Gentile Dottor Pignataro,
vorrei usufruire del suo wineblog per raccontare la mia improbabile esperienza enogastronomica di ieri sera, e non certamente per il gusto di criticare, ma nella speranza di trasmettere un messaggio ai ristoratori campani.
Sabato alle ore 21 (come da prenotazione) arriviamo al ristorante Il Papavero di Eboli, siamo cinque. Nella sala vi sono soltanto altri due tavoli occupati. Dopo esserci seduti ci portano la carta delle pietanza e quella dei vini, che tra bianchi e rossi conterà al massimo una cinquantina di etichette. La ragazza in sala prende le ordinazioni e mi chiede quale vino desideravamo bere. Le rispondo che avendo optato per piatti molto diversi gradirei un bianco ed un rosso contemporaneamente e le indico le mie scelte. Dopo circa 5 minuti arriva un ragazzo che mi dice che la cameriera si era dimenticata quali vini avessi richiesto. Riformulo le mie preferenze. Passano un paio di minuti ed il ragazzo mi riferisce che entrambi i vini richiesti non erano disponibili. Scelgo due nuove bottiglie (ci tengo a precisare che tutti i vini scelti sono vini comunissimi quali Tormaresca bianco, o Chiaromonte di Firriato).
Arrivano gli antipasti al tavolo. Sollecito la ragazza a portare il vino. Ritorna, ad antipasti finiti, dicendo che entrambe le scelte non erano disponibili. Svilito ed amareggiato tento con il TERZO ambo di vini. Dopo qualche minuto arriva la ragazza (si alternavano!) che senza alcun imbarazzo mi dice che anche queste bottiglie non erano disponibili. All’estremo della sopportazione le chiedo di dirmi direttamente i vini presenti. Mi risponde: “Greco di Tufo, Falanghina CLASSICA (?) e…. Aglianico”. Mi permetto di chiederle quali fossero i produttori di Aglianico. Ottengo tre differenti referenze, ne scelgo una. E qui viene il bello…. Dopo che i primi piatti erano stati serviti, il ragazzo apre la bottiglia di Aglianico richiesta (per il bianco ho gettato la spugna!!!!) e senza farla assaggiare la pone al centro della tavola. Ebbene la bottiglia di Aglianico del Sannio Cortenormanna 2001 presentava evidente odore di tappo! Chiedo, disperato, di cambiarla in modo da poter almeno mangiare il secondo con un po’ di vino.
Dopo qualche minuto ritorna il ragazzo avvertendomi che quella era l’ultima bottiglia di Corte Normanna rimasta. Rinuncio!
Non aggiungo altro!
Ma da ieri notte un dubbio mi attanaglia: in altre parti d’Italia e del mondo il proprietario o gestore avrebbe offerto un vino ai suoi clienti?????
Distinti salti,
Dott. Riccardo Vecchio
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