Al pari del Sannio, il Vallo di Diano è una delle zone più belle e più sottovalutate della Campania. Dalla Certosa di Padula alle Grotte di Pertosa, dai borghi come Teggiano e la stessa Padula a Montesano sulla Marcellana, attraversato dall’autostrada che porta a Reggio: le uscite di Petina, Polla, Atena Lucana, Sala Consilina e Padula riservano incredibili sorprese, non ultima il Cervati, la cima più alta della Campania.
In questo territorio incontaminato e puro, poco antropizzato, si sta realizzando una vera e propria rivoluzione gastronomica che in sintesi si può descrivere così: ritorno al passato per essere moderni. Entri per esempio nel Forno di San Cipriano sulla statale fra Atena e Sala e ti sembra di stare a Copenhagen o in un moderno format milanese: tutto eco-compatibile, pani e dolci ottenuti con farine biologiche, vendita di prodotti senza chimica come i ceci locali, tutto riciclabile con tanto di design studiato e pensato.
Poi sali alla Locanda San Cipriano e trovi tutto quello che si cerca oggi in città: ricette della tradizione rurale e pastorale (tipo Trippa a Milano) come i cavatielli al sugo di pezzentella, il soffritto di agnello, e poi le verdure dell’orto che hanno il sapore di una volta, il tutto in un ambiente caldo e confortevole, a cinque minuti dall’uscita dell’autostrada, per una spesa che difficilmente può superare i 30 euro vini esclusi.
Stessa filosofia nella Trattoria Lilo (sta per Libero Locale), la cui avventura è iniziata circa tre anni fa quando Antonio Esposito, Daniel Esposito e Tony Granieri diedero vita ad un format vivace ma saldamente ttaccato alle radici territoriali nel cuore di Sala Consilina, il centro più importante del Vallo di Diano. Loro anche il progetto CiVà, ossia Cibo Vagabondoo, con il mitico Truck usato a suo tempo da Vitantonio Lombardo, lo chef stellato che oggi lavora a Matera ma che per lungo tempo ha lavorato a Locanda Severino a Caggiano.
E il foraging che affascina adesso i cuochi del Nord Europa? Da sempre alla base della famiglia Rumolo e del Grotticelle, la trattoria pizzeria improntata sull’ecosostenibilità a Caggiano, a circa mille metri di altezza (il pizzaiolo Angelo è decimo in 50TopPizza). Uno dei posti più amati da Gabriele Bonci che si rifugia lì per andare a caccia di erbe e di odori, oltre che di prodotti, sulle montagne incontaminate dove si baciano Campania e Basilicata.
Ma, a proposito di agriturismo,di quelli veri, non possiamo non citare La Roccia e Agriturismo Casa Cauli a Montesano sulla Marcellana
La storica Fattoria Alvaneta a Padula o la Domus Otium ad Atena che ha fatto dell’economia circolare una ragione di vita oltre che uno slogan di presentazione.
Insomma quello che era uno svantaggio si sta trasformando in un punto di forza soprattutto grazie al grande impegno dei giovani che impostano le loro attività su una filosofia di recupero della tradizione e di rispetto dell’ambiente, lì dove è ancora integro e che rappresenta la vera miniera d’oro in un territorio che da cento anni conosce solo l’emigrazione e le rimesse degli emigranti.
Una scommessa concreta per restare in una zona che è da millenni di passaggio per chiunque voglia andare in Calabria e Sicilia, facilmente raggiungibile grazie ad una autostrada messa finalmente in sicurezza e con standard europei.
Sono decine le segnalazioni che potremmo fare, tra produttori di olio e di vino, oppure di caseifici che vantano una lunga tradizione non solo di latticini, ma anche di formaggi di pecora e caciocavalli. Il Silano dop comprende anche questo territorio. Per esempio il caseificio Fratelli Starace a Sassano.
Per non parlare dei salumi, da provare Tre Valli Norcineria Bianculli a Montesano sulla Marcellana
paese dove lavora anche uno dei pasticcieri artigianali più bravi d’Italia, Manilia.
Grande fermento anche per le pizzerie, ma di questo magari ne parleremo di una guida a parte.
Intanto, non vi resta che mettervi in viaggio in un territorio che può essere sintetizzato da questa massima: fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo.
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