… le colline di Spoltore appena sopra Pescara sono ricche di vigneti e nascosta alla vista c’è una piccola cantina artigianale con due produttori con tante potenzialità e bravissimi, ma molto, forse troppo, umili… non sanno ancora quanto sono bravi.
Non è solo bravura e attenzione maniacale, ma ci sono anche le vigne che affondano le radici in terreni argillosi-calcarei con conchiglie affioranti soprattutto dove si trova la pergola del trebbiano.
Comunque, solo otto ettari di cui solo sei vitati per max 25 mila bottiglie, una chicca di cantina con prezzi abbordabilissimi.
Le indicazioni sono abbastanza chiare, ma quando si arriva non sorprendetevi se trovate una
villetta sulla destra, proseguite e troverete il punto vendita -ma suonate prima come da cartello-, questo per sottolineare che qui fanno casa e bottega.
I due produttori sono Diego Della Torre e Franco Graziano entrambi tutto fare, e come al solito non sono coscienti delle loro qualità: è gente che piega la schiena ogni giorno e non pensa alle chiacchiere.
Al mio arrivo pretendo la Cococciola spumantizzata con metodo tradizionale, fresca, piacevole tanta acidità e da bere a secchiate, bella fredda seduti in riva al mare e… il resto aggiungetelo voi.
Per chi non lo sapesse il vitigno Cococciola era prodotta in quantità industriale per essere mandato al nord… e grazie alla sua base acida e un corpo esile si presta bene alla spumantizzazione, naturalmente da bere in annata.
A me è sempre piaciuta… anche perché la conoscevo già, come anche gli altri vini.
Della Cococciola c’è anche la versione ferma con solo 11,5 gradi, identica alla precedente ma senza bolle e leggermente più sapida, ci sta bene con la frittura di pesce.
Il mio preferito, e non mi nascondo, è il Trebbiano, ma qui è il tendone del 1988 su argilla e conchiglie che ci consegna una materia prima che non viene stravolta da Diego e Franco.
Già dal colore il Trebbiano 2021 ci vuole raccontare della sua nobile stirpe. Giallo paglierino intenso con sfumature dorate “non voglio fare il sommelier, ma dal colore si capisce molto”.
Le uve diraspate restano per qualche ora in pressa a freddo, il tanto che basta per rilasciare la sostanza e i precursori aromatici tipici. Segue la vinificazione classica in acciaio e non ci sono altre alchimie.
Profumi freschi di fiori e tanto frutto, ma è nel berlo che irrompe fresco, ricco di mineralità e sapidità con un finale quasi cremoso e persistente. Troppo buono mi è piaciuto assai assai.
Tanto per non farci mancare nulla abbiamo aperto il Pecorino 2022 , tanta ma tanta roba nel bicchiere; naso di fiori bianchi, con sfumature agrumate e note di liquirizia; al gusto è salato, minerale con tanta acidità e molta persistenza. Un vino con 14 gradi che però sono coperti dal frutto. Ma il pecorino è così, o lo ami o lo odi. Mi è piaciuto assai assai.
Con questo vino possiamo esagerare nell’abbinamento, io partirei dai piatti di mare ma ricchi di sapore e sapidità, come un bel risotto di crostacei, pasta con ragu di astice…insomma, questa roba qui.
Ma andrei oltre, come un piatto tipico di carne molto grasso della tradizione abruzzese quando macellavano il maiale il “Cif e Ciaf” fatto dei vari scarti e condito con tanto peperoncino… provare per credere.
Ma… “siccome che” non ci vogliamo far mancare niente si apre un Pecorino 2021 e qui le note di fiori e agrumi si trasformano in idrocarburo puro, con sfondo la radice di genziana e tante erbe di campo aromatiche… un’evoluzione eccellente che abbiamo già sentito in altri pecorini.
Il Cerasuolo 2022 è una storia a parte, qui mi si piegano le gambe e bevo a garganella; si … lo so… sono di parte ma a me “mi piace assai” il cerasuolo fatto bene e, questo di Diego e Franco è troppo
buono.
Della vinificazione non vi dico nulla, andate e fatevelo raccontare. Grandi i profumi di arancia rossa, amarena e tanti frutti rossi Bocca salata con sfumature amaricante -come dovrebbe essere- dal finale sapidone, vinoso e ricco di frutto… roba da finire la bottiglia in pochi secondi.
Un vino abbinabile dall’aperitivo fino ai formaggi, con gli arrosticini ci va alla grande e ho detto tutto.
Gran bel vino anche il Montepulciano con lavorazione in acciaio e un parte affinata in tonneau. Pulizia dei profumi -caratteristica comune a tutti i vini-, tanto frutto fresco e sorso vino, molto minerale con tannini in giusto equilibrio con il frutto e l’alcol. Si beve con tanta piacevolezza.