di Marina Alaimo
Come per Maurizio Fiorano, produttore di questo piacevolissimo fumìn, anche per me è stato il caso a condurmi nell’aspro territorio della Valle d’Aosta. Da vent’anni ci torno ripetutamente, ma le prime volte non riuscivo a coglierne la bellezza ed il piacere di addentrarmi in quella Valle angusta, dai colori un po’ grigi, dove la massiccia barriera delle Alpi Pennine e Graie può dare un senso di costrizione a chi è abituato ad avere lo sguardo libero sull’orizzonte, venendo da una città di mare.
In effetti dovevo semplicemente liberare la mente da preconcetti e fare tabula rasa di quei paesaggi ideali che da troppo tempo condizionavano il mio giudizio a riguardo. Due particolari straordinari e semplicissimi allo stesso tempo hanno rotto i pregiudizi, il primo è legato ad una scena che si è aperta sotto il mio sguardo dopo aver risalito un percorso a piedi fino a quota 1200 metri mi sono seduta sul bordo di una rupe per godermi l’insolito panorama ed ho visto volare i corvi al di sotto dei miei piedi, per tutti gli altri costituiva una scena usuale, ma per me è stata un’esperienza stupefacente.
L’altra chiave di accesso alle bellezze della Valle è legata al mio irrefrenabile desiderio di percorrere le vigne del luogo in cui mi trovo, ed in questo caso la diversità rappresenta per me un notevole fattore di attrazione, il tempo si dilata all’infinito, dimenticando impunemente di guardare l’orologio o qualsiasi impegno della giornata. In questa regione di confine la cultura della vite è stata introdotta dai Romani in misura notevole per significare la determinata intenzione di radicarsi in loco per un periodo di tempo molto lungo, come era loro solito fare. Ancora oggi sono numerosi i vitigni autoctoni preziosamente conservati dal severo isolamento geografico imposto dalle Alpi che circondano la Valle, nonostante la selezione condotta comunque nel tempo dai vignerons che hanno prescelto i vitigni che maggiormente si adattassero alle condizioni climatiche ed ambientali piuttosto estreme. I vigneti praticamente seguono il corso della Dora Baltea, solo nella Bassa Valle è possibile incontrare ancora il nebbiolo del vicino Piemonte, che qui prende il nome di picodentro (piccolo e tenero), ed esattamente nel comune di Donnas dove grazie alla forma ad anfiteatro che naturalmente prende il paesaggio, viene protetto dai venti gelidi e riesce a raggiungere la giusta maturazione. Seguendo il corso del fiume si giunge nella Media Valle, dove sul lato sinistro viene allevato il fumìn dal quale si ottiene un vino che molti ritengono rustico, ma personalmente ritengo essere tutt’altro, gentile, sottile e dai profumi avvolgenti. I vigneti dello Chateau Feuillet si estendono nella frazione di Feuillet del comune di Saint Pierre, molto vicino alla città di Aosta, tra i 500 e 600 metri ed a queste latitudini il vino esprime sempre carattere unico e particolarmente interessante.
Il fumin è così chiamato per l’alta presenza di pruina grigiastra che ricopre l’acino, nel bicchiere ha colore decisamente violaceo, è dotato di una certa intensità di profumi che vanno dalla rosa all’arancia rossa,alle note di erbe mediterranee e di anice stellato. In bocca il sorso è particolarmente piacevole per la freschezza espressa, il corpo sottile, i tannini sono discreti rendendo facile l’approccio al bicchiere e prospettando ampie possibilità di abbinamento con il cibo.
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