di Giancarlo Maffi
Colazione dell’ultimo giorno campano, tripplo caffè da moka e biscotti, ordinari. Il nettare nero non è ancora in circolo e Maffi due rompe già i cabasisi: capo non ti scordare che hai detto a Lello Tornatore che saresti passato a conoscerlo.( anche se tu ci vai per assaggiare certe cosine, ipocrita)
Porca vacca hai ragione risponde Maffi uno, arruffando un ricciolo vagante.
E adesso ? Non riesco a farcela. Devo andare dai Fischetti a Vallesaccarda . E’ da giugno dell’anno scorso che ci penso. Ho spaccato i maroni a mezzomondo (10 persone al massimo) per andare all’Oasis, non posso mancare. Nel frattempo si sono pure beccati le tre forchette del Gambero.
Va beh, ora chiamo il Lello e gli chiedo umilmente scusa. Detto fatto e onestamente con parecchio imbarazzo. In fondo mica andava a trovarlo la delegazione completa di miss mondo, mi autoscuso. E poi rendo pubblica la cosa e quindi spero sia sufficiente.
Allora, si monta verso l’autostrada che da Avellino porta in Puglia. Finalmente il cielo non è più plumbeo, che in questo viaggio ho visto di tutto, neve ed acqua a go go. Certo, vien da pensare, ci vuol anche del coraggio ad organizzare un ristorante a questi livelli in una zona di passaggio veloce come questo. Ci vuole testa dura, dedizione, un po’ di follia e tanta passione.
Bella sala, francesizzante, il che la dirà lunga su un servizio francamente stupefacente in mezzo a monti e colline. Una volta si sarebbe detto da bonus. E bravi, Fischetti!!
Uso ed abuso di un territorio mica da ridere. Tartufo nero d’Irpinia declinato in trentadue modi (che libidine), maiali che parlano campano, le mitiche cipolle ramate di Montoro. Eravamo in tre. Non vi propongo un’analisi piatto per piatto perché stancherebbe anche il più (spererei LA piu’ ) ( qui sento già lo Scarpato ‘fancularmi di autocelebrazione,ihihihi) fan del Maffi.
Vado d’ istinto su quello che in assoluto mi è piaciuto notevolmente. Per gli altri piatti, ad una incollatura sia chiaro, vi rimando a sommarie descrizioni ed alle solite brutte foto.
IL BACCALA’…. IL PEPERONE CRUSCO
Si parte in allegria e squisita delicatezza, pensa un po’. Il pescione è senza sapidità eccessiva grazie ad un lavoro mica da ridere. Sgranocchia il peperone, bimbo Maffi… sgranocchia… mi viene un’idea: la prossima volta me ne faccio dare un po’ e li uso come pop corn al cinema. Delizioso.
L’UOVO ALL’OCCHIO DI BUE SU PUREA DI PATATE AL LIMONE E TARTUFO NERO DI BAGNOLI IRPINO
Applausi, di gente intorno a me… applausi. Chi erano? I Dik Dik, forse? Il mio compagno di tavolo, quello maschio, si indigna perché lo voglio provare. Che vuo, reagisco, faccio o non faccio il critico dilettante? E allora lasciami lavorare. E gli rubo tre cucchiaiate di un piatto perfetto , parigino o perigordino, ma ai massimi livelli. Quella puntina ruffianissima di limone, poi…. Appunto, applausi!!
LA MINESTRA MARITATA DELLA RICETTA IRPINA E LA ZUPPA DI CIPOLLE RAMATE DI MONTORO AL CACIOCAVALLO PODOLICO
impeccabili.
Ma a me ha stantuffato il cuore e perfino l’impianto idraulico una fantastica ZUCCA CON MANDORLE , STRACCIATELLA E TARTUFO NERO .
Ne ordino un bis perché i miei commensali non se la devono perdere .
addirittura piatto del pasto: leggero acido bi-dolce e terra terra. Un amplesso palatale. BRAVI!!!
Poi il piatto storico dell’oasis antichi sapori, in carta dal 1988, cioè da sempre: RAVIOLI DI RICOTTA IN SALSA DI NOCI E AGLIO BRUCIATO
Veleno per me, per via delle noci, lo assaggio solo. Impeccabili pure loro.
A me fanno RAVIOLI CON FORMAGGIO DOLCE ED OLIO DI RAVECE, buoni
Altro giro altra corsa: RAVIOLI DI BURRATA ED ERBETTE CON MANTECA CAMPANA E TARTUFO NERO. Molto buoni.
SPAGHETTONI DI GAROFALO CON ALICI SALATE DI MENAICA, POMODORI SECCHI , COLATURA DI ALICI DI CETARA E PANE ABBROSTOLITO
Altro piatto da applausi. Pensateli da voi gli equilibri fra la salinità, l’acidita’ ma anche la dolcezza del sole nel rosso tomate. Una squi-si-te-zza.
Si percorrono poi i secondi, fra cui IL CONIGLIO ALLA PIZZAIOLA PICCANTE CON OLIVE INFORNATE DI FERRANDINA di cui non ho manco potuto fare foto figuriamoci l’assaggio perché chi l’aveva davanti se l’è sbafato in un attimo mentre io ascoltavo interessato un racconto di uno dei fratelli Fischetti.
Poi un BACCALA’ FRITTO CON I BROCCOLI, un classico saporoso e civilissimo
Un ottimo FILETTO DI MAIALE CON CIPOLLOTTO AI SENTORI DI LIMONE, dove santo limone risolve energicamente il leggero afrore di un maiale grazie al cielo cresciuto comme il faut.
Santifichiamo il fine pasto con una porzione ammazza cristiani e sontuosa di MILLEFOGLIE CON CREMA CASALINGA , GRANELLE DI NOCCIOLA E AMARENE SELVATICHE
fotografata al pelo mentre stava cadendo su se stessa, e SEMIFREDDO DI TORRONE CON SALSA DI CIOCCOLATO AMEDEI.
PICCOLA PASTICCERIA FINALE PIU’ CHE DECOROSA
Ci abbiamo bevuto sopra diverse cosette a bicchiere. A me è piaciuto soprattutto un TAURASI 2006 VIGNE IRPINE
Degno di nota che in carta vengano citati i prodotti dei presidi Slow Food e relativi produttori: OLIVE DI FERRANDINA, ALICI DI MENAICA E CACIORICOTTA DEL CILENTO.
Bello lo scritto del sig. Goethe in carta, di cui cito l’ultima frase: “ NO, NESSUN PIACERE E’ PASSEGGERO PERCHE’ LE TRACCE CHE LASCIA RIMANGONO, E CIO’ CHE SI FA CON IMPEGNO E FATICA COMUNICA ALLO STESSO OSSERVATORE UNA FORZA NASCOSTA IL CUI EFFETTO NON SI SA FIN DOVE POSSA ARRIVARE.”
Appunto.
Conclusioni: la classe non è acqua , nel servizio e nei piatti millimetricamente disegnati nella saggezza ed in qualche scatto di leggera creatività.
ASSEGNO UN 16/20, attenendomi solo alla cucina che i bonus per il coraggio e l’abnegazione porterebbero piu’ in alto.
Faccio un appello a chi , per turismo o lavoro percorre l’autostrada napoli-bari ed anche quella adriatica: prendetevi due orette di tempo. Fermatevi dalla famiglia Fischetti, almeno una volta nella vita. Sarete felici, a prezzi talmente civili da far pensare che abbiano dimenticato di farvi pagare almeno un piatto, e ,soprattutto, proseguirete il viaggio con una leggerezza impensabile al cospetto di piatti piuttosto corposi .
Quel giorno percorsi 800 km in tutto di cui 650 dopo il pasto, per raggiungere viareggio, entrare in casa e sbafarmi pure un 300 grammi di bufala che mi ero portato da Paestum.
Insomma avevo quasi fame!!
Ciao Campania e grazie di tutto. Ci vediamo più avanti.
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