di Marco Milano
Il Mercato della Terra Costiera Sorrentina inaugura il 2025 con un evento dedicato ai grani antichi, al pane e alla forza della solidarietà. Domenica 12 gennaio torna, infatti, l’appuntamento con il Mercato della Terra Costiera Sorrentina, promosso da Slow Food.
Il rendez-vous è previsto al mercato ortofrutticolo di Piano di Sorrento per l’intera mattinata e vedrà la partecipazione di diciannove aziende agricole locali. Faranno il loro ingresso ufficiale anche due nuove realtà, dall’Irpinia le “Fattorie Ruzza” di Fontanarosa, con il loro olio extravergine di oliva, dal Salernitano “Il Forno di Vincenzo” di Eboli, una sperimentazione sociale che promuove un nuovo modello di protagonismo attivo e di autodeterminazione delle persone con disabilità. Inoltre, c’è stata anche l’adesione del Mercato della Terra alla campagna internazionale “Slow Grains” un progetto nato durante l’evento “Sementia” del 2020, che unisce trenta Comunità Slow Food nel sostegno ai grani tradizionali.
Il Laboratorio del Gusto di gennaio in programma domenica, in questo senso, sarà dedicato ai grani antichi e sarà coordinato da Mimmo Pontillo, rappresentante campano della rete Slow Grains. “L’agenda” del Laboratorio del Gusto (previsto per le ore 11) vedrà la partecipazione di Francesco Procacci, piccolo agricoltore dell’Azienda Agricola Cereris di Cervinara (Avellino) che racconterà la sua esperienza di coltivazione del grano “Senatore Cappelli”. E ancora Vincenzo Bardascino, ad oggi il primo e unico ragazzo con sindrome dell’X-fragile che ha avviato un forno sociale di comunità, che, insieme al padre Vito, illustrerà il percorso di autonomia e autodeterminazione delle persone con disabilità attraverso il lavoro, la passione e la solidarietà. L’evento di domenica in penisola avrà come special guest anche la “cuciniera vegana” Cristina De Vita che spiegherà le tecniche della pasta madre e racconterà il “Ciauliello”, un’antica ciambotta tipico piatto della cucina ebolitana che sarà anche il “protagonista” insieme ad una speciale degustazione di pani del “Forno di Vincenzo” accompagnati, appunto, dal “Ciauliello”.
Piatto della tradizione a base di pomodori secchi, melanzane e zucchine essiccate, peperoni cruschi, olive nere, passata di pomodoro, aglio ed olio, che nel 2020 ha ricevuto il riconoscimento PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) da parte del Ministero dell’Agricoltura. Al centro dei Laboratori del Gusto, poi, il “Manifesto dei Pani Slow”, un Manifesto per il pane come espressione di comunità. “Il pane è molto più di un alimento – si legge – è un’autentica espressione del territorio, un simbolo di connessione tra la cultura, la biodiversità del grano e le tradizioni agricole locali. Ogni terreno ha il suo grano, ogni popolo il suo pane, che riflette le peculiarità di luoghi e di comunità”. Slow Food Italia, infatti, ha celebrato lo scorso ottobre le Giornate mondiali dell’Alimentazione e del Pane con il Manifesto del pane Slow con l’obiettivo di “riunire tutta la filiera per promuovere un pane di qualità, fatto con grani tradizionali locali prodotti con metodi agroecologici.
Cibo di base quotidiano che rappresenta identità culturale e, al contempo, condivisione, solidarietà, scambio tra le comunità – si legge ancora nel Manifesto – una sorta di ponte di pace tra i popoli. Eppure, il pane è anche uno dei cibi più sviliti: farcito di additivi, ultra-processato, congelato, precotto, imbustato e distribuito su larghissima scala. I grani con cui si produce, spesso, affrontano viaggi transoceanici, sono coltivati utilizzando grandi quantità di chimica in campo (in Canada, ad esempio, uno dei principali paesi fornitori), e sono oggetto di speculazioni da parte di multinazionali e gruppi finanziari. Ma c’è un’altra storia che Slow Food vuole raccontare, quella del pane come strumento fondamentale per rivitalizzare le aree interne e diffondere pratiche agroecologiche, l’unica prospettiva di futuro capace di garantire a tutti un accesso a cibo buono, pulito, giusto e sano”. Come ricordato da Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia “il Manifesto del pane Slow ha l’obiettivo di riunire contadine e mugnai, fornai e pastaie, ma anche cuochi, tecnici e istituzioni che in esso si riconoscono e lavorano per coinvolgere una comunità sempre più ampia di cittadini”. I principi sui quali si fonda il pane Slow per quanto concerne la qualità del prodotto sono quello di essere realizzato con pasta acida lievitata, evitando l’uso di agenti lievitanti chimici, acqua e farine integrali o semi-integrali, per un prodotto genuino che conservi tutte le proprietà nutrizionali e i sapori autentici. Inoltre, si basa su metodi di coltivazione e gestione dei terreni che rispettino l’ambiente e favoriscano la biodiversità, impiegando grani tradizionali locali che arricchiscono il patrimonio agricolo. Tra le “mission” anche quella “di tramandare l’arte della panificazione locale alle nuove generazioni, far conoscere le forme, i colori e i profumi che raccontano storie e tradizioni di un’arte antica e preziosa, ma anche le molte ricette regionali che hanno il pane come ingrediente, soluzioni semplici, economiche ed equilibrate dal punto di vista nutrizionale, che vanno nella direzione di una cucina senza spreco”. E ancora, con il “pane Slow” l’obiettivo è “lo scambio di lieviti e la condivisione di conoscenze tra i diversi componenti della rete, creando una comunità di appassionati che valorizza il pane come simbolo di identità culturale, di socialità e di sostenibilità”. Per quanto concerne l’appuntamento di domenica mattina a Piano di Sorrento, infine, come spiegato dalla condotta Costiera Sorrentina e Capri dell’associazione con la chiocciola, “il ‘Forno di Vincenzo’ rappresenta un esempio concreto di come il cibo possa diventare un veicolo di inclusione sociale. Attraverso la produzione di pane, questa realtà rimodula il concetto di welfare, proponendo un nuovo modello di protagonismo attivo per le persone con disabilità”.
Mercato della Terra c/o Mercato ortofrutticolo
Piazza della Repubblica
Piano di Sorrento