quelli che imitano la moda del momento. In questo caso si capisce bene, perché lo abbiamo bevuto negli anni, la lettura del frutto fatta da Nicola.
Sede a Castelvenere. Via Sannitica,122. Tel. 0824.940306. Fax 0924.940301. www.venditti.it. Enologo:Nicola Venditti. Ettari: 11 di proprietà. Bottiglie prodotte: 100.000.Vitigni: aglianico, piedirosso, barbetta, olivella, grieco, cerreto,falanghina.
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