Questa è una storia di Natale. A dire il vero è una storia di novembre, quando andai in Langa con il Macchi, il Pignataro, il Colombo, il Tesi e il Giuliani, ossia la congrega di gente che scrive di vino che sta sotto l’immeritata insegna de I Giovani Promettenti, assente giustificato il Petrini. Ma nonostante sia avvenuta in novembre, questa è comunque una storia di Natale.
Il fatto è che fra le tante bottiglie assaggiate, ne ho trovato due che mi son detto “queste le voglio per il mio pranzo di Natale”, e pazienza se nei calici avevamo del giovanissimo Barolo del 2011. Lo so che è presto berlo adesso, e in genere per il pranzo di Natale ho l’abitudine di stappare cose molto, molto avanti con gli anni. Però quelle due mi davano proprio voglia di berle.
Quando poi, finite le sessioni di assaggio alla cieca, abbiamo guardato le etichette, mi sono accorto che i due vini che volevo per forza erano fatti dallo stesso produttore, Grimaldi Bruna. Ora, di nuovo eccoci con l’obiezione: capisco che in italiano s’ha da dire prima il nome e poi il cognome, ma sarà mica colpa mia se sull’etichette sta scritto invece burocraticamente cognome e nome e così a me tocca fare il cronista restando fedele ai dettagli?
Ciò detto, ho preso la macchina e sono andato a cercare l’azienda, con licenza – brevissima – concessami dal Macchi, capocomitiva.
Google Maps m’ha guidato a Grinzane Cavour, poco fuori dalla tangenziale, in un quartiere di casette moderne. Vigne neanche una, lì sul fondovalle.
Ho suonato. M’ha aperto proprio la signora Bruna.
“Sto col Macchi e vorrei comprare del vino, si può?” ho chiesto.
Si poteva, ma avevo i minuti contati.
“Ho assaggiato il Camilla e il Badarina e mi sono piaciuti molto. Li vorrei bere a Natale, insieme con lo Champagne, ovviamente”, m’è scappato di dire, ed è vero che a Natale bevo sempre nebbioli e bolle francesi.
Però a quel punto ho capito che quando parli di Champagne a un produttore di Barolo è come se gli stessi facendo i complimenti su quanto sono belli e bravi i suoi figlioli. “Quando andiamo al ristorante beviamo Champagne anche noi. Qui chi fa vino beve Champagne” mi ha fatto lei, svelandomi quel che poi ho capito essere la diffusa attitudine champagnista dei vignaioli langhetti.
Così ci siamo messi a chiacchierare di terre di Serralunga e di vigne di Aÿ, di nebbiolo e di pinot noir. Insomma, ho fatto tardi, e il Macchi intanto mi tempestava di telefonate perché l’agenda era fitta di impegni e dovevo raggiungere gli altri.
Mi son comunque fatto un’idea, ed è che non solo in casa Grimaldi producono vino che mi piace, ma che è anche gente simpatica, con cui volentieri dividerei la tavola a cena. Per me che credo che il vino sia prima di tutto espressione di chi lo fa, questa non è evidenza di poco conto, proprio no. Peccato aver avuto poco tempo.
Ordunque, siccome questa è una storia di Natale, ecco qui i due Barolo giovinetti del mio desco natalizio.
Barolo Camilla 2011 Grimaldi Bruna
Il vigneto Camilla è un cru di Grinzane Cavour, sta intorno ai 220-250 metri d’altezza. Il nebbiolo fa macerazione per due o tre settimane. Poi si affina in tonneau e botte grande.
Il vino ha colore chiaro, ed è la tonalità granata che piace a me e che quando la trovo mi fa esclamare: “Accidenti, è nebbiolo!”
Ha naso agrumato di chinotto e vene demodé di tamarindo. La bocca è piacevolmente fresca e salata, con una liquirizia nitidissima e una florealità sottesa che mi fa pensare decisamente, ancora, al nebbiolo. C’è pulizia e snellezza, ma anche un tannino saldo che mi spinge a ritenere che il vino possa avere buona evoluzione e longevità. Elegante.
Barolo Badarina 2011 Grimaldi Bruna
Altro cru, ma stavolta di Serralunga d’Alba, La vigna è più in alto dell’altra, fra i 370 e i 420 metri. Maggiori sono anche le macerazioni, che vanno avanti fra i venti e i quaranta giorni, in questo caso. Simili invece i legni, tonneau e botti grandi.
Anche qui il colore è chiaro, e dunque son doppiamente contento.
All’olfatto ho trovato il sottobosco, la terra nera bagnata, la torba insomma, e anche le foglie secche. Profumi autunnali. La bocca è tannica, robustamente tannica, barolisticamente tannica. Ha il catrame, netto, e poi il cuoio, ma anche il fiore macerato, gradevole e gentile. Eppoi la liquirizia. Un rosso old fashioned e rustico quel che serve. Sapido. Gustoso.
Buon Natale, signori miei.
Grimaldi Bruna
Sede legale: via Roddino, 12050 Serralunga d’Alba (Cuneo)
Sede cantina per visita e degustazione: via Parea 7, 12060 Grinzane Cavour (Cuneo)
Tel. 0173.262094
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