Un viaggio nel mondo “natural” dello Champagne

Pubblicato in: Curiosità
Champagne in degustazione

di Tonia Credendino

Champagne rari, terroir e zone di produzione: il meglio del lusso, da Stefano Pagliuca.

Sono in quella chat di whatsapp da oltre un anno, “Degustazioni Enopanetteria” creata dai Sapori della tradizione alias Stefano Pagliuca, (340 membri), ogni settimana una nuova irrinunciabile tentazione e per la prima volta, complice una settimana tranquilla, non ho resistito e in extremissono stata inserita per ultima prima del sold out.

L’invito recitava “19 dicembre, Champagne Natural, con degustazione a cura di Elisa Fiore Gubellini e Tommaso Luogo, 6 etichette per esplorare l’applicazione dei principi della viticoltura biologica e biodinamica nella ricerca del pieno potenziale delle vigne e della caratterizzazione sensoriale del terroir di provenienza.

Ora, ammetto la mia ignoranza, se del presidente conosco le capacità oratorie e degustative, la Gubellini me la sono andata a cercare e ohibò sono rimasta senza parole, 44 amici in comune, un profilo Instagram da Wine influencer professionale e femminile di tutto rispetto, belle foto di vino e tour a cinque stelle, tanto che ho immediatamente pensato, questa qui la devo intervistare (seguirà report).

L’accoglienza di Stefano non si può descrivere a parole, lui è un host eccezionale, quando varchi la soglia del suo mondo magico, ti verrebbe da chiedere le chiavi della camera per poter godere delle sue coccole eno gastronomiche più tempo possibile, come promesso, in apertura il tradizionale buffet di pizze Pagliuca: “queste non fanno ingrassare, le digerisci subito” e faccio il tris, con pomodorino, con patate e anche quella con le zucchine.

Al piano di sotto il caveau delle meraviglie abbraccia il tavolo degustazione, un ambiente isolato da tutto il resto, dove sarei stata ore e ore a curiosare tra le varie etichette anche rarissime, un ambiente che ti trasporta in un’altra dimensione, concilia la concentrazione e la riflessione.

La curiosità sale, l’attesa è finita, i calici fremono, Tommaso ed Elisa in cattedra, parte la declinazione dello champagne scelto con premura da Elisa Gubellini che ha visitato le cantine e toccato con mano i diversi terroir, ma prima “Invochiamo la protezione dell’angelo”  con tanto di slide raffigurativa, e non uno qualsiasi ma quello di Reims, a nordest di Parigi, nella regione della Champagne che pare rivolgersi verso il pellegrino come invitandolo caldamente ad entrare cosìcome si fa con un amico quando lo si invita a casa propria o forse solo il segno di una leggera ebbrezza?

La Champagne, in Francia è una delle regioni che sta aumentando velocemente la superficie vitata destinata alla produzione di vino biologico e del biodinamico.

Qual è la principale differenza tra vini biologici e biodinamici?

Riguarda il metodo di produzione, mentre il vino biologico si concentra sull’eliminazione di sostanze chimiche, la biodinamica è una filosofia, un’etica di lavoro che si fonda su principi simili a quelli dell’agricoltura biologica, non bisogna dimenticare, però, che, mentre il vino biologico è regolamentato e certificato a livello europeo, il vino biodinamico è frutto di una filosofia di coltivazione che si basa sulle pseudoscienze.

Dal punto di vista geologico, si può dire che la Champagne presenta diverse stratificazioni che restituiscono un quadro morfologico complesso e una moltitudine di differenti terroir, dove anche esposizioni, pendenze e presenza di boschi assumono ruoli fondamentali. Ad entrare in gioco sono argille e sabbie silicee, che si concentrano negli strati più superficiali del terreno, al contrario di calcare, marne e gesso di origine sedimentaria che, con le dovute eccezioni, si trovano perlopiù in profondità.

Ma è il gesso il grande protagonista, la sua porosità trasforma il sottosuolo in un grande serbatoio d’acqua, garantendo alle viti una riserva idrica anche nelle estati più secche. Inoltre, essendo composto da fossili di microrganismi marini, il terreno della Champagne dona ai vini una componente minerale e sapida.

In degustazione le prime due etichette di Latour:

Latour, Éocène Brut Nature Legrand 100% Chardonnay, uve provenienti da vigne del villaggio di Verneuil, sui pendii della Vallée de la Marne.
Champagne dalla forte identità territoriale prodotto da un sottosuolo di sabbie, argille e limo, nasce dall’ambizioso progetto di Thibaut, quello di creare Champagne per fascia geologica, questo Champagne prende il nome dell’era geologica Eocene va da 55 milioni di anni fa a 33 milioni di anni fa. Raffinato e naturale con profumi di fiori bianchi, aromi di mela e burro si esprime con una struttura ovale e un attacco morbido e ampio, un corpo pieno e una moderata presenza di acidità e mineralità.

Thibault Legrand, ultima generazione della famiglia, e oggi rappresentante degli Champagne Legrand-Latour, porta avanti con fiducia la passione del padre per la ricerca dei fossili nel terroir e attraverso un approccio geo-enologico, la cantina di affinamento della famiglia è ricavata direttamente nel “museo geologico sotterraneo” del Domaine creato dal padre di Thibault in 30 anni di scavi che ha portato alla luce reperti fossili del Cretaceo e del Paleocene.

Latour, Champagne Yprésien Brut Nature Legrand 75% Meunier e 25% Pinot Noir–, il nome fa riferimento ad un’era geologica che va da 56 a 48 milioni di anni fa, periodo in cui la zona fu arricchita di fossili marini.

Al naso spiccano sentori di agrumi e note minerali, mentre al palato si distingue per freschezza, struttura armoniosa e una straordinaria persistenza. “La voce della terra, non ci sono corrispettivi o paragoni, l’eco di una conchiglia, un suono che ci viene sussurrato piano, come un segreto.” Una tessitura gustativa carnosa e accogliente, differente l’approccio olfattivo da quello gustativo che sorprende in progressione per lunghezza e materia.

Charles Dufour,  Champagne Bistrøtage B.14 +1 Blanc de Noirs 100% Pinot Noir raccolto da vigneti con un terroir argilloso-calcareo situati nella Vallée de l’Arce (Côte des Bar) è un Blanc de Noirs espressivo e potente, una cuvée iconica che celebra il passaggio a una gestione artigianale da parte del produttore. Dopo 24 mesi in legno e circa 60 mesi in bottiglia sui lieviti, ci ritroviamo di fronte a uno spumante di grande intensità, lo definiamo “cattivo al naso”, irrefrenabile e irruento di zenzero, note piccanti e arancia rossa. Un vino che “o lo ami o lo odi”, un “bad boy” che sorprende per la forza della bollicina all’ingresso in bocca e una piacevole cremosità che invoglia il sorso, fresco e sapido sul finale, godurioso da bere affiancato a un piatto misto di pesce.

Lo Champagne Bistrøtage B.14 è l’essenza della viticoltura biologica e dell’artigianalità francese, in vigna
solo rame, zolfo, tisane e preparazioni di tipo biodinamico, la più nitida espressione di un terroir originale e sottovalutato, quello del comprensorio kimmeridgiano di Bar-sur-Seine, nell’Aube, la regione più meridionale della denominazione della Champagne.

Huré Frères, Champagne 4 Éléments Pinot Noir 2015 Blanc de Noirs frutto della selezione delle migliori uve – 100% Pinot Noir – provenienti dal Lieu-Dit La Perthe situato a Ludes, villaggio a classificazione Premier Cru ad est della Montagne de Reims.

Una storia di famiglia, champagne Huré Frères esiste da più di 50 anni, oggi François Huré, alla terza generazione, e Raoul, suo padre, conducono questa maison familiare situata a Ludes, animati dalla passione per il dettaglio, la precisione e il rigore, essi conducono i dieci ettari di vigneto della proprietà, un mosaico di terroir unici.

È con questa volontà e con questi principi che è nata la linea 4 Éléments; terroir, parcella, microclima e savoir-faire, “est un grand champagne où le pinot noir est tout en élégance”

Marguet, Champagne Grand Cru Oger 2017 Brut Nature Blanc de Blancs composto dal 100% Chardonnay da vecchie vigne provenienti da Oger, villaggio classificato Grand Cru nella Côte des Blancs. Marguet conduce in regime di agricoltura biodinamica 8 ettari di vigne di proprietà a sud-est della Montagna di Reims. L’azienda è condotta da Benoit Marguet, questo récoltant manipulant ha un metodo tutto suo di condurre le vigne, il lavoro in vigna è condotto tramite due cavalli e i trattamenti sono costituiti da concimi e preparati naturali, vinifica separatamente in legno ogni singola parcella, per poi assemblare ed eventualmente dosare. Oger 2017 è una perfettaespressione della purezza, dell’energia, della mineralità di questo territorio, fra toni gessosi e note agrumate, di lime e zenzero e del respiro delle vecchie viti di Chardonnay, che ne determinano la particolarità e la purezza, perfettamente equilibrato ed armonico nel rapporto fra morbidezza e acidità.

Di Marguet anche l’ultimo champagne scelto dalla Gubellini, Marguet, Champagne 1er Cru Sapience Oenothèque 2009 Brut Nature che nasce da una collaborazione tra Benoît Marguet, Benoît Lahaye, Vincent Laval e David Leclapart.

Uno Champagne biodinamico con lo Chardonnay di Leclapart, il Meunier di Laval e il Pinot Noir di Lahaye Bio, è un’opera d’arte collaborativa che incarna l’unione armoniosa di vitigni, ciascuno portando il suo contributo unico, vinificate con maestria nella cantina di Marguet.

Questo Champagne AOC segue rigorosamente i principi della viticoltura biodinamica, rappresentando la quintessenza dei tre vitigni champenois: pinot nero, pinot meunier e chardonnay.

L’assemblaggio, eseguito con maestria, crea un vino completo, imponente e di grande raffinatezza, adatto a ogni momento del pasto.
Di grande potenza, dal bouquet complesso e intenso, con note di frutta matura, agrumi, tostature, sentori canditi e terrosi, uno champagne ricco e strutturato, con eccellenti acidità finali perfettamente equilibrato, vibrante ed energico.

Dopo la degustazione tecnica Stefano ha contribuito alla valutazione cibovino con un piatto con salmone selvaggio della Norvegia, paté di baccalà, filetti di Acciughe del Cantabrico e jamon de Bellota Pata Negra 32/48 mesi dell’azienda Magno.

E tu hai mai assaggiato uno champagne Biologico o Biodinamico?

 


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