Valencia. Horchata de Chufa: più Valenciano di così!

Pubblicato in: Città e paesi da mangiare e bere

di Sara Marte

E già! Troppo facile tornare da un tour spagnolo partito da Valencia con la paella e la sangria! Eh no! Qui c’è la colazione dei campioni! La merenda rinfrescante per eccellenza! E’ l’horchata de chufas! Dicesi horchata de chufas in castigliano o orxata de xufas in valenciá.  E’ un’ antichissima bevanda tipica Valenciana che proviene dai chufas. Di tradizione Araba è un vero caposaldo dell’estate che si protrae con meno slancio durante l’anno;  un rito, mattutino o più tipicamente di merenda pomeridiana, che si accompagna a un dolce soffice ed allungato quale il fartón.

Pur radicando le proprie origini proprio qui nel Valenciano , in tutta la Spagna c’è un grosso consumo di questa bevanda. La produzione è stimata attorno ai 50 milioni di litri l’anno di cui oltre il 97% consumati in patria.  Immagino  però che risuoni intanto una domanda: che sono ‘sti chufas?!

Attorno Valencia ci sono fiorenti colture di prodotti di altissima qualità e spesso a Denominaciòn de Origen ; l’ortofrutta in particolare tra cui le sue gustosissime arance o il riso coltivato lì,vicino vicino al parco nazionale dell’Albufera. Tra i prodotti DO ricordiamo quindi i nostri Chufas “Chufa de Valencia – Denominación de Origen” . Provenienti principalmente da Alboraya,  non sono altro che tubercoli delle radici della pianta  Cyberus Esculentus. Si lasciano lentamente seccare per circa 3-4 mesi . Selezionati ancora manualmente, prima di essere messi nei tipici sacchi , si reidratano e  vengono quindi macinati; La pasta de chufas così ottenuta viene semplicemente addizionata ad acqua  e zucchero,  filtrata et voilà: l’horchata è servita. Ovviamente, come ogni bevanda popolare, ha una sua versione industriale , pastorizzata, reperibile  in polvere o pronta da bere .L’horchata, quella  naturale,  si conserva per massimo tre giorni.  In Italiano la traduzione di chufa è babbagigi; più comunemente viene detto mandorla di terra , riprendendo poi l’origine araba della parola “babbagigi” “habb’aziz” cioè mandorla buona. Amici Uruguaiani, ormai cittadini di Valencia da più di 10 anni, non riescono ancora ad abituarsi alla bevanda , che, confesso, ho trovato molesta al primo e a dirla tutta anche al secondo e terzo assaggio. Sorvolando però su giudizi poco rappresentativi, dobbiamo dire che è un bibitone salutare: contiene  molte fibre, vitamine e aminoacidi.

Dicono faccia molto bene ai capelli e alla pelle, oltre ad un considerevole apporto calorico e di minerali quali ferro, magnesio, fosforo e calcio, che con il caldo spagnolo rigenerano ed energizzano a dovere. E’ inoltre privo di lattosio e glutine così da essere adatto anche agli intolleranti al latte e celiaci. Tante le storie e leggende su questa bevanda; La più comune narra che ,nel 1238, all’arrivo di Jaume I d’Aragona, pronto ad entrare ormai nella Valencia riconquistata, venne fermato da  una bella e giovane ragazza che  lo accolse con una bibita ed all’assaggio egli dunque esclamò: “ ¡Açò és or,xata !”  (questo è oro, ragazza !) e da qui or-xata. Solo uno dei tanti racconti, sia chiaro, storicamente irrilevante, ma che condiscono con curiosità questa tradizione del bere.  Si propone in due versioni : bibita ghiacciata oppure granizada , cioè in forma di granita.

Non riuscirete comunque a sfuggire alla orxata , di questo potete esser certi. Chioschetti dedicati, piccoli bar, gelaterie non solo con il gusto “orxata” ma con la bevanda in bicchiere da passeggio! Non sia mai che ne sentiate la mancanza strada facendo!

Poi ci sono le belle scoperte che lasciano che tu ti ricreda e che fiducioso ti possa abbandonare a  questa  bevanda così cremosa e ostica da digerire. In una delle due Horchaterie storiche di Valencia, con oltre due secoli di tradizione,  in piazza Santa Catalina, dove troverete la splendida Iglesia y Torre de Santa Catalina,c’è l’Horchateria de Santa Catalina (tanto per lavorare di fantasia coi nomi!).

Calde ed incantevoli le tipiche ceramiche; una parata di dolci invitanti dalle vetrinette del bancone si stagliano al cliente ; sono  quelli di ottima fattura per cui solo il profumo sazia. Zucchero a velo e camerieri in divisa sorridenti fluttuano quasi, così che ti aspetti entrino gli umpa lumpa in questo sogno antico e diabetico. Lì , proprio lì, tra tavoli storici e piaceri lontani, lì l’horchata non ha più quel gusto di nocciolo di nespola masticato. Allora ti abbandoni al rito che hai visto mille volte : La zuppetta con il fartón ! E’ un must e fa sentire così disinvolti e spagnoli! La consistenza è quella giusta che assorbe ben bene l’orxata. E’ così bravo il nostro dolce da inzuppo! Terminato l’Indigeribile bicchiere dal peso specifico del piombo, ci accorgiamo che da qui, dall’Horchateria che vanta la visita di Sua Altezza Reale l’Infanta Isabel , andiamo via felici. Questo in fondo è bere locale, di territorio e tradizione, dal profilo storico e nutrizionale; valorizza una produzione unica in Europa e rara nella purezza del prodotto finale, così,per molti buoni motivi … ¡Açò és or,  xata!


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