di Simona Paparatto
Farina Wines racconta la storia centenaria di una famiglia, che in quattro generazioni, ha saputo trasformare una piccola azienda agricola in una cantina tra le più apprezzate della Valpolicella, in un percorso segnato da scelte coraggiose, attraverso un costante sguardo al territorio.
L’azienda nasce con la coltivazione di diverse varietà agricole, ma presto si decide di concentrarsi esclusivamente sulla vite. Gli edifici vengono quindi riadattati, e i granai, un tempo utilizzati per lo stoccaggio dei cereali, diventano spazi ideali per ospitare le uve, durante l’appassimento sui tradizionali graticci di legno. Negli anni, i vini Farina acquisiscono crescente notorietà. Nel1968, i cugini Remo, Sandro e Piero Farina, scelgono di puntare all’eccellenza, riducendo la resa delle viti, identificando le aree migliori per la coltivazione e avviando collaborazioni con viticoltori locali, che divengono componente fondamentale della strategia aziendale, rafforzando così il legame con la tradizione vitivinicola del territorio. Oggi, la quarta generazione, rappresentata dai cugini Elena e Claudio Farina, co-titolari, porta avanti con successo questa eredità. Attualmente l’azienda gestisce 10 ettari di vigneti di proprietà e altri 55 ettari con 10 conferitori storici, mantenendo un rigoroso controllo sulla produzione per garantire qualità e identità territoriale, come spiega Elena -Secondo noi, avere diversi vigneti, situati in differenti aree locali, rappresenta un valore aggiunto. Non lo riconosciamo semplicemente come vantaggio, ma come opportunità. In particolare, questa diversificazione ci consente di affrontare in maniera più adeguata le sfide poste dal cambiamento climatico. Ad esempio, se una fascia di grandine colpisce una zona, è probabile che un’altra venga risparmiata. Inoltre, ci permette di esprimere al meglio le caratteristiche uniche che le diverse aree ed esposizioni della Valpolicella offrono. In questo modo possiamo ritrovare nei nostri vini un’ampia gamma di sfumature, esaltando la varietà di caratteristiche che la Valpolicella ci regala –
Situati nella zona occidentale della DOC Valpolicella Classica, i vigneti si estendono principalmente nelle valli di San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio, Negrar, Marano e Fumane. Le varietà autoctone, come Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara, maturano ad altitudini comprese tra i 150 e i 350 metri. La Molinara, continua ad essere utilizzata dall’azienda, pur non essendo più obbligatoria da Disciplinare, poiché dona una leggera sapidità e richiama ad un legame profondo con la tradizione.
Come sistema di allevamento viene utilizzata la pergola veronese, che si rivela particolarmente utile nelle stagioni calde, offrendo alle uve una protezione naturale dall’eccessivo irraggiamento solare. In questo modo si riesce a preservare l’acidità e la freschezza dei vini, elementi chiave per il loro mantenimento nel tempo. La vendemmia viene svolta rigorosamente a mano, garantendo una selezione accurata dei grappoli. Quest’anno la raccolta delle uve per l’appassimento è stata completata, nonostante le difficili condizioni climatiche. Le piogge persistenti e la Peronospora hanno reso complicata la gestione del vigneto, ma la qualità delle uve si conferma buona, anche se leggermente inferiore rispetto allo scorso anno.
Le uve destinate alla produzione di Amarone e Recioto, due dei vini simbolo della Valpolicella, vengono sottoposte al processo di appassimento, che consente di perdere acqua e concentrare zuccheri e aromi, dando vita a vini di grande struttura e complessità. Sono due gli impianti per l’appassimento, che permettono un controllo preciso dell’origine delle uve, poiché ogni cassetta porta il nome del conferitore. Quando il clima è favorevole, l’appassimento avviene naturalmente, grazie alla brezza proveniente della vallata di San Pietro in Cariano, mentre in caso di condizioni climatiche avverse, interviene un sistema di climatizzazione che mantiene temperatura e umidità costanti.
Il tema della sostenibilità è estremamente importante per l’azienda, che non è in regime biologico certificato, ma utilizza una serie di pratiche per l’ottenimento di un prodotto il più sano possibile, con minimo impatto ambientale, a partire dal vigneto, in cui non si effettua diserbo, si opera con la confusione sessuale (pratica ormai diffusa con dispenser di ferormoni per non permettere l’accoppiamento della Tignola), con il lavaggio dei serbatoi di cantina solo con acqua calda e vapore, senza detergenti. Inoltre, l’introduzione del fotovoltaico dispensa elettricità in tutta l’azienda, che si rende, così, totalmente autonoma.
Farina Wines è anche sinonimo di accoglienza e condivisione. Negli ultimi anni, la famiglia ha aperto le porte della tenuta a visitatori e appassionati di vino. Le degustazioni guidate, i tour delle vigne e le visite alla storica cantina, permettono di immergersi completamente nel contesto culturale e vinicolo. Inoltre, la passione per l’arte di Elena, offre l’installazione di mostre fotografiche e vernissage di giovani artisti contemporanei di richiamo internazionale. Sua la scelta di collocare all’interno della corte del ‘500 di “casa” Farina, la scultura Libri di Piombo, dedicata al poeta ebreo Paul Celan, dell’artista tedesco tra i più̀ quotati al mondo, Anselm Kiefer.
La barricaia storica, con le sue grandi botti di rovere di Slavonia, è un ambiente intriso di “vissuto”, in cui ancora oggi maturano i tradizionali vini rossi. Tuttavia, negli ultimi anni, coincidenti con l’insediamento in azienda di Elena, direttore amministrativo dal 2003, e Claudio, nel ruolo di responsabile commerciale per il mercato Italia ed estero, la cantina ha subìto un’importante espansione, affiancando alle pratiche tradizionali, l’innovazione tecnologica e la ricerca costante, che hanno portato a una nuova, era produttiva. L’attuale percorso enologico, guidato da una giovane squadra sotto la direzione dell’enologo Andrea Zerman, che conduce dal 2010, ha permesso di coniugare l’identità territoriale forte dei vini di Farina, con un approccio sperimentale e innovativo.
In cantina importanti sono stati gli investimenti di nuovi materiali per la maturazione dei vini, con l’introduzione di nove tini in cemento grezzo da 75 ettolitri (tulipe), e trenta vasi in gres ceramico. Questi contenitori, con diversa permeabilità all’ossigeno, sono stati sottoposti a studi per mappare le loro potenzialità e comprendere meglio l’evoluzione dei vini in base alle caratteristiche dei materiali utilizzati, come chiosa ancora Elena – Da molti anni stiamo cercando di ridurre i solfiti, per ottenere un prodotto più sano. Le ricerche sulla micro-ossigenazione ci hanno permesso di capire che, in base alla permeabilità dei vari materiali all’ossigeno, si può ridurre la parte esterna nociva, che è la solforosa –
A questo proposito, nel 2017 è iniziata la collaborazione tra Farina Wines ed il Laboratorio di chimica enologica dell’Università di Verona, nella persona del professor Maurizio Ugliano. Il progetto, finanziato anche dalla Regione Veneto, riguarda lo sviluppo di protocolli di vinificazione, con un apporto di ossigeno controllato (regolato tramite un sistema posto direttamente sulle vasche) durante la fermentazione. In tal modo i vini, più stabili già in questa fase, sono favoriti da una maturazione anticipata. Questo, consente di limitare l’uso dei solfiti come protezione (ridotti del 20% circa), migliorando la qualità del prodotto. Dal primo progetto ne è nato un altro riguardante l’applicazione dello stesso concetto, ma rivolto alla fase di maturazione. Il legno è un materiale permeabile all’ossigeno. Monitorando l’evoluzione dell’ossigeno e dei composti fenolici durante la maturazione dei vini, attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie e dei nuovi contenitori installati in cantina (legno, cemento, ceramica e acciaio), si possono migliorare i metodi produttivi, per creare vini sempre più autentici.
Simbolo indiscusso del territorio e dell’azienda è senz’altro l’Amarone, che, con la sua morbidezza e un perfetto equilibrio tra struttura, acidità̀ e frutto, si distingue per la sua finezza ed eleganza. Oltre all’Amarone Montefante che nasce, come Riserva, nel 1997 dall’omonimo vigneto situato sulle colline della Valpolicella Classica e al Ripasso Montecorna, ottenuto dalla rifermentazione in acciaio del Valpolicella giovane, vinificato sulle vinacce, precedentemente utilizzate per la produzione dell’Amarone, abbiamo avuto l’occasione di degustare le altre espressioni di Amarone e Valpolicella Classico, firmate Farina Wines.
Alessandro è un Valpolicella Classico Superiore proveniente dall’alta collina di Negrar San Peretto, da un vigneto ormai centenario di un ettaro, che produce uve straordinariamente espressive, che non subiscono appassimento. Questo vino è dedicato al padre di Claudio e nasce nel 2022, quando questi compie 80 anni. Alessandro coadiuva, ancora oggi, la nipote e il figlio, nella gestione della cantina.
L’affinamento prevede almeno un anno in botti di rovere di Slavonia, sei mesi in tulipe di cemento grezzo e successivo affinamento in bottiglia. Il Mezzadro alla Fontana è una Riserva per la quale sono state selezionate le migliori particelle di vigneti della Valpolicella Classica, raccolte a mano e collocate poi in fruttaio per l’appassimento. Il nome è atto a dare valore alla cultura contadina, ispirandosi alla storia dei coltivatori di vigna. Viene vinificato in acciaio e poi in tulipe di cemento. Segue l’affinamento di 24 mesi in barrique di rovere francese e americano, 36 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia e infine un lungo riposo in bottiglia. Classicità e tradizione sono fedelmente espresse nell’Amarone Classico Famiglia Farina. Lo stile e l’etichetta rivisitano quello della prima generazione, nel 1968, anno del riconoscimento ufficiale della DOC. Matura in botti grandi di rovere di Slavonia a cui segue affinamento in tulipe di cemento e riposo in bottiglia.
Valpolicella Classico Superiore DOC Alessandro 2021 Corvina 70%, Rondinella 25%, Molinara 5%. Naso Invitante, ben definito, Succosità del frutto. Lievi sentori erbacei e di viola mammola, insieme a cenni balsamici. In bocca secco, verticale, di ottima freschezza e tannino vivace, anche se ancora giovane.
Valpolicella Classico Superiore DOC Alessandro 2020. Il colore si fa più profondo rispetto al precedente, con riflessi che volgono al granato. Il naso è intenso, con lo speziato di pepe, quasi nocciolato, che prevale sul frutto che è in confettura. Di buona bevibilità. Basso residuo zuccherino. Caldo, finemente strutturato, gode di un’ottima spalla fresco-sapida. Equilibrato e godibile. Fine e gustoso, chiude lungo, con riverbero fruttato.
Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2020 Famiglia Farina 70% Corvina 10% Corvinone 10% Molinara 10%, Rondinella. (16% vol.) All’olfatto prepondera il frutto scuro, succoso e maturo di mora e mirtillo, poi l’arancia sanguinella. Delicato il sentore di viola e di erbe fresche di macchia mediterranea, che conducono ad un finale speziato di pepe e cardamomo. L’ingresso in bocca è fresco. Corposo ed equilibrato. In chiusura arriva la sapidità che accompagna la lunga persistenza gustativa.
Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2015 Famiglia Farina
Profumi tenui, suadenti, fini. Ricco di frutto: ciliegia, prugna disidratata e ribes nero in confettura. In bocca è secco e caldo. Fresco e salino: minerale. Lieve e piacevole la sensazione ferrosa. Poi caffè, polvere di cacao, vaniglia e un tocco di eucalipto. La componente fresco sapida è in perfetto equilibrio con il tannino. Palato dritto. Lunga la persistenza gustativa. Il legno è presente, ma ben dosato.
Amarone della Valpolicella Classico DOCG Riserva 2015 Mezzadro alla Fontana
4000 bottiglie prodotte. I profumi sono intensi, con sensazioni balsamiche di resina, legno di cedro, che si intrecciano a erbe aromatiche, a vaniglia, con sentori di piccoli frutti rossi come ribes e lamponi. Ulteriore profondità, viene data dalla tostatura e dalle speziature di cacao di cannella, insieme a cioccolato alla menta. In bocca è freschissimo, equilibrato, con una struttura morbida. La trama tannica fitta e succosa, porta ad un finale lungo e balsamico.
Amarone della Valpolicella Classico DOCG Riserva 2011 Mezzadro alla Fontana
70% Corvina, 20% Rondinella, 5% Molinara, 5% Croatina. (16,5%vol.) 3000 bottiglie prodotte. Il ventaglio olfattivo è di rilievo: profumi suadenti, spezie: mirto, ginepro. Il frutto è ricco e maturo: ciliegia, mora, amarena, anche in confettura. Agrumi canditi, poi cioccolato e cuoio. All’assaggio è caldo, morbido e vellutato, ma fine ed elegante, supportato da una grande freschezza che lo rende equilibrato, con un tannino di pregevole fattura. Chiude lungo e ampio, con riverbero speziato. Gustosissimo.
Negli anni, l’azienda vinicola Farina Wines ha continuato a evolversi, sempre mantenendo saldo il legame con le proprie radici e tradizioni, ma con approccio innovativo e costante ricerca della qualità, in una combinazione rispettosa della terra e del suo ciclo naturale.
I vini Farina Wines sono prodotti in 1.350.000 bottiglie annue, generando un export del 70%, principalmente in Europa, Canada, Stati Uniti, Australia, Scandinavia, Svizzera.
Azienda Vinicola Farina Srl
Via Alberto Bolla, 11
37029 Pedemonte (VR)
Tel. +39 045 7701349
Fax. +39 045 6800137
Email: hospitality@farinawines.com
Dai un'occhiata anche a:
- Fattoria Il Capitano a Pontassieve, un’azienda coltivata con passione
- Cantina Giacomo Borgogno & Figli, la rivoluzionaria tradizione in Barolo
- Masseria Li Reni: la nuova cantina e il grande Fiano di Bruno Vespa
- Rioja: presente, passato e futuro di una delle denominazioni più importanti al mondo – parte 1
- Cantina 2 Vite a Taurasi di Vincenzo Mercurio e Giancarlo Moschetti
- Tutto il fascino di Fontanafredda: dalla storia all’ospitalità e il Barolo di Serralunga
- La vendemmia a Capri di Raffaele Pagano (Joaquin)
- Cantina Cianciulli ad Andretta: fiano e aglianico in altura