Che cosa significa per lei questa quinta edizione di TuttoPizza?
“Innanzitutto, avere finalmente la possibilità di essere in presenza significa che siamo tornati alla normalità sanitaria. E questo dà nuova linfa a un settore che si è dovuto confrontare duramente con la crisi. E’ la ripartenza di tutto: del confronto, ma anche degli scambi commerciali e, dunque, dell’economia. Anche se la manifestazione non si è mai fermata del tutto grazie alla edizione digital dello scorso anno, dobbiamo dire che gli operatori del mondo pizza hanno bisogno di un luogo fisico in cui ci si possa incontrare”.
Molte aziende oggi affidano la vendita a piattaforme digitali, perché è comunque necessaria la fiera?
TuttoPizza è un BtoB, una piattaforma commerciale, ma è soprattutto una fiera esperenziale dove marchi presenti e pizzaioli sono entrambi protagonisti: chi vi partecipa può assistere a seminari, convegni, può apprendere dai pizzaiuoli eredi della grande tradizione partenopea che hanno poi consolidato la loro maestria in alcuni passaggi peculiari di questa arte: dagli impasti, alla cottura, alla farcitura.
Alla luce di questi due anni complessi, qual è il messaggio che lei da uomo marketing sente di dare al settore?
Da uomo di marketing cerco di cogliere nelle difficoltà le opportunità di crescita. Da un approfondimento fatto non tanto e non solo per la crisi pandemica ma anche nell’ambito dei nuovi assetti geopolitici, credo che sia giunto il momento di avere in Campania, ma in generale nel Sud Italia, un’attenzione verso il grano tenero, di svilupparne la coltivazione in Campania e nel Sud Italia. Abbiamo diverse colture, ci sono numerosi terreni ancora da sfruttare e c’è la possibilità di aggiornare il sistema agricolo grazie all’implementazione di nuove tecniche e nuovi macchinari . Per questo dico che si possa puntare ad una produzione innovativa di qualità per grano e cereali.
Qual è il ruolo che deve avere la pizza in questa nuova sfida?
Pur essendo un mito mondiale, la pizza è territorio, appartenenza, legame con le proprie radici. I pizzaioli lo sanno bene. E ora più che mai devono riscoprire le unicità dei nostri sapori, l’alta qualità delle materie prime locali, perché qui in Campania abbiamo risorse eccezionali: coltivazioni autoctone particolari, ma anche gli aromi, i profumi. Dobbiamo riscoprire il km zero e tornare a valorizzarlo anche per la pizza: tutti gli ingredienti dovrebbero essere reperiti attraverso il criterio della filiera corta e della provenienza delle materie prime. E’ vero che negli ultimi anni ci sono stati nuovi abbinamenti e la pizza è diventata oggetto di farciture e condimenti sperimentali che hanno anche lasciato il sorriso, ma in questa fiera vogliamo valorizzare la qualità assoluta delle preparazioni e degli ingredienti.
C’è qualcuno che vi affianca in questo momento?
Dal punto di vista operativo per gli approfondimenti scientifici e divulgativi, ci hanno affiancato in questa edizione il Dipartimento di Agraria di Portici, anche il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ci è vicino e per la prima volta ha patrocinato l’evento.
Ringrazio tutte le istituzioni che ci sono vicine che danno autorevolezza al nostro evento con la loro presenza: Comune di Napoli, Regione Campania, Mostra d’Oltremare e Camera di Commercio innanzitutto, auspicando che la fiera professionale sulla pizza possa nel tempo diventare sempre più un attrattore internazionale.
Ma soprattutto devo ringraziare i partner privati, senza i quali la fiera non sarebbe possibile: gli sponsor e anche gli espositori che da sempre credono nel format di TuttoPizza che rappresenta una piattaforma per un continuo miglioramento del comparto nel suo insieme. Ad esporre sono i grandi brand ma anche microaziende che propongono prodotti di nicchia.
Tra gli eventi in programma spicca anche un seminario con Confesercenti per l’utilizzo degli incentivi nel settore horeca.
Il fatto che la fiera si svolge a Napoli significa che riconoscete unicamente la pizza napoletana?
Assolutamente no. Si parlerà anche di pizza romana, pizza in teglia, pizza in pala e delle tantissime declinazioni di questo piatto.
Il fatto che si svolge a Napoli significa mantenere le radici con la capitale mondiale della pizza e dare la possibilità a chi vuole eccellere in questo mondo di non perdere il legame con il territorio perché qui affondano stimoli e suggestioni per il futuro.
In molti hanno tentato di organizzare manifestazioni analoghe alla nostra nel mondo, ma l’unica vera e più completa fiera della pizza si svolge a Napoli ed è la nostra.
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