Adoro l’area della Baronia a Vico, la zona di confine tra l’Irpinia e la Daunia, per via dei grandi spazi che si aprono. A Vallesaccarda siamo a metà strada fra Napoli e Bari ed è quindi il luogo ideale per un appuntamento dai fratelli Fischetti dell’Oasis Antichi Sapori.
Uno dei vantaggi di venire qua è la carta dei vini curata da Carmine e Nicola, tra i primi sommelier diplomati in Campania, con tante buone curiosità regionali (verticali molto profonde di Mastroberardino, Montevetrano, Caggiano, Molettieri), Piemonte e Toscana con qualche morticino di troppo anni ’90. Una carta in cui si sente un po’ negli ultimi anni della crisi con invito alla prudenza negli acquisti, ma che resta comunque tra le più entusiasmanti del Sud anche grazie a ricarichi onesti e vantaggiosi per il cliente.
Noi abbiamo bevuto le annate 1998 e 2002 del Fiano Vigna della Congregazione di Antoine Gaita, il Macchia dei Goti 1997 di Antonio Caggiano e il 2005 Poliphemo di Luigi Tecce. Una bella panoramica irpina che gli amici Nicola Campanile e Franco Ziliani hanno gradito molto.
Buono e goloso il pane. Qui già domina il grano e si vede. Compulsione irrefrenabile verso le sfoglie di grissini alle cipolle.
Mi piace quando in carta si trova l’uovo, usanza quasi scomparsa per via delle norme igieniche assillanti. Qui Maffi è passato, ma le galline sono irpine e, tra mille difficoltà i nostri amici riescono a tenere sempre questo piatto un po’ francese in cui gli elementi sono ben assortiti ma nel quale lo scorzone di Bagnoli rivela il suo limite terragno e poco profumato. Per fortuna uova e piselli erano strepitosi, ci ho inzuppato il pane nero a volontà.
Avendo dimenticato la dentiera a casa, mi sono buttato sulle zuppe. Deliziosa questa di aglio: dolce, eccezionale materia prima di partenza, da cucchiaiare all’infinito.
I ragazzi Franco e Nicola devono crescere, hanno fatto un pranzo più sostanzioso, come questo pacchero, l’agnello, il maiale e un bel peperone ripieno.
Io anche sul secondo mi sono tenuto sul leggero: baccalà in purea di patate. Piatto robusto e saporito
Complessivamente abbiamo trovato un menu molto piacevole e ammiccante: la scelta varia e precisa è stata difficile perché veniva voglia di provare tutto. Ma ciascuno di noi aveva da rientrare e non era possibile.
L’esecuzione è stata perfetta: la ricerca sulla materia prima vanta ormai esperienza sul suo comportamento, la cucina cerca maggiormente la rotondità più che l’acidità. Ma siamo nelle zone interne e ci può stare, anche perché non si rinuncia al sapore e alle veracità espressiva delle carni e dei formaggi. Diciamo, come critica benevola, un autunno un po’ anticipato. Ma, ripeto, godibilissimo.
Forse l’unica moina è questo millefoglie arrizzato (in piedi), divertente e con una grande crema.
Siamo stati insomma molto bene rivivendo la bella atmosfera di Monopoli e speriamo che sia un buon auspicio ai progetti per il prossimo anno:-)
Coccole finali e iniziali e un consiglio a tutti gli appassionati: venite qui almeno due volte l’anno per godere la cucina e vivere l’ospitalità professionale della famiglia Fischetti, uno dei gioielli della gastronomia italiana.
Rimarrete più che soddisfatti, a cominciare dal conto.
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